Rincari, il cavalier Podini: «Presto aumenterà tutto, basta soluzioni tampone»

Rincari, il cavalier Podini: «Presto aumenterà tutto, basta soluzioni tampone»
di Nando Santonastaso
Giovedì 10 Febbraio 2022, 10:58 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 07:33
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Cavaliere Podini, l'impatto dell'aumento dei costi dell'energia sul settore low cost hard discount della grande distribuzione sarà duro come in altri comparti del sistema Italia?
«Se lei ricorda ho fatto un avviso a pagamento il 22 settembre 2021 dove manifestavo tutta la mia contrarietà agli aumenti ingiustificati dei prezzi risponde Patrizio Podini, Cavaliere della Repubblica, fondatore e presidente del Gruppo MD -. Dietro quel no c'era la certezza che fossero aumenti determinati dalla speculazione. Con il tempo abbiamo visto che oltre a quest'ultima c'era anche l'improvvisazione del nostro sistema politico».

In che senso, scusi?
«Che aderire, com'è avvenuto a livello europeo, al sistema dei cosiddetti certificati verdi avrebbe inevitabilmente comportato quegli aumenti di prezzo.

Lo dico perché non abbiamo ancora visto realmente cosa saranno i rincari a venire: i primi segnali li abbiamo avuti a gennaio, con le bollette del gas e dell'energia elettrica, con aumenti superiori di 2-3 volte al 2021. Noi avevamo già definito il nostro budget 2022 e lo abbiamo dovuto riaggiornare con un incremento di 25 milioni di costi. E mi creda, pesano anche per un gruppo come il nostro che ha un fatturato importante».

Quindi rincari in arrivo anche per il vostro settore?
«Molte aziende dovranno rivedere in maniera netta i loro programmi di sviluppo e di continuità stessa dell'attività. Il momento è molto delicato: ora parliamo dell'energia perché il problema è esploso nei mesi scorsi ma nell'alimentare è adesso che si sta iniziando ad applicare gli aumenti indotti dall'aumento dei prezzi delle merci dei fornitori. Dopo i rincari del 45-50% di ferro, alluminio, rame e di tutte le altre materie prime, dopo l'esplosione dei costi dei noli dalla Cina che da 2.500 dollari sono schizzati a 15mila per poi calare a 12mila da qualche tempo, siamo in un periodo di forti aumenti difficili da prevedere».

Questo può rimettere in discussione la formula anti-inflazione che da decenni ha fatto la fortuna degli hard discount, prezzi bassi nonostante tutto, cioè?
«No. Non mi avventuro in previsioni tutte ancora da confermare: noi aumenteremo un po' i prezzi cercando di contenerli al massimo, ma speriamo di conquistare nuovi consumatori e che questi, quando confronteranno i nostri prezzi con quelli dei supermercati, ribadiranno la nostra già riconosciuta competitività».

Ma l'inflazione galoppa che è un piacere.
«Io dico che il problema è sottovalutato anche dal governo. Partiamo dal costo dell'energia: lo Stato, diciamolo chiaramente, non avrà mai i soldi per riportare i prezzi a come erano prima, e allora occorre aumentare la produzione di gas e, soprattutto, decidere la costruzione di 4-5 centrali nucleari di quarta, quinta generazione, catalogando questa energia come nucleare verde. In altre parole, basta sondaggi e referendum, il governo deve dire che su questa fonte verde vuole investire per avere le prime centrali pronte già tra 5-6 anni. Se perdiamo tempo in polemiche e discussioni, com'è avvenuto in passato, la situazione generale sarà sempre più compromessa».

Quanto tempo pensa che il sistema produttivo italiano potrà resistere in queste condizioni?
«I politici dicono che dobbiamo stare tranquilli perché in autunno tutto tornerà come prima. Ma io ci credo poco, ho la sensazione che tutto stia precipitando. Vuole un esempio? I pomodori rossi: i costi per un kg o un a scatola di pelati arriveranno ad agosto, quando ci saranno i primi confezionamenti, al 25% in più rispetto ad oggi. A questo aumento che subiremo dai produttori dobbiamo aggiungere quello dei costi di trasporto e di quanto oggi afferisce alla nostra catena produttiva e organizzativa. Morale, un kg di pomodori in scatola costerà almeno il 30% in più. Ma già adesso l'olio di semi è aumentato del 50% e non sono stati neanche trasmessi tutti i prezzi al pubblico: se la politica non troverà soluzioni intelligenti, il rischio di trascinare tutta questa incertezza anche nel 2023 rimarrà forte. In sette mesi è cambiato davvero tutto».

Ci saranno contraccolpi anche sull'occupazione complessiva del Paese?
«Se non succede niente di strano avremo ancora modo di intercettare la ripresa. La voglia di investire degli italiani è rimasta alta ma deve rientrare il picco dell'energia e con scelte strutturali: solo così potremo evitare altre fiammate dei costi».

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