La Campania del libri? Piccoli editori crescono

Dal Salone alla Stazione Marittima arriva una mappa della microeditoria

Uno stand a Napoli Città Libro
Uno stand a Napoli Città Libro
di Giovanni Chianelli
Domenica 16 Aprile 2023, 10:17
4 Minuti di Lettura

«Stiamo apprezzando "NapoliCittàLibro", guarda molto alla microeditoria e ha un'attenzione non comune alle realtà locali», dice Maura Ciociano. Parla in rappresentanza di Edizioni dell'Ippogrifo, una delle tante case editrici campane presenti al salone la cui quarta stagione oggi chiude i battenti. La forza della manifestazione sono gli editori regionali, ben 40 sui 68 presenti, soprattutto partenopei e salernitani: rappresentano un comparto che al 2022 risulta essere composto da 117 marchi. Parlano di quel «salone autarchico» che hanno rivendicato i due fondatori della fiera, Rosario Bianco (Rogiosi editore) e Alessandro Polidoro (Polidoro editore), e forse potrebbe essere questa l'identità da tempo cercata: una manifestazione prevalentemente territoriale e rivolta alla filiera corta.

La vicenda della piccola editoria è una battaglia di resistenza, di veri e propri presidi in posti senza quasi più lettori, scelte fatte su misura e numeri bassi.

Edizioni dell'Ippogrifo è incentrata su due zone, l'agro nocerino-sarnese (ha sede a Sarno) e il Cilento: «Il nostro cavallo alato vola tra terre che solo sulla carta sono nella stessa provincia, in realtà sono posti molto diversi», continua la Ciociano. I volumi di storia locale, enogastronomia, poesia e narrativa storica sono prevalentemente riferiti ai due luoghi; vengono stampati una decina di titoli l'anno per un migliaio di copie vendute. Anche D'Amico editore, di Nocera Superiore, è specializzata in storiografia e letteratura regionale, mentre le Edizioni Melagrana di San Felice a Cancello (Ce) puntano alla «creazione di un mondo migliore»: nell'ultimo anno hanno stampato 15 titoli con nomi tra narrativa e poesia per 500 copie vendute. Edizioni Primavera ha sede a Cervinara, in Irpinia, si occupa di albi illustrati e narrativa per bambini (10 nell'ultimo anno). È nata da pochissimo Mar dei Sargassi a Portici: finora solo 7 i libri pubblicati, per una casa che si interroga «sull'essere etichettati sulla base della differenza di genere» come si legge sul sito.

In alcuni casi anche in città le cose non vanno diversamente: a Portalba, il vecchio regno dell'editoria nel cuore di Napoli, c'è un libraio editore, Pasquale Langella. I numeri sono bassi 15 titoli per 800 copie pur avendo il vantaggio della centralità e stampando libri come Un mondo diverso di Hans Christian Andersen, i diari di viaggio che il celebre scrittore danese di fiabe scrisse da Napoli, tradotti per la prima volta in italiano, e Bozzetti napoletani della svedese Anne Charlotte Leffler: «Ho scovato queste rarità scritte da grandi autori e le ho fatte tradurre», dice. E sul suo mestiere aggiunge: «Mi piaceva l'idea di recuperare la figura del libraio editore, quelli che una volta, nella Napoli tra 800 e 900, fecero la fortuna del settore in città».

Video

oi ci sono i marchi più affermati, che pure possono essere sostenuti da scelte con esiti alterni. Nelle ultime due edizioni del premio Strega una casa editrice come Woytek, di Pomigliano, è riuscita a far andare fino alle semifinali ben 3 titoli, come non accadeva da anni alle case editrici campane, eppure ne produce 10 l'anno e vende tra le 500 e le 1000 copie. Edizioni San Gennaro invece nel 2022 ha stampato 10 titoli e ha venduto 11.500 copie. Marotta & Cafiero ha sede a Scampia ed è sostenuta dall'appeal mediatico sintetizzato nel claim «spacciatori di libri», pubblica 20 libri l'anno con il marchio principale e 50 con Coppola editore, per mezzo milione di euro di giro di affari. Homo Scrivens ha optato da tempo per la quantità: 38 titoli per una media di 250 copie l'uno fanno quasi 10.000 l'anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA