Scajola, colloquio di sette ore con i pm: l'ex ministro risponde a tutte le domande

Claudio Scajola
Claudio Scajola
Venerdì 16 Maggio 2014, 11:33 - Ultimo agg. 17 Maggio, 11:14
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terminato dopo sette ore l'interrogatorio nel carcere di Regina Coeli dell'ex ministro Claudio Scajola, arrestato nell'ambito dell'indagine della Procura di Reggio Calabria con l'accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena. All'uscita dal carcere nè il sostituto Francesco Curcio nè il pm Giuseppe Lombardo hanno rilasciato dichiarazioni limitandosi a dire che Scajola ha risposto alle contestazioni che gli sono state addebitate.

Scajola è stato sentito dal sostituto della Dna Francesco Curcio e dal pubblico ministero della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo.

L'interrogatorio è stato secretato. Lo ha annunciato uno degli avvocati dell'ex ministro, Giorgio Perroni, uscendo dal carcere di Regina Coeli. «È stato un interrogatorio lungo e articolato - ha aggiunto - e Scajola ha risposto a tutte le domande, fornendo spiegazioni a tutti i fatti che gli sono stati addebitati».

Quello di Scajola, ha spiegato il legale, «è stato un interrogatorio molto sereno e voglio ringraziare i magistrati che hanno messo il mio assistito in condizioni di poter fornire tutte le spiegazioni».

Sia Perroni sia l'altro avvocato dell'ex ministro, Elisabetta Busuito, non hanno risposto a chi gli chiedeva se nel corso dell'interrogatorio sono state fatte nuove contestazioni all'ex ministro limitandosi a ribadire di essere «soddisfatti» di come è andato il confronto con i magistrati. «Scajola ci teneva a chiarire e spiegare tutti i fatti - ha detto Busuito - aspettava con ansia di poterlo fare e ci è riuscito anche grazie ai pm che ci hanno consentito di svolgere l'interrogatorio in un clima sereno». L'ex ministro ha affrontato le sette ore di interrogatorio senza appunti e ai suoi legali è apparso «sereno e tranquillo».

Il collegamento con le indagini sulle infiltrazioni della Camorra in Versilia. Le indagini sulla violazione del segreto istruttorio e sulle attività dei due agenti di Polizia - ai domiciliari nell'ambito di una indagine della DDA di Napoli sulle infiltrazioni della camorra casalese in Versilia - secondo indiscrezioni, potrebbero incrociarsi con la vicenda degli appalti dell'Expo che vede coinvolto l'ex ministro Scajola.

Anche in quel caso, infatti, è emersa l'ipotesi dell'esistenza di una talpa che avrebbe fornito informazioni riservate all'ex ministro. Al momento si tratta di un'ipotesi tutta da verificare ma sulla quale è concentrata l'attenzione degli investigatori.

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