Mixed by Erry, Simona Frasca: «Il libro occasione di riscatto per i fratelli Frattasio»

L'autrice ha analizzato la loro storia da un punto di vista culturale: un'indagine accurata che fa luce su vari aspetti del fenomeno della pirateria

Simona Frasca, autrice del libro Mixed By Erry - la storia dei fratelli Frattasio
Simona Frasca, autrice del libro Mixed By Erry - la storia dei fratelli Frattasio
di Emma Onorato
Martedì 19 Settembre 2023, 19:00
10 Minuti di Lettura

Insegna etnomusicologia presso l'Università Federico II di Napoli, ha ricevuto il Premio dell'amicizia rotariana per essere riuscita - con la sua ultima pubblicazione - ad aver dato lustro alla città, ma è anche tra le finaliste del Premio Napoli Campania legge 2023, con menzione speciale nella sezione saggistica. Si tratta della musicologa e scrittrice Simona Frasca, autrice del libro Mixed By Erry - la storia dei Fratelli Frattasio.

Un volume che ha riscosso un grande successo mediatico, tanto da ispirare anche l'uscita al cinema dell'omonimo film (da qualche mese visibile anche su Netflix). Una storia che torna sotto i riflettori dopo più di 20 anni di penombra, e che lo fa - stavolta - sotto una nuova luce. Così inizia l'intervista di Simona che, grazie all'ospitalità del Circolo Rari Nantes, racconta ai microfoni del Mattino la sua lunga indagine sulla vicenda dei tre fratelli del noto quartiere di Forcella: Enrico, Peppe ed Angelo

Come è nata l'idea di interessarsi alla storia dei Frattasio?
«Nasce molti anni fa - spiega l'autrice - Avevo cominciato a lavorare su questa storia nel 2016. Ma in realtà è stata un'idea partorita dalla casa editrice. Per una casualità, Guglielmo - uno dei due soci - incontrò Enrico in un bar e, mentre gli parlava, uscì fuori che era proprio Enrico di Mixed By Erry. Così da quel momento in poi è cominciato questo lento, ma costante e progressivo, avvicinamento alla famiglia Frattasio». 

Come noto, Mix by Erry è un marchio - legato al fenomeno della pirateria - portato avanti dai tre fratelli Frattasio più il padre, Pasquale. «Quindi è una storia che per me è iniziata davvero tanto tempo fa, e questo mi ha consentito di entrare lentamente nella vicenda di questa famiglia. Un caso che era stato consegnato - quasi completamente - ai ricordi orali». Continua a spiegare Simona: «Quando ho iniziato a lavorarci su, ho messo insieme varie fonti - perlopiù giornalistiche - e in realtà queste fonti erano poche: soprattutto di cronaca giudiziaria». Poi chiosa: «Questo perché, come è noto, la storia dei Frattasio è una storia epica, sì, per certi versi anche affascinante, ma certamente una storia di delinquenza giovanile che, seppur rivolta alla produzione e diffusione di musica, è pur sempre un caso che - nel 1997 - finisce in tribunale».

Il suo è stato un lento e progressivo avvicinamento alla famiglia di Forcella, e - da come racconta - c'era un primario bisogno di costruire un rapporto di reciproca fiducia. «Sia dei Fratelli nei miei confronti, ma anche la mia nei loro confronti. E devo dire che tale avvicinamento è stato dettato anche da un canale comunicativo che si è acceso abbastanza velocemente. Ovvero solo nel giro di qualche mese». 

Pregiudizi nei loro confronti ne aveva? Con che tipo di approccio è partita?
«Ho cercato di essere quanto più obiettiva possibile. Dico cercando perché non è semplice. Ovviamente mi sono avvicinata a una storia di persone che sono state in carcere, e quindi il pregiudizio sociale si avverte, è una cosa che senti, ma è pur vero che quando il tuo obiettivo è raccontare una storia, devi assolutamente disfarti di qualsiasi lettura personale e, naturalmente, di pregiudizi». Poi specifica: «Nel mio caso lo sforzo è stato quello di costruire un rapporto che andasse al di là di qualsiasi pregiudizio nei confronti di persone che erano state in carcere. Questa, forse, è stata la mia difficoltà. Ma come detto in precedenza, nel giro di pochi mesi - ovvero abbastanza rapidamente considerando la diversità reciproca - si è creato un canale comunicativo molto aperto». Da come ci riferisce, i Frattasio sono molto consapevoli di quello che hanno fatto: «Sono assolutamente consapevoli di aver compiuto un reato. Su questo non c'è alcun dubbio. E loro non smettono mai di ricordare e di sottolineare questa cosa».

