Statali stipendi, aumenti legati ai risultati di ciascun dipendente. ​Stop agli scatti a pioggia

Destinata alla produttività una parte «cospicua» dei fondi. Stop scatti a pioggia

Stipendi statali, gli aumenti legati ai risultati di ciascun dipendente. Stop agli scatti a pioggia
Stipendi statali, gli aumenti legati ai risultati di ciascun dipendente. ​Stop agli scatti a pioggia
di Andrea Bassi
Martedì 23 Gennaio 2024, 00:53 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 12:53
4 Minuti di Lettura

Una parte «cospicua» dei fondi stanziati dal governo per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti dovrà essere riservata agli «istituti collegati alla produttività». Detto in altri termini, i prossimi aumenti di stipendio degli statali dovranno tenere maggiormente conto dei risultati raggiunti da ciascun dipendente. Dunque le risorse stanziate dal governo non dovranno finire tutte sul cosiddetto “tabellare”, la parte della retribuzione erogata indistintamente a tutti i dipendenti. La novità emerge dalla cosiddetta «direttiva madre», l’atto firmato dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e che costituisce il primo passo verso la convocazione dei tavoli tra l’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo, e i sindacati.

Pensioni, un super bonus per chi lascia il lavoro a 71 anni. Ecco come potrebbe funzionare

La direttiva

La direttiva madre, che detta le linee guida del governo che dovranno essere seguite dal presidente dell’Aran Antonio Naddeo, ha appena ottenuto il bollino del ministero dell’Economia.

Un passaggio necessario per “certificare” le risorse disponibili per rinnovare i contratti e per gli aumenti di stipendio.Per l’intero settore pubblico, i fondi stanziati ammontano complessivamente a 9,95 miliardi di euro. Di questi 5,5 miliardi sono destinati al “settore Stato”, che comprende i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti non economici come Inps e Inail. Poi ci sono altri 4,45 miliardi riservati ai settori non statali, come la Sanità (che dipende dalle Regioni) e gli enti locali che dovranno finanziare gli aumenti con risorse proprie. La direttiva firmata da Zangrillo punta molto sulla valutazione dei dipendenti sia per il pagamento del salario accessorio (i premi per esempio), sia per le progressioni economiche (gli scatti). L’intenzione è quella di valorizzare il più possibile il merito. Soprattutto quello individuale, da sempre il più trascurato all’interno della Pubblica amministrazione. 

Cosa cambia

Ma il cruccio, se così si può dire, che emerge dalla direttiva, è quello di evitare che tutti i dipendenti ottengano il massimo dei voti e che quindi i premi siano poi distribuiti a pioggia. Più o meno quello che accade oggi nella maggior parte delle amministrazioni. Dunque, spiega la direttiva, «sarà necessario garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi corrisponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati». Se non si riuscirà nell’intento di premiare effettivamente i migliori, ci saranno, secondo Zangrillo, dei «seri rischi da un punto di vista organizzativo», con un «impatto negativo sulla motivazione dei dipendenti».Premiare i migliori non significa soltanto gratificarli con il salario accessorio legato ai risultati. Chi avrà voti più alti, dovrà avere una corsia preferenziale anche nelle progressioni economiche, quegli scatti di stipendio che fino ad oggi hanno più spesso premiato l’anzianità che il merito. 

I manager

Per i dirigenti poi, come previsto dalla legge, la quota di stipendio legata ai risultati dovrà arrivare fino al 30 per cento. Non solo. Nella direttiva madre viene ribadito quanto già previsto nel decreto legge 13 del 2023, ossia che tra gli obiettivi assegnati ai dirigenti responsabili del pagamento delle fatture della Pubblica amministrazione, dovranno essere inseriti quelli legati al rispetto dei tempi: 30 giorni per le amministrazioni statali e locali e 60 giorni per la sanità. Viene poi rafforzata, per tutti i dipendenti, la formazione. Le ore minime annuali non potranno essere inferiori a 24 e dovranno essere fruite durante il normale orario di lavoro.
Quali saranno i prossimi passaggi? Dopo la “direttiva madre” dovranno essere scritti e trasmessi gli atti per ognuno dei quattro comparti (più la difesa e la sicurezza) in cui è divisa la pubblica amministrazione: funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione. Generalmente le trattative partono dal comparto dei ministeri, le funzioni centrali. Ma questa volta, come ha già annunciato il ministro Zangrillo, l’ordine sarà invertito. Il primo a partire sarà il comparto della Sanità che, tra l’altro, proprio oggi firmerà definitivamente il contratto del 2019-2021 che porterà aumenti medi di 250 euro e arretrati fino a 11 mila euro. Dunque i negoziati con infermieri e medici proseguiranno senza soluzione di continuità tra un contratto e l’altro. Parallelamente dovrebbero essere avviate le trattative per il comparto degli enti locali e, a febbraio, quelle per la sicurezza e la difesa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA