Otto storie di solidarietà femminile per l'antologia a cura di Massimiliano Baldassarri

Otto storie di solidarietà femminile per l'antologia a cura di Massimiliano Baldassarri
di Alessandra Farro
Giovedì 22 Settembre 2022, 19:09
3 Minuti di Lettura

Maristella Lippolis, Eleonora Molisani, Eva Martelli, Roberta Zimei, Loretta D’Orsogna, Valentina Di Cesare, Maura Chiulli e Patrizia Angelozzi: otto voci di donne abruzzesi nell’antologia curata da Massimiliano Baldassarri “Non siamo sole. Otto storie di solidarietà femminile” (Galaad edizioni) in ricordo di Stefania Spanó, ricercatrice e docente di Microbiologia all’università di Aberdeen in Scozia, prematuramente scomparsa nel settembre del 2019. In prefazione alla raccolta, il ricordo di Antonella Viola, docente di Immunologia all’università di Padova. Parte dei proventi delle vendite del libro finanzieranno la Borsa di Studio Stefania Spanó, bandita dal 2019 dalla Fasvo (Fondazione Abruzzese per le Scienze della Vita Onlus). La borsa, della durata di sei mesi, a cadenza annuale, è riservata a ricercatrici di origini abruzzesi e molisane, impegnate nel campo della biologia cellulare o della microbiologia molecolare.

Baldassarri, otto storie di donne curate da un uomo: perché?
«Stefania era mia moglie e il libro serve anche a finanziare la borsa di studio dedicata a lei e finalizzata a una giovane donna, come lei, che vuole fare un esperienza all’estero. Io e la fondazione abbiamo deciso di finanziare solamente una ricercatrice donna, perché siamo convinti che tutt’oggi bisogna fare qualcosa per incentivare l’accesso delle donne alla ricerca, come in molti altri settori».

Qual è il filo conduttore tra i racconti?
«Sono incentrate tutte sulla solidarietà femminile: donne che aiutano altre donne, ovviamente ogni storia è diversa dalle altre e ogni scrittrice ha il suo stile.

Stefania pensava che molto spesso nella ricerca, almeno in ambito scientifico, le donne che arrivano a un certo livello spesso tendono ad avere un atteggiamento maschile. Secondo noi bisognerebbe, invece, incentivare il cameratismo al femminile: le donne che si aiutano a vicenda. Le donne nella ricerca incontrano ostacoli maggiori da superare e sono sottoposte a sfide diverse rispetto agli uomini.  Secondo noi le donne dovrebbero capire meglio gli ostacoli che devono superare le altre donne per lo sviluppo della propria carriera e cercare di aiutarsi anziché sottostare a una mentalità maschile».

Tra queste otto storie, una che l’ha colpita di più?
«È difficile dirlo, sono talmente diverse: c’è la storia della prima scrittrice femminile, una biografia più o meno romanzata; c’è il racconto delle brigadiere abruzzesi. Ognuna vede il problema con un’ottica diversa, anche se, quando le ho lette, mi sono reso conto che tutte le storie parlano di donne forti, anche nelle loro debolezze. Si tratta di donne che riescono e che si impegnano per realizzare i propri sogni e le proprie ambizioni. Non c’è una storia che mi sia piaciuta meno delle altre».

Tributo a una ricercatrice scomparsa ma anche al coraggio femminile?
«In un certo senso sì, perché nel mondo attuale c’è un particolare bisogno per le donne di armarsi di extra coraggio per affrontare la vita quotidiana, anche se non dovrebbe essere richiesto. Le donne, però, non si lasciano affliggere e hanno il coraggio di affrontare le difficoltà e di superarle, spesso anche grazie all’aiuto di altre donne».

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