Sensini e l'epistolario tra Pascoli ed Emma Corcos al caffé letterario “Il tempo del vino e delle rose”

Sensini e l'epistolario tra Pascoli ed Emma Corcos al caffé letterario “Il tempo del vino e delle rose”
di Donatella Trotta
Sabato 18 Giugno 2022, 19:45
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Un burbero poeta romagnolo di grande fama, accademico e critico letterario, figura di spicco nell’Italia di fine Ottocento, divenuto uno degli emblemi della letteratura italiana infraseculare con la sua celeberrima (e abusata) poetica del “Fanciullino”. Una donna affascinante, fine letterata, sposata in seconde nozze ad un artista e ritrattista di talento, definito da un corrispondente del «Times» dell’epoca “il pittore delle belle donne”. E la loro relazione, in prevalenza epistolare, sullo sfondo di una Italia della Belle époque percorsa da vivaci fermenti culturali, artistici, sociali, politici. Stiamo parlando di Giovanni Pascoli (1855-1912) e della pisana Emma Ciabatti (1860-1933), vedova con tre figli di Giacomo Rotigliano e moglie dal 1886 fino alla morte del livornese Vittorio Corcos (1859-1933) — al quale darà altri tre figli — brillante animatrice di un salotto letterario a Firenze, dove la coppia viveva e lei collaborava a «Il Giornalino della Domenica» fondato nel 1906 da Vamba (alias Luigi Bertelli, il “papà” di Gian Burrasca). A ricostruire narrativamente la loro peculiare liaison, sulla scorta di lettere inedite tra Pascoli ed Emma, trascritte dai manoscritti originali conservati nell’archivio di Casa Pascoli a Castelvecchio, è ora la studiosa Francesca Sensini, con il romanzo storico epistolare Non c’è cosa più dolce (Il Nuovo Melangolo, pp. 267, euro 16) che sarà presentato a Napoli mercoledì 22 giugno alle 18:30, al Caffè letterario Il tempo del vino e delle rose (piazza Dante, 44/45): con l’autrice, dialogherà l’italianista Daniela De Liso, con letture di Giacomo Casaula e Letizia Laezza.

Un lavoro avvincente, per rigore scientifico e taglio narrativo, che restituisce non soltanto la voce autentica dei due protagonisti (con nuova luce sul ruolo di Emma, di cui sono proposte nel libro molte lettere totalmente inedite, dopo una prima versione parziale del carteggio pubblicata nel 1972 a cura di Claudio Marabini) e l’essenza del loro intimo rapporto dialogico, ma anche le atmosfere e i personaggi del tempo: da Gabriele D’Annunzio a Eleonora Duse, da Giosuè Carducci a politici, giornalisti, conferenzieri alla moda. Un volume che mette a frutto le ricerche di Sensini, docente associata di Italianistica presso Université Côte d’Azur (Nice), dottoressa di ricerca dell’Université Paris IV Sorbonne e dell’Università di Genova, saggista e autrice concentrata, con taglio comparatistico, sulla letteratura italiana dell’Otto-Novecento, dedicandosi anche agli studi di genere in ambito letterario e all’ermeneutica e ricezione dell’antichità classica (con il volume La lingua degli dei, L’amore per il greco antico e moderno, Il melangolo 2021). Ma è sulla scia del suo fortunato saggio narrativo Pascoli maledetto (Il Melangolo 2020), già alla sua terza ristampa, che Sensini avanza ora nel suo cammino oltre gli stereotipi che banalizzano la Storia e le storie: perché questo nuovo romanzo epistolare, rigoroso nelle sue fonti, rinnova l’immagine tradizionale di un Pascoli, triste, isolato, lacrimoso, incapace di legami profondi con una donna (a parte le sorelle Ida e Mariù) svelando un altro Giovanni, nella sua intesa con Emma, che demolisce un cliché — effetto del mainstream comunicativo — che ha veicolato un ennesimo clamoroso falso storico.

Pesando (anche) sul destino e la fruizione del poeta.

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