Beni comuni euromediterranei e cittadinanza, a Napoli due giorni di confronto internazionale

Beni comuni euromediterranei e cittadinanza, a Napoli due giorni di confronto internazionale
di Donatella Trotta
Venerdì 4 Ottobre 2019, 06:30
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Il Mare Nostrum come «laboratorio di dialogo». E Napoli - città mittelmediterranea per eccellenza - come crocevia di civiltà, di incontri e scontri ma capace di accogliere, nella storia passata come nel presente, popoli in cammino: in cerca di approdi per una vita migliore. Il 21 giugno scorso, Papa Francesco si interrogava sul «Mediterraneo come laboratorio di dialogo» ospite, sulla collina di Posillipo, del convegno promosso dai Gesuiti sulla teologia dopo la “Veritatis Gaudium” nel contesto mediterraneo.

Ora, una due giorni di confronto internazionale rilancia l’eco delle riflessioni antropologiche al San Luigi con un convegno di ampio respiro e folta partecipazione, dal non casuale titolo «Patrimoni mediterranei e cittadinanza», in programma il 4 e il 5 ottobre (oggi e domani) nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore (apertura dei lavori oggi alle ore 9 alle 18, nella Sala del Capitolo di San Domenico, vico san Domenico Maggiore 18). «Come alimentare – si chiedeva Bergoglio il 21 giugno a Napoli - una convivenza tollerante e pacifica che si traduca in fraternità autentica? Come far prevalere nelle nostre comunità l’accoglienza dell’altro e di chi è diverso da noi perché appartiene a una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra? E come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione?».

Nella scia di questi interrogativi, e non solo, è stato ideato il nuovo appuntamento napoletano, con la partecipazione di autorità, ricercatori, mediatori e studiosi italiani e stranieri provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo: Algeri, Il Cairo, Larissa, Marsiglia, Nizza, Parigi, Rabat, Nablus, Sarajevo, Tunisi, Valencia, Tirana, la Siria. A promuovere l’iniziativa - che approfondirà, tra riflessioni e testimonianze concrete, temi cruciali della contemporaneità quali la nozione di patrimonio materiale e immateriale e il suo ruolo nelle società mediterranee in rapporto alla partecipazione cittadina anche in processi di rigenerazione urbana; il binomio distruzione/ricostruzione e la tutela dei beni comuni attraverso una identitù euromediterranea condivisa nelle diversità; la sfida della conservazione delle memorie - due realtà di grande impegno civile che in sinergia hanno fortemente voluto questo incontro in occasione del proprio decennale: l’Associazione Peripli-Culture e Società Euromediterranee (che promuove il dialogo tra le culture e le società euromediterranee attraverso spazi di confronto permanenti) e la Fondazione  dell’Assemblea dei Cittadini e delle Cittadine del Mediterraneo (FACM: una rete impegnata a realizzare e valorizzare una cittadinanza euromediterranea).

Due realtà culturali e sociali che operano con intenti comuni: Peripli mediante attività di formazione, caffè filosofici, ricerche, pubblicazioni, incontri cittadini; la FACM attraverso incontri e attività organizzati dai suoi 28 Circoli, sparsi in tutta l’area del Mediterraneo e attraverso piattaforme periodiche di confronto assembleare dove partecipano cittadini rappresentanti dei 28 Paesi finora aderenti. Spiega Maria Donzelli, presidente di Peripli: «La prima idea del convegno è nata nel novembre 2017 a Casablanca, in occasione del settimo incontro periodico della Facm. Una delle agorà proposte, da me coordinata, era dedicata proprio al tema dei patrimoni mediterranei. Ed erano presenti diversi Paesi dell’area: Marocco, Algeria, Tunisia, Siria, Palestina, Israele, Cipro, Grecia, Spagna, Italia. La discussione fu intensa e in alcuni momenti drammatica a causa delle situazioni sociali, economiche e politiche, dei conflitti e delle guerre, del terrorismo e delle calamità naturali che hanno distrutto e continuano a distruggere i patrimoni materiali e immateriali dei Paesi del Mediterraneo. In quell'agorà dunque tutti i rappresentanti dei vari Paesi hanno espresso l’esigenza di approfondire le conseguenze drammatiche di tali situazioni che minano concretamente le radici culturali dei Paesi del Mediterraneo e la coesione sociale, identitaria, interculturale dei loro popoli. La difesa delle specificità delle culture e del loro incontro si coniuga con la promozione di una coscienza di cittadinanza mediterranea».

