Irpef 2023, la nuova riforma immaginata dall'esecutivo passerà da 4 a 3 aliquote, con un sensibile ampliamento del primo scaglione (quello al 23% fino a 15mila euro di reddito), con l'obiettivo - questa la volontà espressa dalla premier Giorgia Meloni - di ricomprendere molti lavoratori dipendenti. I numeri ancora non ci sono, ma già circolano diverse ipotesi. La Fondazione nazionale commercialisti ha fatto alcune simulazioni relative all' Irpef netta per tre diverse tipologie di reddito (dipendente, pensionato e autonomo) e quattro diverse soglie reddituali (20mila euro, 35mila, 50mila e 60mila), ipotizzando tre scenari e mettendoli a confronto con la situazione attuale, caratterizzata da 4 aliquote.
Risparmi e perdite, cosa cambia
I redditi più bassi, quelli da 20mila euro, possono subire una perdita pari a 150 euro oppure arrivare a risparmiare fino a 100 euro. Mentre per le fasce alte, da 50 e 60mila euro, il beneficio è assicurato, e va da un minimo di 260 euro fino ad un massimo di 1.150 euro. È lo scenario che potrebbe prendere corpo con la nuova Irpef prevista dalla riforma fiscale. Un meccanismo che il governo, che per l'intera trasformazione del fisco si è dato due anni di tempo, punta a mettere in moto già dal 2024.
Le nuove aliquote
Una prima ipotesi, più costosa, con l'abbassamento di sette punti della terza aliquota (23% fino a 15mila euro; 28% fino a 50mila; 43% oltre 50mila), si tradurrebbe addirittura in una perdita, pari a 150 euro, per un reddito da 20mila euro; si avrebbe invece un risparmio per gli altri scaglioni, ma con forti differenze: appena 100 euro per chi dichiara 35mila euro e addirittura 1.150 euro per i redditi più alti.
Le modifiche
Così sintetizza la Fondazione nazionale commercialisti, «le modifiche ipotizzate comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell' Irpef a scaglioni, ma in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse». In ogni caso l'effetto finale, puntualizza la Fondazione, «dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax area e al sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate».
La tabella
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