Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl: «Più tasse sugli extraprofitti e lotta all'evasione fiscale»

«Ora ci aspettiamo un taglio drastico del cuneo fiscale e delle tasse sui lavoratori e sui pensionati»

Luigi Sbarra è in Australia per il congresso mondiale dei sindacati
Luigi Sbarra è in Australia per il congresso mondiale dei sindacati
di Nando Santonastaso
Domenica 13 Novembre 2022, 10:03 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:31
5 Minuti di Lettura

Segretario Sbarra, il presidente di Confindustria Bonomi ha detto che nel decreto Aiuti del governo è mancato il tema del lavoro. Che ne pensa?
«È un provvedimento-ponte che proroga le principali misure di sostegno introdotte in questi mesi ma che può essere ancora migliorato risponde Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl alla vigilia del viaggio in Australia per il congresso mondiale dei sindacati al cui vertice sarà eletto l'italiano Visentini -. Il governo ha recepito la nostra richiesta di innalzare la soglia di detassazione sui fringe benefit: una misura che può far ripartire consumi e valorizzare le relazioni industriali, a patto di darle stabilità anche oltre dicembre e di condizionarla all'esercizio contrattuale».

E le tasse sul lavoro?
«Ora ci aspettiamo nella legge di Bilancio un taglio drastico del cuneo fiscale e delle tasse sui lavoratori e sui pensionati.

Ma intanto è positivo anche lo stanziamento delle risorse per il rinnovo del contratto di oltre un milione di lavoratori della scuola, frutto del confronto di pochi giorni fa con la premier Meloni. E lo stesso vale per il via libera alle concessioni energetiche vincolate a prezzi calmierati di vendita di gas. Il quadro si completa idealmente con lo sblocco degli adeguamenti pensionistici disposto pochi giorni fa dal Mef».

Le emergenze legate alla crisi energetica: il governo ha deciso di utilizzare il tesoretto ereditato da Draghi, ma dopo?
«È chiaro che abbiamo bisogno di risorse maggiori. Bisogna intensificare la lotta all'evasione fiscale ed aumentare la tassazione sugli extraprofitti, ora al 25%, allargandola anche alle multinazionali della logistica e dell'economia digitale. Altre risorse possono essere trovate dalla verifica dei decreti passati, finanziati ma inattuati o a scarso tiraggio. Dotazioni che vanno concentrate, tra l'altro, sulla detassazione degli accordi di produttività e sulla sterilizzazione dell'Iva sugli acquisti di beni di largo consumo per le fasce deboli. La legge di stabilità dovrà essere capace di consolidare e completare l'intervento sull'emergenza coniugandolo con un progetto complessivo di riforme e investimenti che va definito insieme alle parti sociali, in un contesto di dialogo strutturato e responsabile».

Capitolo pensioni. Al di là delle promesse elettorali, come per il sindacato il governo dovrebbe affrontare il dopo-Fornero?
«Dobbiamo prorogare tutte le misure introdotte per scongiurare lo scalone di 5 anni della legge Fornero dall'1 gennaio 2023. E parallelamente aprire un tavolo politico per costruire una stabile riforma complessiva della previdenza: bisogna incentivare l'uscita volontaria dal lavoro a 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall'anagrafe. Il nostro obiettivo è ridare la libertà alle persone di scegliere quando lasciare il lavoro. Chiederemo di prorogare opzione donna, di rendere strutturale e allargare l'ape sociale e la platea dei lavori gravosi e usuranti. Occorre mettere in campo una pensione di garanzia per i giovani, incentivare la previdenza complementare, restituire profili di equità e sostenibilità al sistema-pensioni».

Il dialogo governo-sindacati sembra essere partito bene, come lei steso ha detto: cosa vi aspettate di concreto?
«Abbiamo apprezzato l'impegno della premier per una centralità del confronto con le parti sociali, sia sull'emergenza del caro bollette, sia sulla prossima legge di Bilancio. Il presidente Meloni ha rassicurato il sindacato che tempi così difficili si possono affrontare e governare solo con l'impegno di tutti per dare i risultati attesi dal Paese. Adesso bisogna tenere dritta la barra del confronto stabile per realizzare obiettivi strategici comuni che già nella Manovra diano un impulso espansivo e coesivo allo sviluppo».

Intanto l'inflazione morde i risparmi delle famiglie e riduce il potere d'acquisto, come fronteggiare questa emergenza che molti collegano anche ad una imminente, probabile recessione?
«L'inflazione è la tassa più iniqua e subdola. Occorre un accordo per una nuova politica dei redditi per mettere sotto controllo prezzi e tariffe e fermare la speculazione. Ma occorre anche rinnovare subito i contratti pubblici ed agevolare le fasi dei rinnovi per quelli privati, valorizzare le relazioni industriali e la contrattazione di secondo livello, innovando i meccanismi di riallineamento all'inflazione reale. Bisogna confermare ed elevare la decontribuzione del 2% sul cuneo fiscale, operare insisto - un deciso taglio delle tasse su lavoro e pensioni, centrare gli obiettivi del Pnrr generando buona occupazione specialmente femminile e giovanile. E quindi, rilanciare politiche sociali, scuola, sanità, non autosufficienza».

Sul tappeto però in questo momento c'è anche la questione dei migranti: che idea si è fatto di essa e delle polemiche tra l'Italia, la Francia e l'Ue?
«Guardi, noi pensiamo che bisogna far tesoro delle parole del Presidente Mattarella: l'Europa deve trovare soluzione condivise su questo tema. Bisogna assicurare la doverosa accoglienza umanitaria ed assistenza ai rifugiati e cambiare insieme il regolamento di Dublino affrontando il tema dell'immigrazione con equilibrio e senso di responsabilità. Cioè, senza egoismi e prove di forza tra gli Stati». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA