Bonus 2021 per il sociale, al Sud solo il 18% dei fondi

Bonus 2021 per il sociale, al Sud solo il 18% dei fondi
di Marco Esposito
Domenica 25 Luglio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 26 Luglio, 08:30
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Per potenziare i servizi sociali Bologna riceverà il doppio di Napoli mentre Torino, da sola, più dell'intera Sicilia. Lo stabilisce il decreto a firma del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, già siglato e in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È l'effetto paradossale e perverso di una norma della legge di Bilancio 2021 nata per assumere assistenti sociali ma costruita in modo da ignorare i bisogni di disabili, anziani non autosufficienti e minori a rischio proprio per i territori in cui ci sono meno assistenti e cioè, in genere, nel Mezzogiorno.

Il paradosso era stato denunciato da questo giornale a fine febbraio ma, in questi mesi, non c'è stata una chiara correzione di rotta. E così le tabelle elaborate sulla base delle richieste di comuni e ambiti territoriali sociali assegnano, per esempio, 1,9 milioni al Comune di Milano; 1,8 milioni a Torino; 1,6 a Genova, 1,1 a Bologna e appena 680mila euro per potenziare i servizi sociali a Napoli. Ma anche due clamorosi zero a Roma e a Palermo, città colpevoli di avere storicamente pochi assistenti sociali. Contributi zero in Campania in distretti popolosi come quello di Caserta (C01) o di Ercolano-Torre del Greco. E gli zeri talvolta colpiscono pure il Nord, come a Pavia in Lombardia e Chioggia in Veneto. E dire che la norma nella legge di Bilancio è stata proposta da rappresentanti del Sud, con la deputata M5s di Modica Marialucia Lorefice, presidente della commissione Affari sociali di Montecitorio, quale prima firmataria.

Eppure la Sicilia con i sui 5 milioni di abitanti riceverà appena 1,7 milioni, ovvero meno del solo Comune di Torino. In tutto le otto regioni del Mezzogiorno, dove vive oltre un terzo degli abitanti e si concentra il disagio sociale, potranno attingere appena al 18% delle risorse, peraltro per un terzo in Sardegna dove i servizi storici sono buoni. 

Per capire come sia possibile che l'Italia spenda soldi pubblici per aumentare i divari territoriali persino quando il tema sia il sostegno ai disabili, occorre leggere tra le pieghe della norma (comma 797 della legge di Bilancio). Nel testo si fissa come Lep, cioè livello essenziale delle prestazioni, un numero di assistenti sociali pari a 1 ogni 5.000 abitanti. Si introducono poi dei contributi per un massimo di 180 milioni (ma solo 67 sono stati prenotati) per favorire le assunzioni sia per chi è sotto sia se si è sopra tale livello di 1 ogni 5.000. Però - e questo è il punto critico - nel medesimo comma si stabilisce anche che se gli assistenti sociali sono troppo pochi (e cioè meno di 1 ogni 6.500 abitanti) allora non solo non c'è alcun incentivo a raggiungere il Lep, ma scattano anche vincoli assunzionali, ai quali si deroga (comma 801) negli altri casi.

La discriminazione è evidente soprattutto nelle aree interne dove i livelli sono quasi inesistenti. In Campania ben 31 ambiti territoriali su 52 non riceveranno un centesimo per potenziare il servizio. Per esempio l'ambito C04 dell'Alto casertano (comune capofila Piedimonte Matese) conta quasi 70mila abitanti esattamente come il distretto di Guastalla in provincia di Reggio Emilia. In base al livello essenziale di prestazione di un assistente sociale ogni 5.000 residenti nel Casertano come in Emilia l'organico minimo è di 14. Le condizioni di partenza sono di 14 in Emilia e 1 solo in Campania. Ebbene: grazia al bonus nel 2021 sarà possibile assumere altri tre assistenti sociali, ma tutti e tre nel distretto di Guastalla. L'Alto casertano resta a secco in base alla (incredibile) motivazione che visto che gli assistenti al momento sono pochi, anzi ce ne è uno soltanto, non bisogna assumerne altri. Un caso non isolato: sempre in Campania, l'ambito territoriale sociale S10 Vallo di Diano ha in organico zero assistenti sociali e riceve zero come a dire che va bene così. In provincia di Napoli nell'ambito territoriale N14 (Giugliano) tre soli assistenti sociali devono coprire le esigenze di 119mila residenti mentre, secondo il livello essenziale delle prestazioni definito dal Parlamento, ne servirebbero venti in più; tuttavia in base al decreto a Giugliano va bene così: tre possono bastare. Invece nel distretto sociale di Sassuolo, sempre 119mila abitanti come a Giugliano, visto che ci sono già 25 assistenti sociali, arriveranno i soldi per assumerne altri 6. Così si passerà dal rapporto attuale Sassuolo-Giugliano di 25 a 3 a uno di 31-3, attingendo per le nuove assunzioni a soldi pubblici e quindi a tasse pagate anche da chi vive a Giugliano, Piedimonte Matese, nel Vallo di Diano o in uno degli altri 28 ambiti territoriali sociali tagliati fuori dal potenziamento dei servizi. 

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Clamorosi i casi di Roma e di Palermo: nella capitale in organico sono 332 operatori cioè 1 ogni 8.386 residenti mentre a Palermo ci sono 108 assistenti sociali pari a 1 ogni 6.787 abitanti. Visto che l'indice supera 1 su 6.500, Roma e Palermo restano a secco mentre Genova con meno abitanti di Palermo ha già 197 assistenti sociali e ne potrà assumere altri 40.

Una situazione talmente insostenibile che il ministro Orlando, nel medesimo decreto, ha «ritenuto opportuno» annunciare una toppa e cioè la proposta di destinare, con il riparto del Fondo povertà 2021, una somma pari al 50% di quella massima attribuibile a ciascun ambito, quota che scenderà al 35% nel 2022 e al 20% nel 2023. Per Giugliano, per esempio, significa poter reclutare nel 2021 5 assistenti sociali, e altrettanti nei due anni successivi, sempre che non scatti la tagliola dei vincoli assunzionali. 

La proposta di Orlando non cambia la sostanza perché è insensato che un territorio debole debba essere risarcito dagli effetti di un provvedimento nato per potenziare i servizi sociali e assicurare i Lep. Il decreto del ministero è in linea con la legge di Bilancio, ma questa dovrebbe attuare la Costituzione. I Lep, infatti, in base all'articolo 117 sono «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale» per cui una norma (come il comma 797) che stabilisce che il Lep di un assistente ogni 5.000 abitanti non si applica se gli assistenti sono meno di 1 ogni 6.500 abitanti è palesemente in contrasto con la garanzia su tutto il territorio nazionale. Dire a un disabile o a un minore a rischio che è vero che si trova in una situazione difficile, però la sua residenza a Giugliano o a Pavia non gli garantisce gli stessi diritti di chi vive in Emilia è una discriminazione altrettanto grave da quella di chi giudica le persone in base al colore della pelle o all'orientamento sessuale.

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