Premio Serao 2023 a Melania Mazzucco: «Ma donna Matilde meriterebbe molto di più»

Talk show tutto al femminile con Teresa Saponangelo e Marisa Laurito

Melania Mazzucco tra il presidente Massimiliano Capece Minutolo e il direttore Francesco de Core
Melania Mazzucco tra il presidente Massimiliano Capece Minutolo e il direttore Francesco de Core
Maria Pirrodi Maria Pirro
Venerdì 6 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 07:40
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Scrittrice prolifica e poliedrica, capace di indagare la realtà con raffinata curiosità, partendo da racconti familiari come da personaggi storici misconosciuti, attenta alle voci più disparate che però rivelano l'essenza e le aspirazioni dell'esistere come un nucleo inossidabile, Melania Gaia Mazzucco è dai suoi esordi una protagonista della scena culturale italiano. Da Vita a L'architettrice, da Un giorno perfetto a Self Portrait, viaggiando dal Seicento all'età contemporanea. «Come Matilde Serao, ha saputo e continua a raccontare il mondo, stando al mondo». Ed è per questo che «Il Mattino» le consegna il premio dedicato alla cofondatrice del giornale. Lo fa con una cerimonia al femminile, che porta sul palco per veloci quanto vivaci talk show attrici come Teresa Saponangelo e Marisa Laurito, che si alternano con la storica della letteratura Emma Giammattei e la cantante Simona Molinari, nel teatro di corte di Palazzo Reale a Napoli. L'iniziativa è organizzata nell'ambito del Campania libri festival con il direttore artistico Massimo Adinolfi che condivide la speranza che «questa festa, diventata ricorrenza», «possa aiutare la città».

Alla fine, Mazzucco stringe tra le mani una creazione di Mimmo Paladino e sorride per la foto tra il direttore del giornale, Francesco de Core, il presidente Massimiliano Capece Minutolo e la narratrice Titti Marrone.

Lei è la sesta vincitrice, dopo Jhumpa Lahiri, passando per Azar Nafisi e Dacia Maraini, in un'iniziativa che dimostra «l'attenzione dell'editore al territorio», dando voce a una città complessa già 131 anni fa, ai tempi dell'autrice di Il ventre di Napoli. Il suo capolavoro, ma anche gli altri suoi testi, non si trovano però in un'unica raccolta e nemmeno facilmente in libreria: «Tutte le sue pubblicazioni sono disperse, non esiste una edizione critica delle sue opere o un Meridiano su di lei», fa notare la Mazzucco, che propone di dedicarle un «grandissimo film» o una serie. «Dovrebbe essere al centro dell'immaginario novecentesco per tutto quello che ha fatto», «in un Paese degno». Non a caso ne ricorda l'origine: come Annie Vivanti, «anche lei figlia di un esule», e spiega: «Penso che Matilde Serao abbia fatto tutto quello che ha fatto anche perché ha ricevuto una educazione di un certo tipo», che l'ha resa «una donna libera» prima che una «scrittrice dal vero».

Per Mazzucco, il suo fascino è legato pure alla figura del padre, morto troppo presto. E le similitudini tra le due biografie e le riflessioni su passato e presente sono intervallate dalle letture di brani dell'una e dell'altra affidati all'attrice Angela Bertamino.

Teresa Saponangelo è invece tra le intervistate e parla di «Sara», volto della serie che ha appena finito di girare, tratto dalla nuova saga di Maurizio de Giovanni (presente in sala, tre poltrone dietro il sindaco Gaetano Manfredi). «È un personaggio tormentato, con luci e ombre, che porta sulle spalle tante questioni irrisolte», dice, senza nascondere la fatica sostenuta per arrivare al successo. «Ci è voluta la mano di Dio», aggiunge ironica, parafrasando il titolo del film di Paolo Sorrentino, e della sua svolta, e condividendo un dettaglio tutto da ridere: «In strada mi chiedono sempre della signora Gentile, di salutarla, come se abitassimo insieme...». Simona Molinari, orgogliosamente nata alla Pignasecca 40 anni fa ma cresciuta lontano da Napoli, racconta che il suo ultimo progetto discografico, e di teatro-canzone, unisce Diego Armando Maradona e Mercedes Sosa: «È anche un tentativo di riscoprire le mie radici».

 

Nel suo intervento, Emma Giammattei, professore emerito di Letteratura italiana al Suor Orsola Benincasa, rimarca il ruolo di donna Matilde in tanti ambiti, «anche come imprenditrice», e sostenendo un progetto interclassista e alcuni temi, tra cui la comunità femminile. «In quegli anni il giornalismo non ostacola, anzi nutre la letteratura, e viceversa. Eppure, la Serao alla fine della sua vita afferma che il grande romanzo di Napoli ancora avrebbe dovuto essere scritto: io dico che quel grande romanzo è Napoli stessa». La città di Giògiò e delle baby-gang, della grande bellezza e delle orribili tragedie. Sospira Marisa Laurito: «Ci sono tanti giovani straordinari, ma anche tanti altri purtroppo sbandati, che dobbiamo tirare dalla nostra parte: con la cultura e non abbassando l'età per mandarli in galera, come ho detto proprio ieri anche al padre di Giovanbattista Cutolo, che mi aveva chiesto di registrare un video». Poi la direttrice artistica del teatro Trianon, diventato presidio di battaglie sociali, contro la camorra o in favore delle donne iraniane, descrive l'«anima di Napoli», e promette presto iniziative concordate con la famiglia in memoria di Luciano de Crescenzo, anche lui ricordato ancora troppo poco. Applausi.

La colonna sonora è affida a Eugenio Bennato, che celebra, con le Quattro Giornate di Napoli e il «Canto allo scugnizzo», e il coraggio di Michelina Di Cesare, bringantessa per amore. Il prossimo appuntamento con il premio Serao, organizzato da «Il Mattino», è già fissato per il 2024. 

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