Michelle Causo uccisa dopo una lite «per 30 euro». Il killer l'ha accoltellata, poi ha ripulito per 2 ore le stanze dal sangue

La ragazza colpita al volto, al torace e al collo. Il killer è rimasto un paio di ore col corpo in casa mentre ripuliva le stanze dal sangue

Michelle Causo uccisa dopo una lite «per 30 euro». Il killer l'ha accoltellata, poi ha ripulito per 2 ore le stanze dal sangue
Michelle Causo uccisa dopo una lite «per 30 euro». Il killer l'ha accoltellata, poi ha ripulito per 2 ore le stanze dal sangue
di Valeria Di Corrado e Flaminia Savelli
Giovedì 29 Giugno 2023, 21:15 - Ultimo agg. 1 Luglio, 10:59
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Ha impugnato un coltello rimediato nella cucina di casa e ha colpito Michelle una decina di volte, affondando la lama nel torace, nel collo, sul viso. La 17enne ha cercato disperatamente di difendersi, a mani nude, provando a parare i fendenti con le braccia, sulle quali sono state trovate altre ferite. Ma non ce l’ha fatta. La furia del suo coetaneo - un aspirante trapper arrestato ieri - non si è fermata fino a quando non è caduta a terra e, dopo pochi istanti di agonia, è morta. Secondo gli inquirenti il decesso sarebbe avvenuto tra le 11,30 alle 15 di mercoledì scorso, all’interno dell’appartamento al civico 25 di via Giuseppe Benedetto Dusmet, nel quartiere romano di Primavalle, dove il ragazzo - figlio di emigrati dello Sri Lanka - viveva con sua madre. In quel momento erano soli in casa: secondo i rilievi della polizia Scientifica terminati ieri mattina, non ci sono tracce di altre persone sul luogo del delitto. Non ci sarebbero dunque complici. Come hanno ricostruito gli investigatori della squadra Mobile, l’assassino sarebbe rimasto un paio d’ore con il corpo della ragazza sul pavimento trovando un modo grossolano per sbarazzarsene: l’ha chiusa in un sacco dell’immondizia, piegandola in due, e l’ha infilata in un carrello della spesa, che poi ha abbandonato vicino ai cassonetti di via Stefano Borgia, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

 

Il movente

«Abbiamo avuto una lite, perché mi doveva una trentina di euro», ha ammesso nel lungo interrogatorio davanti al pm Anna Di Stasio della Procura dei minori della Capitale, al termine del quale è scattato l’arresto con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

Gli inquirenti però dubitano che sia questa la vera ragione che avrebbe portato il giovane aspirante trapper a commettere un delitto così efferato. Il movente resta quindi ancora un’incognita. Non sono stati trovati segni di violenza sessuale sul corpo di Michelle Maria Causo, almeno dall’esame esterno del medico legale. La Procura sta cercando di fare chiarezza sulla natura del loro rapporto: non erano fidanzati, ma non erano nemmeno amici. Si conoscevano, abitavano a pochi metri di distanza. Ma perché quella mattina, accompagnata dalla zia, la vittima è andata a casa del ragazzo che poi l’avrebbe uccisa? O erano legati da una relazione sentimentale clandestina, visto che lei era già fidanzata con un altro, o lui le aveva fatto delle avances che erano state respinte. Il presunto killer ha negato questo scenario. 

La droga

L’altra ipotesi - quella ventilata appunto dall’indagato - è che avessero un debito in sospeso, forse legato al consumo di cannabis. Il 17enne non si è dichiarato tossicodipendente e al momento del fermo non sembrava fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Ovviamente i drug test ai quali è stato sottoposto accerteranno anche questo aspetto, ma già nei video che ha postato sui social network viene ripreso mentre fuma degli spinelli. Nella sua abitazione è stato trovato un piccolo quantitativo di hashish. Pure su Michelle, in sede di autopsia, verranno eseguiti gli esami tossicologici. 
Per capire quale fosse il tipo di rapporto che li legava, sarà determinante per gli uomini della Mobile analizzare le loro conversazioni via chat. A questo scopo sono stati sequestrati i cellulari di entrambi. Verranno sentiti anche gli amici, sia della vittima che dell’arrestato, per capire se fossero al corrente di una loro eventuale relazione o del fatto che la conoscenza stava prendendo un’altra piega. 

La scia di sangue

Arrivare al ragazzo è stato semplice per gli investigatori diretti da Stefano Signoretti: è bastato seguire la scia di sangue che grondava dal carrello della spesa nel quale è stato trovato il cadavere di Michelle. Dai cassonetti di via Borgia, le tracce ematiche lasciate sull’asfalto portavano fino al portone del civico 25 di via Dusmet, e poi proseguivano sulle scale condominiali, fino all’appartamento del 17enne. Nonostante quest’ultimo avesse cercato di pulire sommariamente le stanze, gli agenti hanno trovato il sangue di Michelle in casa: gli schizzi avevano macchiato anche le scarpe del ragazzo. Lui non stava cercando di fuggire quando la polizia ha bussato alla sua porta, forse pensava ingenuamente di averla fatta franca gettando il cadavere nell’immondizia, come se fosse un rifiuto. 
Il coltello con cui ha ucciso la sua coetanea era ancora lì. Non ha negato né scaricato le responsabilità su altri dell’omicidio, quando gli inquirenti gli hanno detto che era stato visto da uno dei residenti della zona trascinare il carrello con il corpo della ragazza. Durante l’interrogatorio, andato avanti fino all’alba di ieri, si è mostrato collaborativo, anche se sul movente la sua versione non sembra credibile. Quale può essere la ragione che ha trasformato una banale lite - come dice l’indagato - in un assassinio così brutale? Non è stata contestata finora l’aggravante della premeditazione: si sarebbe trattato di un delitto d’impeto. Oggi verrà eseguita l’autopsia all’istituto di medicina legale del Gemelli; mentre lunedì, davanti al gip del tribunale per i minori di Roma, è fissato l’interrogatorio di convalida dell’arresto.

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