Henri Chopin e l’utopia della poesia audio-visiva

A Casa Morra una mostra e una tre giorni dedicata al pioniere di «audiopoemi» e «dattilopoemi»

Henri Chopin
Henri Chopin
di Giovanni Chianelli
Venerdì 5 Aprile 2024, 07:37
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«Osservo le stupefacenti immagini di tutte le forme calligrafiche, in cui la mano, pronta a seguire o a cristallizzare “volumi” di oggetti e di pensieri, ha tracciato quei segni alfabetici che hanno costruito l’incontenibile soddisfazione dello scheletro della parola». Sono le parole con cui Henri Chopin descriveva la sua ricerca: nato a Parigi nel 1922, scomparso a Londra nel 2008, interprete dei movimenti di avanguardia di metà secolo scorso, fu tra i pionieri di quella forma d’arte che va sotto il nome di «poesia sonora», secondo cui manipolava e distorceva suoni e voci per poi riversarli sul magnetofono. Ai cosiddetti «audiopoemi» affiancò, poi, i «dattilopoemi», esercizi tipografici di esplorazione della forma grafica della parola.

La sua poliedrica creatività è al centro dell’omaggio, intitolato «Visiva utopia», in programma da martedì 9 aprile al 31 dello stesso mese a Casa Morra, fedele alla missione degli archivi d’arte contemporanea. L’iniziativa è ideata da fondazione Donnaregina e fondazione Morra nell’ambito del progetto «Mille anni» (dedicato alla memoria di Nanni Balestrini): curata da Giovanni Fontana, Giuseppe Morra e Patrizio Peterlini, propone un’ampia esposizione di opere di Chopin della galleria napoletana (che possiede la più importante collezione al mondo dell'artista), più affiche, fotografie, lettere e scritti preparatori per testi e concerti, nastri magnetici, dischi e audiocassette.

E i lavori di altri esponenti delle neoavanguardie: Paul de Vree e Bernard Heidsieck, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Arrigo Lora Totino, Ugo Carrega, Stelio Maria Martini, Luigi Tola, Rodolfo Vitone, Michele Perfetti, Luciano Caruso.

Inoltre è stata organizzata una tre giorni sull’artista e i movimenti cui prese parte, da martedì a giovedì, con incontri e momenti performativi: il primo giorno interverranno Angela Tecce, presidente della fondazione Donnaregina ed Eva Elisa Fabbris, direttrice del museo Madre, e concluderà una performance di Fontana; il giorno dopo si parlerà dell’archivio di Chopin, che si trova a Casa Morra (Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona, salita San Raffaele), con Domenico Mennillo, il compositore Domenico Napolitano e la docente universitaria Barbara Meazzi, accompagnati da una performance del duo Acchiappashpirt (composto da Jonida Prifti e Stefano Di Trapani) e dalla «Liturgie du souffle» di Girolamo De Simone. Infine, l’11, un incontro sull’«attuale utopia» di Chopin ed il concerto «La voce in situazione» di Fontana e del pianista Umberto Petrin.

«Le esperienze della poesia sonora appartengono a diversi decenni fa e sono ampiamente storicizzate. Ma trovano oggi una nuova attualità: se prima gli artisti potevano avvalersi quasi solo del magnetofono adesso molti giovani, aiutati dai potenti software e le loro infinite soluzioni, si riavvicinano a questi generi», dice Fontana.

La collaborazione tra la fondazione Morra e Chopin si consolidò negli anni ’80 con varie produzioni, dal sostegno all’artista nelle ricerche nelle partiture verbo-visive alla pubblicazione delle sue opere in traduzione italiana, L’ultimo romanzo del mondo, La Conferenza di Yalta, Il gambero cosmografico e Il granchiolino innamorato. Un sodalizio che Giuseppe Morra così commenta: «La nostra fu un’amicizia, oltre che una collaborazione culturale. Le sue intuizioni legate alla letteratura totale furono illuminanti, frutto di una personalità aperta, curiosa, priva di steccati artistici ed ideologici». Per Mennillo «la possibilità di lavorare a un archivio ricco di documenti di grande rilevanza, come quelli di Chopin, è un'occasione per valorizzare un patrimonio di solito considerato di nicchia».

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