Obiettivo del convegno? «Promuovere una riflessione critica che tracci una prospettiva per disegnare gli orientamenti e i modi della ri-costruzione del patrimonio dei diversi demani mediterranei, presupponendo che in una “società di trasmissione dei saperi” le istituzioni tradizionalmente preposte a questa missione (scuole, università, biblioteche, ecc.) non sono più le sole a svolgerla, anzi spesso, per varie ragioni, vengono meno alla loro missione specifica». A supportale, gli “attori” della società civile, impegnati nei settori patrimoniali provenienti dalle due rive del Mediterraneo, che non a caso confluiranno a Napoli per una articolata occasione di confronto per i promotori auspicabilmente continuativa sugli orizzonti possibili di una mobilitazione a favore dello sviluppo sostenibile anche attraverso i pilastri della cultura e dei beni culturali.

Al convegno - che si avvale del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM), dell’Unesco e del Consolato del Portogallo - si incontreranno e confronteranno così ricercatori, conservatori, mediatori e cittadini per ridefinire insieme il ruolo dei musei, delle biblioteche e degli istituti di cultura nel XXI secolo, per analizzare le differenti modalità della partecipazione cittadina nei vari Paesi, i dispositivi e i progetti volti a questa partecipazione, e per riconsiderare il ruolo dei cittadini, delle loro associazioni e aggregazioni spontanee nel recupero delle memorie locali e collettive. I lavori saranno aperti dall’avvocato Elena Coccia, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Napoli. Per i saluti iniziali saranno inoltre presenti l’on. Gennaro Migliore, Juan Andrés Perellò Rodriguez, Ambasciatore di Spagna all'Unesco, Laurent Burin Des Roziers, Console Generale di Francia a Napoli, Maria Luisa Cusati Console onorario del Portogallo a Napoli, Hassan Balawi, Primo Consigliere presso la Missione della Palestina a Bruxelles e Vicente Miguel Garcés Ramòn, della Fondazione Assemblea dei Cittadini e delle Cittadine del Mediterraneo (FACM).

Molti, nell’arco dei due giorni di lavori, i tavoli di confronto (info sul programma dettagliato dei lavori: info@peripli.org; www.peripli.org; www.fundacionacm.org|info@fundacionacm.org). Nella sessione finale è previsto il saluto del Presidente emerito del Pam (Assemblea Parlamentare del Mediterraneo), Francesco Maria Amoruso. Non mancheranno, tra i molteplici contributi e testimonianze (dall’ambito museale a quello multimediale, dal settore bibliografico-archivistico a quello artistico-fotografico e accademico, dal teatro alla musica), anche momenti di spettacolo (con l'esibizione dell’OMM, Orchestra Multietnica Mediterranea diretta dal Maestro Giovanni Guarrera) e performance: con l’intervento poetico di Dalila Hiaoui, scrittrice e poetessa marocchina , docente di lingua e cultura araba ed editor che porterà la sua peculiare esperienza di sconfinamenti disciplinari per percorsi di dialogo e partecipazione culturale, anche attraverso nuovi linguaggi e azioni concrete di aiuto. Perché il Mediterraneo non è solo un mare che unisce e divide, accoglie e respinge, culla di civiltà e tomba di migranti: ma è, sempre più, risorsa strategica per costruire un futuro sostenibile.
 
 
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