Superbonus, detrazioni in 10 anni e 110% alle villette fino al 30 settembre. Novità infissi e caldaie. Ecco cosa cambia

Il provvedimento dopo il voto finale a Montecitorio passerà quindi all'esame del Senato (deve essere convertito in legge entro il 17 aprile)

Superbonus supera il test della fiducia alla Camera con 185 sì, martedì il voto finale
Superbonus supera il test della fiducia alla Camera con 185 sì, martedì il voto finale
Giovedì 30 Marzo 2023, 19:23 - Ultimo agg. 1 Aprile, 09:23
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Il primo giro di boa è compiuto. Il decreto sul Superbonus è stato approvato alla Camera con il voto di fiducia che ha ottenuto 185 si. Manca il passaggio al Senato, ma i tempi per la conversione sono stretti e difficilmente Palazzo Madama potrà introdurre nuove modifiche. Il testo uscito dalla Camera, insomma, si può considerare definitivo. Le modifiche apportate a Montecitorio sotto la regia del relatore Andrea De Bertoldi, sono molte. Ma la sostanza del decreto resta. Lo sconto in fattura per le ristrutturazioni edilizie viene consegnato al passato. Non tornerà più, come ha ribadito più volte il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. 

SALVAGENTI E REDDITI BASSI

La data del 16 febbraio, dunque, rimane uno spartiacque. Chi è riuscito ad accordarsi con le imprese per i lavori cedendo il credito, potrà ancora utilizzare il meccanismo dello sconto, chi è arrivato dopo no. Il passaggio parlamentare, tuttavia, ha inserito all’interno del testo una serie di “salvagenti”. A partire dalla possibilità di detrarre dal proprio reddito in 10 anni i costi della ristrutturazione energetica, invece dei 4 anni previsti dalle norme sul Superbonus.

Un modo per permettere a chi ha redditi più bassi di poter usufruire della detrazione in mancanza della possibilità di ottenere lo sconto direttamente dall’impresa che fa i lavori.

CALDAIE E INFISSI

Un secondo salvagente è stato lanciato per chi, prima del 16 febbraio scorso, aveva acquistato caldaie, infissi o pompe di calore senza, però, averle ancora installate. Siccome la fatturazione di questi lavori avviene solitamente dopo l’installazione, si rischiava di far saltare tutti gli sconti in fattura già concessi ma non ancora perfezionati dal pagamento dei lavori. Ora basterà una doppia certificazione, dell’acquirente e dell’installatore, per poter “sanare” la situazione e poter usufruire ancora dello sconto. 

IL PASSAGGIO

In Commissione, poi, è stata introdotta un’altra norma che concede più tempo per concludere i lavori sulle villette. I cantieri delle case unifamiliari potranno essere chiusi entro il 30 settembre prossimo invece che entro la fine di questo mese. La proroga vale per tutti coloro che sono riusciti a terminare almeno il 30 per cento dei lavori entro settembre del 2022. Un’altra novità riguarda la cosiddetta “remissione in bonis”. Si tratta di una norma inserita sempre alla Camera, per evitare che le imprese potessero “perdere” i crediti acquisiti nel 2022 e non ancora “accettati” dalle banche. Questi crediti avrebbero dovuto essere comunicati al Fisco entro la fine di marzo. Si potrà trasmettere le pratiche fino a novembre pagando una sanzione di 250 euro. 
Ma la vera domanda per la quale la risposta rimane ancora incerta, è se le imprese riusciranno a “scongelare” i 19 miliardi di euro di crediti che il sistema bancario ancora non ha assorbito e che dunque restano bloccati nei cassetti fiscali.

LA MORAL SUASION

Il ministero dell’Economia si è attivato presso le banche e le Poste con una moral suasion, nella convinzione comunque, che gli istituti di credito abbiano ancora almeno 7 miliardi di euro “liberi” per assorbire i crediti. Nel testo del decreto è stata inserita anche una carota. Se le banche sforeranno i loro limiti di bilancio con i crediti dei bonus, l’eccedenza la potranno usare per comprare dei Btp e dunque non rischieranno di perdere i soldi. Ma i buoni del tesoro potranno essere sottoscritti soltanto a partire dal 2028.

LA PIATTAFORMA

ccanto a questo meccanismo, ne nascerà anche un altro, ma di tipo privato. Sarà creata una piattaforma di acquisto e vendita dei crediti sul mercato, che darà la possibilità a chi è interessato ad investire in questo strumento, di poterlo fare. Resta tuttavia il nodo del prezzo di acquisto dei crediti, visto che nel decreto non è stato inserito nessun cap (oggi le banche acquistano mediamente a 92-94 euro ogni 110 euro di credito). Ieri il gruppo Poste ha fatto sapere di non essere coinvolta nel progetto al quale starebbe lavorando un’altra partecipata pubblica, Enel X, società del gruppo Enel. «Non siamo coinvolti né interessati» ha detto in il condirettore generale di Poste Giuseppe Lasco. Intanto ieri la Banca centrale europea, nel suo bollettino mensile, ha spiegato che la revisione delle regole di contabilizzazione sul Superbonus italiano decise da Eurostat, hanno avuto un forte impatto sul deficit dell’Eurozona. Il dato del 2022 è stato rivisto al rialzo dello 0,3 per cento, portandolo al 3,7 per cento complessivo. 

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