«Più libri più liberi», le novità alla fiera dell'editoria curata da Chiara Valerio

Domani, 6 dicembre, l'inaugurazione. Edizione dedicata a Giulia Giulia Cecchettin

Chiara Valerio
Chiara Valerio
Martedì 5 Dicembre 2023, 17:45 - Ultimo agg. 17:46
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Fumetti e graphic novel saranno sempre più protagonisti di "Più libri più liberi". Chiara Valerio, nuova curatrice e responsabile del programma della fiera della piccola e media editoria vuole dare spazio alla rappresentazione di «scritture non tutto piombo» e «mischiare il più possibile il programma, renderlo il meno classificabile per genere merceologico».

«Vorrei lavorare sui fumetti, sui graphic novel che per abitudine mettono davanti il non confortante, il non consolatorio. Io leggo tanti fumetti e penso che da questa forma di scrittura accettiamo delle cose che nella narrativa non vogliamo: cerchiamo il romanzo che consola mentre non cerchiamo il fumetto che consola» spiega Valerio alla vigilia dell'apertura della fiera, che sarà inaugurata domani, 6 dicembre, dal presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Federico Mollicone.

L'incontro che quest'anno da l'idea di questo percorso «è quello tra la fumettista Fumettibrutti e il rapper Rancore.

Da una parte parole e musica, dall'altra parole e figure. Poi ci sono gli amici della fiera, Gipi, Zerocalcare che vengono sempre. Spero l'anno prossimo di avere anche altri fumettisti e fumettiste» spiega la curatrice.

Scrittrice, laureata in matematica, originaria di Scauri, la 45enne Valerio ha intenzione di rappresentare sempre di più anche tutte quelle storie e racconti che vengono dal mondo della scienza. «Questo un po' per pallino perché io vengo da quelle parti lì, un po' perché le scienze cosiddette dure o esatte o anche le scienze sperimentali sono sempre state abituate alla non linearità del mondo. Inoltre, le scienze come il fumetto sono abituate a mettere davanti il non confortante. Lo dico come attitudine» racconta.

Oltre 600 appuntamenti in cinque giorni, fino al 10 dicembre, "Più libri più liberi" che Valerio ha voluto dedicare alla memoria di Giulia Cecchettin, «è una fiera che di suo sta nel cuore dei romani. Gli editori medi e piccoli che stanno in fiera non sono però tutti di Roma. Mi piacerebbe dunque incrementare un pò le presenze da fuori». A Valerio «piace anche l'idea di un programma non tanto diviso per generi: narrativa, saggistica, fumetto, non fumetto, canzone, ma un pochino più mischiato perché penso che chi legge non è che ha la classificazione merceologica dei libri nella testa. Quindi che somigli un pochino di più all'attitudine di chi legge». Tra gli ospiti internazionali «sono molto curiosa, di conoscere la brasiliana Eliane Brum con il suo libro abbastanza straordinario 'Amazzonia'. Viaggio al centro del mondò (Sellerio) e mi fa molta curiosità il nipote di Oscar Wilde, Merlin Holland, che presenterà il libro Essere figlio di Oscar Wilde (La Lepre), scritto dal padre Vyvyan Holland» dice la curatrice e sottolinea anche l'incontro con Luciano Canfora sulla guerra e gli schiavi nell'antichità «che ricasca sull'attualità, sulle guerre di oggi». «Leggere è un esercizio fisico alla libertà. Puoi decidere tu quanto dura la lettura di un libro e dove leggerlo e anche come, steso, in piedi, in metropolitana. Cosa che non succede con la musica e con i film» aggiunge la scrittrice che dedicherà, da quest'anno, la chiusura di Più libri più liberì a Michela Murgia. «Il grande lascito di Michela sono questi gruppi auto formati che si chiamano Purple Square (Piazze Viola). Sono una specie di gruppi di lettura che, non solo hanno archiviato su vari media tutte le dichiarazioni, gli scritti di Michela, ma che soprattutto leggono i suoi libri. Non sono solo in Italia, vengono da America, Francia. Si parlerà di Michela e la moda, Michela e i libri, la politica, la morte e il femminismo» racconta. Il numero di incontri in Fiera cresce ogni anno. Non sono troppi? «Non sono una fan della quantità ma l'editoria indipendente è più pulviscolare, i piccoli e medi editori sono tantissimi. Cerco di fare almeno un incontro per editore» dice. «Nell'editoria c'è ancora una linea di mediazione che è una forma di democrazia. Sei abituato a una immaginazione del futuro, a ciò che viene dopo. È un mestiere in cui stai vicino agli artisti e questo è sempre bello».

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