Hanno pagato tutto quello che c'era da scontare: prima il tribunale, poi il carcere e i sequestri.
«Ma la loro grande consapevolezza, devo dire, che è stato questo l'elemento che ha scatenato - da parte mia - un’affezione nei confronti di questa storia». Poi sottolinea: «Perché devi affezionarti a storie così, senza ovviamente cadere nel pericolo di legarti troppo, e di rischiare di avere uno sguardo laterale rispetto a certe cose. Però ho provato un'affezione a questa storia e sopratutto al loro sguardo, o meglio: il loro modo di guardare e di leggere la vicenda. Una vicenda profondamente drammatica».

Una storia che finisce in carcere.
«E non solo finisce in carcere, ma il suo epilogo è legato a un fortissimo giudizio morale collettivo.

Un tipo di giudizio che loro hanno provato a scrollarsi di dosso soltanto di recente. Fino a poco tempo fa - i fratelli Frattasio - non si presentavano nemmeno con il proprio cognome: usavano quello delle mogli». Poi aggiunge: «Anche nel quartiere natale - successivamente al loro arresto - si sono verificate situazioni molto complicate. Determinati aspetti hanno attirato l'attenzione di tante altre realtà di Forcella. Un quartiere profondamente complicato, dove le connessioni con la malavita - durante quegli anni - erano molto profonde. Per cui tutto questo non poteva non riflettersi nella percezione morale che si aveva di questi fratelli». 

Nel libro racconta bene come il marchio Mixed by Erry abbia dato accesso alla musica in modo globale (ma partendo dal basso). Lo definirebbe una sorta di Robin Hood della musica?
«La metafora della pirateria rende molto bene l'idea di questi giovanissimi ragazzi. Il marchio nasce ufficialmente nel 1981, ma in realtà la loro attività è cominciata molti anni prima, quando erano ancora minorenni (avevano circa 16-17 anni). E naturalmente tutti questi elementi contribuiscono a dare l'dea del pirata, di questa figura che, un po' come Robin Hood, dà a chi - in questo caso - non si può permettere l'accesso alla musica. Questa è una traccia interessate con cui leggere la vicenda dei fratelli, ed è stata, in effetti, una traccia molto presente nel libro».

 

Frasca non si è occupata di raccontare la cronaca giudiziaria di questo fenomeno, anche perché non rientra nel suo ambito professionale. «Ma al netto della vicenda giudiziaria che, ripeto, è una vicenda totalmente chiusa, resta il racconto di questa storia in termini culturali. Ovvero: cosa ci ha lasciato culturalmente la vicenda dei fratelli Frattasio? Innanzitutto ci ha lasciato questa sorta di impresa partorita in modo spontaneo da questi ragazzi che hanno iniziato a produrre una grandissima quantità di musicassette. Sono arrivati a vendere circa 40 mila cassette al giorno, una cifra che corrispondeva a un'elevatissima quantità di soldi».

Poi l'autrice del libro ricorda che in realtà il mercato di Mixed by Erry riguardava tutto il Sud Italia - in particolare la Sicilia - ma anche la Riviera Romagnola. Dettagli che ha inserito all'interno della sua pubblicazione (una pubblicazione ricca di testimonianze). Così la scrittrice aggiunge: «Inoltre, attraverso il canale degli immigranti, molte di queste cassette arrivavano fino in Belgio, Olanda e Stati Uniti. Questo particolare aspetto, racconta anche della storia del nostro Paese, ovvero di come attraverso la traccia delle musicassette pirata, si possono leggere anche i movimenti del Sud Italia, e in particolare di chi  era alla ricerca di un benessere e di una situazione migliore rispetto a quella che poteva offrire la città di origine (che in questo caso specifico sarebbe a Napoli). Quindi questa lettura racconta un'ulteriore aspetto della nostra città e dell'Italia».

Quindi Simona, con il suo volume, ha fatto un'analisi del fenomeno della pirateria, sì, ma cerando di aprire nuovi punti di vista sulla storia dei Frattasio. Hai dato una visione ampia dal punto di vista culturale. «Devo dire che seguendo questa traccia del lascito culturale della vicenda di Mixed by Erry, in realtà poi ti trovi davanti un fenomeno che non è un fenomeno prettamente locale. O meglio: non sono d'accordo nel leggere questa storia come un qualcosa di pittoresco o caratteristico di questa città e della Campania. In realtà è una storia molto più ampia, che si va a relazionare con aspetti dell'industria musicale e culturale che abbracciano tutto il mondo. Perché - ricordiamo - che la pirateria è un fenomeno che ha riguardato molti Paesi, quelli che un tempo venivano definiti in via di sviluppo. E quindi questa cassetta era un bene che ti consentiva di vivere. Perché in fondo la storia dei Frattasio, era sì una storia legata alla musica e all'industria musicale e culturale, ma è anche - e sopratutto - una storia legata al lavoro. Alla mancanza del lavoro, e al modo in cui si deve creare. Per cui se si analizza la vicenda da questo punto di vista, ti rendi conto come queste dinamiche di produzione di distribuzione delle musicasse pirata, in realtà, sono dinamiche che si verificano in maniera, fortemente più ampia, in India, Brasile, in Africa subsahariana».

