Premio Serao a Melania Mazzucco: la cerimonia il 5 ottobre al Palazzo Reale di Napoli

La premiazione nell'ambito della giornata inaugurale di «Campania libri festival»

Melania Mazzucco
Melania Mazzucco
di Titti Marrone
Lunedì 18 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19 Settembre, 07:28
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Narrazioni epiche e remote memorie familiari, potenti affreschi storici e vividissime ricostruzioni d'ambiente, sontuose figure di donne e intense visioni ispirate dalla grande arte figurativa: è davvero ricchissimo il carnet delle suggestioni letterarie di Melania Mazzucco, vincitrice dell'edizione 2023 del Premio intitolato a Matilde Serao, organizzato da «Il Mattino». Le sarà consegnato il 5 ottobre, nel teatrino di corte del palazzo reale di Napoli, nell'ambito della giornata inaugurale di «Campania libri festival», diretto da Massimo Adinolfi.

Ed è quanto mai pertinente l'accostamento alla fondatrice del quotidiano della scrittrice romana, che nel romanzo Vita (Einaudi) premiato con lo Strega nel 2003 s'ispirò alla storia del nonno paterno emigrato in Usa da Tufo di Minturno.

Le unisce il filo comune di pagine che, in modo diverso, regalano il respiro della vita vera. E le avvicina l'assoluta versatilità, collegata alla capacità di utilizzare, ciascuna nel proprio tempo, linguaggi espressivi, generi e media quanto mai differenti.

Melania Mazzucco è infatti autrice anche di radiodrammi, saggi, traduzioni, opere teatrali, docufilm, padroneggiando una mirabile ibridazione di linguaggi. Da ragazza ha seguito il doppio binario degli studi di Letteratura moderna e contemporanea e della frequentazione del Centro sperimentale di cinematografia, riversando nella sua scrittura entrambi gli ambiti. Ma è nella stesura dei romanzi che giganteggia nel panorama letterario contemporaneo, con opere che costeggiano memorie e leggende, fondendo immaginazione e documentazione accuratissima. E se il romanzo d'esordio del 1996, Il bacio della Medusa (Rizzoli) disegna due potenti personaggi femminili nella soffocante borghesia della Torino nel primo 900, per il successivo, La camera di Baltus (Einaudi 1998) la sollecitazione viene dagli affreschi dipinti da un pittore del XV secolo tra i quali alloggerà un ufficiale napoleonico dalla fisionomia stendhaliana. Come nel precedente romanzo, con un originalissimo processo di ecfrasi anche qui le immagini si animano uscendo dalla pagina, ed è decisamente onirica la visione dell'affresco della stanza che si sbriciola dalle pareti, da cui le sue figure si staccano vivendo di vita propria.

Con Lei così amata del 2000 (Einaudi), romanzo documentario sulla vita di Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, reporter e fotografa svizzera, Mazzucco vince, tra gli altri, il Superpremio Vittorini e il premio Napoli per la narrativa. Cinque anni dopo esce Un giorno perfetto (Rizzoli), racconto corale ambientato nella Roma contemporanea da cui è stato tratto il film di Ozpetek dallo stesso titolo. La sua passione per l'arte e i grandi pittori del passato è una costante assoluta della sua opera, e risalta nel romanzo einaudiano del 2008 La lunga attesa dell'angelo così come nella biografia Jacomo Tintoretto & i suoi figli, per la quale nel 2010 si aggiudica il premio intitolato a Benedetto Croce. Al pittore, Mazzucco dedicherà più tardi anche un bellissimo docufilm trasmesso su Sky, «Tintoretto, un ribelle a Venezia». Dove la traiettoria politicamente scorretta dell'artista è accostata a quella di una rockstar, quasi fosse una sorta di David Bowie del XVI secolo. 

Ancora attraversato da suggestioni di arti figurative è l'ultimo imponente romanzo storico di Melania Mazzucco, il suo capolavoro, L'architettrice (Einaudi 2019), vincitrice tra gli altri premi dell'Alassio Cento Libri. Vi si ritrae una Roma insieme epica e puzzolente, sapiente e ignorante, un po' «burina», un po' fatata, sempre pulsante come materia viva. La città viene ritratta in trasformazione, nel 600, con le botteghe dei pittori, le cupole abbattute e ricostruite, i progetti del Bernini. Tutti personaggi autentici della Roma papalina, tra i quali giganteggia la figura di Plautilla, prima visionaria architettrice dell'età moderna. Fanciulla geniale a lungo ignorata cui il padre impone il destino della verginità, viene restituita alla sua grandezza dopo un'accuratissima ricerca documentaria dell'autrice che ha saputo procedere a partire da pochi indizi, arricchiti dal suo potente talento immaginativo. Plautilla disegnerà e realizzerà per Elpidio Benedetti sul colle del Gianicolo Il Vascello, simbolo di un cambiamento epocale non solo nella storia dell'architettura. Il racconto procede con il timbro insolito di un romanzo picaresco modellato da una voce di donna, lo stile letterario è ricalcato sul luogo-Vascello e sul luogo-Roma, di cui si narrano fasti, intrighi, splendori e miserie. E certo se donna Matilde avesse potuto leggerlo, con la sua sensibilità espressiva mostrata nello scrivere di Napoli avrebbe apprezzato l'ambientazione in una Roma ritratta in modo tanto vivido e palpitante. Allo stesso modo nel personaggio di Plautilla avrebbe colto assonanze e stimoli, forse perfino una vicinanza di sguardo, rimanendone sedotta. 

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