“La Sperta e la Babba”: la Sicilia vista attraverso gli occhi di Giovanna Di Marco

“La Sperta e la Babba”: la Sicilia vista attraverso gli occhi di Giovanna Di Marco
di Alessandra Farro
Martedì 6 Giugno 2023, 19:29
3 Minuti di Lettura

Un libro, due storie parallele che non comunicano tra loro, due registri linguistici, due ritmi diversi, due periodi storici (la fine dell’‘800 e l’inizio degli ’80 del secolo scorso), un tempo che non esiste più, un mondo che ormai è profondamente mutato.

“La Sperta e la Babba”, Caffèorchidea editore, è l’esordio letterario della palermitana Giovanna Di Marco, che racconta due donne, due opposti: Lucia, furba e spietata, Concetta socialista convinta.

Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto di isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, mischiato, cangiante, come nel più ibrido dei continenti. Vi è una Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode.
Gesualdo Bufalino, “Cento Sicilie”.

Come nasce questa storia?
«Dopo la morte di mia madre ho iniziato ad appuntare tutti i proverbi e le parole che le appartenevano per paura di dimenticarle.

Ne è venuto fuori un lessico enormemente familiare, da cui è spuntata una trama, così ho scoperto che c’era dell’altro, evidentemente: avevo bisogno di dire, di raccontare per mantenere la lingua, non lasciarla sfuggire».

L’idea è partita dal libro di Bufalino?
«Lo scrittore in realtà è arrivato dopo. Mentre scrivevo, è emerso un altro aspetto del mio passato che parlava un’altra lingua, nel senso stretto del termine. Mio padre apparteneva alla minoranza arbëresh, ovvero alla comunità albanese della Sicilia. Durante la scrittura della storia, mi sono resa conto che ognuno di noi è fatto di store diverse, composte da due entità diverse che si uniscono in noi. Bufalino è arrivato quando avevo bisogno di spiegare cosa fosse questo lavoro ed è emersa la possibilità che ci fossero due immagini differenti della stessa isola».

In cosa differiscono la Sicilia Babba e la Sicilia Sperta?
«La Babba va interpretata come ha fatto lo stesso Bufalino, la intercetta a livello geografico come la parte orientale dell’isola e dal mio punto di vista metafisico rappresenta i siciliani ingenui, un po’ stupidi, ma dai grandi ideali, sicuramente si identifica in quelli che hanno una percezione positiva della Sicilia; la Sperta, invece, è la Sicilia del malaffare, che si vuole arrangiare ed è sfacciata e capace di fare di tutto per arrivare al proprio scopo. Nella mia interpretazione la parte Babba crede ancora negli ideali, mentre la Sparta pensa che le idee siano solo passeggere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA