«Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?». La domanda del premier italiano Mario Draghi posta ieri in conferenza stampa, riporta l'attenzione sulla questione centrale nel dibattito pubblico sulla guerra: a cosa siamo disposti a rinunciare per aiutare il popolo ucraino? Perché la pace, ormai è chiaro, ha un costo. Secondo un sondaggio dell'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) realizzato da Ipsos, quasi nove italiani su dieci sono disposti a ridurre il consumo energetico personale e famigliare, pur di contribuire alle sanzioni contro la Russia.
«Si tratta di un numero molto elevato, e in qualche modo sorprendente - si legge -.
Gli altri sondaggi
Per quanto riguarda l'entrata in guerra della Nato e, di conseguenza, dell'Italia, la risposta più comune è «non dovrebbe intervenire in nessun caso». Per il 60,8% degli intervistati la colpa del conflitto è di Putin, mentre si attestano sul 17% sia quelli che pensano che la colpa sia della Nato, che quelli che non hanno un'opinione in merito. Infine, almeno 7 italiani su 10 temono che l'utilizzo delle bombe atomiche sia una minaccia reale.