C'è una parte del libro dove racconta come i Frattasio abbiano, infatti, provato ad ampliare il loro mercato in altri Paesi, come la Cina. Qui Peppe (quello che più di altri aveva il ruolo d'imprenditore all'interno famiglia) trovò il modo di produrre i Cd. E fu proprio con l'introduzione dei compact disc che iniziò l'epilogo della loro attività. «Da quel momento iniziò a finire tutto perché la questione della pirateria musicale è un fenomeno che non nasce separatamente, e al di fuori dell'industria discografica, ma è qualcosa con la quale tale industria fa i conti e negozia di continuo. Quindi ritengo che questo aspetto della produzione delle cassette pirata, sia un aspetto anche relativamente funzionale a certe dinamiche industriali. Quando però arrivò il momento di lanciare il cd, per le grandi case discografiche non era più possibile consentire a dei giovani - i fratelli Frattasio - di poter produrre dei cd audio e venderli sottocosto. Ed è questo il motivo per cui le grandi case discografiche americane incominciarono a scalpitare e sopratutto a compulsare i governi (tra cui quello italiano). C'era bisogno di intervenire con delle leggi appropriate». Così da un reato di carattere amministrativo si passò a quello penale. E infatti, i fratelli Frattasio, furono i primi ad essere arrestati - nel 1997 - quando la legge era ancora giovanissima. «Quindi questo ci consente di analizzare la storia dei fratelli di Forcella, non semplicemente come una storia prettamente napoletana, o campana, ma ci consente di collocare questa storia in un ambito ben più ampio». Ed è questa la lettura - contestualizzata - che l'autrice del libro reputa come la più appropriata da raccontare. 

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Cosa pensa del film che prende ispirazione dal suo libro?
«Mi sembra che traduca la loro storia in modo molto divertente e che, molto liberamente, traduce alcuni aspetti legati a questo fenomeno». «Ho guardato il film più di una volta, non sono mai intervenuta nella sceneggiatura, ma devo sottolineare che ci sono molti aspetti che avrei immaginato diversamente. Ma dopotutto ognuno ha la sua sensibilità e probabilmente un regista come Sidney Sibilia, che è molto vicino alla commedia, ha scelto interpretare così questa storia. Una visione del tutto lecita. In fondo il cinema trasforma spesso le storie, e in questo caso direi che la maniera con cui è stata modificata è davvero efficace».

Crede che il suo libro sia stato importante per i fratelli Frattasio? Rappresenta una sorta di riscatto?
«Sicuramente lo è stato. E sono contenta di questo - continua Simona - Questo è il potere della scrittura. Per cui sicuramente c'è stata una forma di riscatto, e loro sono ben consapevoli di questo. Tra l'altro ora hanno registrato il marchio “Mixed by Erry” e fanno anche serate con questo brand. Ma la cosa più importante è che sono estremamente consapevoli del reato che hanno compiuto (del quale hanno pagato le conseguenze) - continua Frasca - Ora hanno avuto il modo di spiegare i contorni di questa vicenda, e di farlo in modo lineare: una maniera che soltanto la scrittura ti consente di fare».

Dopo il grande successo dato dalla pubblicazione del tuo libro, quali sono i progetti su cui stai lavorando? In cantiere ci sono nuove storie da raccontare? 
«Al momento sto riflettendo su altre storie che questa città può offrire. Napoli racchiude un enorme patrimonio legato alle storie, e soprattutto a quelle legate alla musica. Se c'è un aspetto specifico che ci caratterizza ancora molto, è la capacità della nostra città di trasfigurarsi attraverso la musica e attraverso il teatro musicale. Quindi ad oggi le mie considerazioni ruotano attorno a questo tema e anche intorno al mondo femminile». Quest'ultima, in particolare, è una riflessione che è nata proprio con la storia dei Frattasio, dove emerge una forte contrapposizione tra uomini e donne. «Perché ricordiamo che è una storia in apparenza totalmente maschile, parliamo di quattro fratelli e di un papà. Invece le figure femminili sono presenti ma sono figure solo di contorno. Quindi probabilmente la mia riflessione avverrà su questo doppio canale», conclude la scrittrice napoletana.

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