Giovanni Covone, Altre terre: «Napoli meta ideale per gli extraterrestri»

«Sono convinto che da qualche parte nell'universo un'altra civiltà non può non esistere»

Giovanni Covone
Giovanni Covone
di Ugo Cundari
Sabato 15 Aprile 2023, 15:00 - Ultimo agg. 16 Aprile, 09:35
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Scienziato noto per aver scoperto quattro anni fa, nell'ambito di una ricerca internazionale della Nasa, un pianeta simile alla Terra, l'astrofisico napoletano Giovanni Covone ha appena pubblicato il saggio Altre terre (Harper & Collins, pagine 336, euro 18,50) nel quale spinge più in là le sue riflessioni e approfondisce la possibilità della vita extraterrestre.

Le sue ricerche hanno portato alla scoperta di altre forme di vita nell'universo?
«Prendiamo come presupposto che cerchiamo forme di vita come quelle presenti sul nostro pianeta, e dunque pianeti come la Terra.

Da questa premessa discende che l'acqua allo stato liquido è fondamentale per tutti gli organismi viventi così come sono ingredienti essenziali per la vita elementi chimici come carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, fosforo. In assenza di queste condizioni la vita potrebbe aver trovato soluzioni alternative ma di queste non ce ne occupiamo».

Fatta questa premessa?
«Sono convinto che da qualche parte nell'universo un'altra civiltà non può non esistere. La mia è una fede scientifica, difficile da spiegare».

Perché ne è convinto?
«Mi baso sul calcolo delle probabilità, sul numero di stelle presenti nella nostra galassia e di quante siano simili al Sole. Pianeti simili alla Terra sono rari, qualche centinaio su alcuni miliardi, ma esistono, d'altra parte ne abbiamo di recente trovato uno, che abbiamo battezzato TOI-700d».

E magari è anche abitato.
«Non lo sappiamo ma la mia fede scientifica mi porta a credere che da qualche parte nella nostragalassia specie intelligenti come la nostra esistono anche se sono così lontane da noi che risulta impossibile comunicare con loro. Per ora limitiamoci a cercare pianeti come il nostro, e un giorno una risposta sulla vita extraterrestre la troveremo».

Un giorno lontanissimo?
«Non tanto, perché tra pochi anni gli astronomi avranno a disposizione un telescopio dell'Agenzia spaziale europea che ha come unico obiettivo quello di scovare pianeti simili alla Terra che girano intorno a stelle simili al Sole. Nel giro di una decina di anni abbiamo buone possibilità di trovare tanti pianeti simili al nostro, e dunque molte più possibilità di altre forme di vita».

Insomma, gli extraterrestri prima o poi non saranno più solo argomento di fantascienza.
«Presto sapremo dove guardare per avere buone possibilità di venire in contatto con loro. La comunità scientifica prende molto sul serio la ricerca della vita nello spazio tanto che esiste una disciplina, insegnata anche a Napoli, che è Biologia degli ambienti estremi».

Nessuno ha mai captato un segnale spaziale?
«A volte abbiamo avuto dubbi, ci siamo chiesti se quel segnale potesse essere interpretato come un “ciao come state” di una civiltà aliena, ma poi ci siamo sempre ricreduti e quei dubbi si sono rivelati falsi allarmi».

E se gli alieni, come sostengono anche alcuni scienziati, fossero venuti sulla Terra migliaia di anni fa lasciando tracce?
«Lo escludo, ormai del nostro pianeta conosciamo ogni angolo, tranne qualche ghiacciaio e fondale oceanico, e non abbiamo mai trovato niente. È vero che esistono alcuni misteri archeologici ma nessuno legato a visite aliene. Discorso opposto per l'universo».

Perché?
«Nella nostra Galassia ci sono cento miliardi di stelle e mille miliardi di pianeti dei quali noi ne abbiamo scoperti cinquemila. Nell'universo esistono altre centinaia di miliardi di galassie a noi totalmente ignote».

Se un giorno arrivassero gli alieni, lei dove consiglierebbe di portarli?
«Al centro storico di Napoli».

Ovviamente.
«Non per campanilismo ma perché si troverebbero davanti agli occhi una sintesi perfetta della storia dell'umanità. Napoli è l'unica città antica ancora viva. Dal punto di vista storico, sul nostro pianeta gli alieni siamo noi napoletani». 

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