Nella collezione Terrae Motus gli artisti convocati da Amelio - di per sé già tutti grandi e importanti anche prima del 1980 si espressero al massimo delle loro risorse, componendo un grande memoriale alla potenza della figura del grande gallerista.
Invitare a produrre opere d'arte scaturenti dalla riflessione sul sisma e sui suoi effetti accese in tutti i personaggi coinvolti una ricerca di efficienza espressiva, di aderenza al tema, che ancora oggi danno alle settantadue opere lasciate in dono al Palazzo Reale di Caserta una forza non comune nell'arte contemporanea. Le vecchie regole della committenza illuminata non hanno perso di senso nel mondo contemporaneo: persino il genio glaciale di Warhol vibrò a contatto della tragedia, isolando per sempre la famosa pagina de «Il Mattino» del 26 novembre 1980 in tutta la sua forza quasi scultorea.Secondo quella che sembra quasi una legge della fisica, Terrae Motus è stata di fatto rigettata da Napoli che era la più riottosa alla modernità tra le città campane per approdare al Palazzo Reale di Caserta. Quasi sembrerebbe che in molti sperassero che un nucleo di opere d'arte che il mondo ci invidia finisse sepolto in un luogo improprio, situato in una realtà cieca e ostile, e di qualcuno che ancora la pensa così consta personalmente a chi scrive. Invece, da domani, potremo dire che le cose sono andate diversamente: Terrae Motus sarà aperta a tutti in una cornice così maestosa e grande da divorare qualsiasi corpo estraneo, ma che in questo caso accoglie amorosamente il capolavoro di Lucio Amelio e dei suoi artisti.