Niccolò Zancan, Antologia degli sconfitti tra disoccupati e nuovi poveri

Time is money, la fatica di chi lavora aumenta e i salari diminuiscono

Niccolò Zancan
Niccolò Zancan
di Giuseppe Montesano
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 07:27
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Da sempre penso che la scrittura sia lo strumento più evoluto che abbiamo per conoscere la realtà umana, ma a volte in questi ultimi tempi, nella scatenata orgia di opinioni della social-crazia digitale e nella fasullaggine degli scrittori da ipermercato, vacillo, e dubito: ma ecco che mi accade di imbattermi in Antologia degli sconfitti, un libro di Niccolò Zancan pubblicato da Einaudi, e posso ancora pensare che la scrittura sia la chiave che apre le porte della percezione.

In questo suo libro Zancan ci fa entrare, attraverso le parole dei protagonisti, in una cronaca urgente che riguarda la povertà assoluta e quella relativa, entrambe strette dentro la trappola della guerra tra poveri.

Zancan è inviato speciale di «La Stampa» e scrittore, e nell'introduzione al suo libro fa una asciutta e attenta analisi del fenomeno dell'impoverimento, e i racconti di vite di cui è fatto il libro sono tutti «detti» da persone reali, persone intervistate o conosciute indirettamente dall'autore: sono la cassiera trasferita dalla sera alla mattina a quattrocento chilometri da casa pena il licenziamento, gli addetti a una piscina che ha risucchiato un bambino russo perché a loro è stato ordinato di «fare presto» dato che time is money, la signora ottantenne impoveritasi che per la prima volta nella sua vita ha rubato un panino e due scatolette di tonno e molti altri, in una atmosfera in cui la fatica di chi lavora aumenta e i salari diminuiscono, le speranza ragionevoli sono sconfitte e rintocca su tutti il dato dei trentotto milioni di psicofarmaci venduti nel 2023.

Zancan, nell'introduzione, scrive: «Le conseguenze pratiche di tutto questo bisogna saperle vedere: ansia, attacchi di panico, acquisti a rate, debiti, usurai, pacchi di pasta alla mensa sociale, depressione, alcolismo, liti condominiali. Rancore. Frustrazione. I matrimoni saltano in aria. Anche fare l'amore diventa difficile, quando mancano i soldi».

E noi? Noi un po' sappiamo, poco, di queste cose, da televisioni e giornali, e forse abbiamo guardato i dati Eurostat dell'ottobre 2023 che parlano del 64% della popolazione che «fa fatica arrivare a fine mese»: eppure questi dati, e le cronache di suicidi, omicidi, miseria, solitudine non riescono a «toccarci», non capiamo che ci riguardano: e non ci «toccano» perché arrivano a noi candeggiati e scoloriti. 

E allora Zancan ha avuto l'idea di dar vita a una sorta di Antologia di Spoon River che fa parlare le persone reali, con la loro vita e il loro sangue, e ha inventato, per far parlare questi spettri che la vita la vivono come una morte, una forma che oscilla tra l'andare a capo della poesia vera e propria e la secca verità della cronaca, dando al suo libro un sottotitolo perfetto: Cronaca quasi poetica del presente. E quindi eccoli, la cassiera, il disoccupato, il cinquantenne licenziato, il cristo preso a botte senza motivo, il giovane impazzito, la ragazza stuprata per scommessa che ci vengono incontro, parlano con noi, vogliono spiegarsi, vogliono dire l'ingiustizia, la rabbia, l'amore, la tristezza: e la forma che ha guidato Zancan ci fa «toccare» la loro carne non più lontana, non più evirata di lacrime e emozioni, non più disidratata dalle statistiche ma fraterna, vicina, nostra simile. E qui non citerò nulla di queste prose-poesie: sarebbe far torto all'autore darne solo frammenti, perché proprio come nel libro di Masters, nell'Antologia degli sconfitti ogni racconto rafforza gli altri, si unisce e echeggia con loro in una polifonia che si fa narrativa nella maniera più essenziale. Le vite che Zancan racconta non sono rese «poetiche» a scapito della verità: non diventano estetizzanti come troppe foto falsamente artistiche di bambini o troppi servizi falsamente strappalacrime. Le persone a cui Zancan dà voce nella sua Antologia degli sconfitti diventano poetiche attraverso la verità: cioè attraverso il metodo che solo la letteratura può realizzare. E quanti romanzi fin troppo ben temperati sono oggi capaci, come fa questa Antologia degli sconfitti, di lasciar balenare la bellezza possibile del vivere come necessaria a tutti e non come droga per il consumo di pochi? In questi tempi di menzogna volontaria e involontaria il libro di Zancan è indispensabile come un romanzo vero: Antologia degli sconfitti dovrebbe diventare un vademecum per chi non vuole perdere quella speranza che, innamorata della vita e non arresa alla morte travestita da vita, guarda in faccia la realtà per tentare, almeno tentare, di esserne all'altezza. 

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