Golpe in Thailandia. L'analisi: il colpo di stato più scontato della storia

Golpe in Thailandia. L'analisi: il colpo di stato più scontato della storia
di Mauro Evangelisti
Giovedì 22 Maggio 2014, 13:23 - Ultimo agg. 14:40
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​I militari hanno preso il potere in Thailandia con quello che uno dei colpi di stato pi previsti e scontati della storia. Il prologo martedì: il generale Prayuth Chan-Ocha, aveva proclamato la legge marziale, carri armati e soldati avevano invaso le città di Bangkok, dai grandi centri commerciali di Siam al mercato di Silom. Ma l'esercito aveva precisato: non è un golpe. Questione di tempo. Prima i militari hanno fatto sedere attorno a un tavolo i rappresentanti delle fazioni in campo - le camicie rosse pro governative e quelli del Pdrc, anti governativi - poi, come era scontato, hanno preso atto che posizioni sono troppo distanti, non c'è possibilità di accordo.



Per cui oggi i militari, come vuole la sceneggiatura del più classico dei colpi di stato, in diretta tv, sguardo fisso verso la telecamera, hanno annunciato di avere preso il potere. Business ad usual, hanno però precisato: hanno invitato la popolazione thailandese a continuare la loro vita di sempre. Intanto, però, si sono inseguite le voci sugli arresti dei leader delle due fazioni in campo, mentre i militari hanno fatto irruzione nell'accampamento dei rossi, alla periferia di Bangkok, che hanno deciso di andarsene. Le camicie rosse, però, via Twitter hanno minacciato rappresaglie contro il colpo di stato. La situazione per chi vive la Thailandia da turista per ora è tranquilla (anche se questa sera metro e skytrain sospenderanno il servizio in anticipo, alle 21), anche se nel conto vanno messi gli effetti del coprifuoco ed è tassativo comunque avere sempre il passaporto. Il quadro è assai complesso.



L'ultimo dei precedenti diciotto colpi di stato della Thailandia risale al 2006 quando fu deposto Thaksin Shinawatra, un magnate amato soprattutto dalla classe rurale del nord e inviso all'élite e alla classe media di Bangkok. Nel 2010 l'esercito intervenne di nuovo per reprimere le proteste delle camicie rosse, fedeli a Thaksin ormai in esilio: finì con un bilancio di 90 morti. Quando si tornò a votare, però, le elezioni furono vinte da Yingluck Shinawatra, 46 anni, sorella di Thaksin.



Così nel 2013 altre proteste: le strade sono state a lungo occupate dal Pdrc, il movimento che osteggia la famiglia Shinawatra e teme l'amnistia e dunque il ritorno di Thaksin. La settimana scorsa la corte costituzionale ha rimosso Yingluck, a causa di un abuso di due anni prima, quando rimosse il capo della sicurezza. Di fatto, da quel momento, la Thailandia è precipitata nel baratro dell'incertezza, con un un primo ministro ad interim non riconosciuto da una parte del paese e il Senato che tentava di nominarne un altro. E due zone di Bangkok occupate dalle diverse fazioni, con il rischio che si arrivasse alla guerra civile, tenendo anche conto che nel corso delle proteste degli anti governativi degli ultimi mesi vi sono stati alcuni attentati nei loro accampamenti che hanno causato una trentina di morti.



Di qui, dopo il velleitario tentativo di favorire la trattativa, la decisione del generale Prayuth Chan-Ocha di prendere il potere. Quanto durerà la fase di transizione? Difficile prevederlo. Ma per un paese che vive di turismo e anche di investimenti stranieri il contraccolpo del colpo di stato potrebbe mettere in ginocchio l'economia. In questo scenario drammatico, infine, resta sempre una buona dose di paradosso che caratterizza sempre la Thailandia: ecco allora decine di selfie su Twitter di giovani e di turisti insieme ai militari per strada, l'hashtag #nocoup con cui molte ragazze si sono fotografate senza veli per dire no al colpo di stato, e perfino #handsomesoldiers per diffondere sempre su Twitter le immagini dei soldati più affascinanti. Più in generale, per seguire l'evolversi degli eventi su Twitter gli hashtag consigliati sono #thaicoup, #thiailandcoup e #freethailand.
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