Michelle Causo, i funerali a Roma. la bara bianca accolta da lacrime e applausi. Il vescovo ai giovani: «Non sprecate la vita». I fiori del fidanzato e le fedi: ti sposerò

Centinaia di persona nella chiesa Santa Maria della Presentazione. Una maglia per la ragazza. «Il tuo sorriso brilla in cielo»

Funerali di Michelle Causo. L’arrivo del feretro con la bara bianca (foto Daniele Leone/Ag.Toiati)
Funerali di Michelle Causo. L’arrivo del feretro con la bara bianca (foto Daniele Leone/Ag.Toiati)
Mercoledì 5 Luglio 2023, 09:30 - Ultimo agg. 6 Luglio, 07:18
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A sette giorni esatti dall'omicidio che ha scosso Roma e il quartiere di Primavalle, si celebrano i funerali di Michelle Causo, la 17enne picchiata e ferita con almeno sei coltellate al torace, alle spalle e all'addome e altrettante lesioni più superficiali procurate nel tentativo estremo di parare i colpi. 

«Quello che è successo parla di un mondo guasto, che brucia la giovinezza, che insegue illusioni, che non conosce più quanto preziosa sia una vita. Può avvenire che si banalizzi la vita così da trascinare nella banalità anche il male, che noi abbiamo il dovere di distinguere ed estirpare. Il nostro dolore ora diventa una denuncia, ma deve tradursi anche in cambiamento. Eccolo il frutto, che questa morte non sia sprecata e che diventi il segno di una necessità, quella di cambiare insieme questo nostro mondo». Così il vescovo Baldo Reina al funerale. Il fidanzato la sposa simbolicamente con le fedi acquistate per l'occasione. «Te lo prometto - ha scritto sui social il ragazzo poco fa - sorriderò solo per te, andrò avanti solo per te, Angelo mio».

La bara bianca è stata accolta da applausi e lacrime prima di entrare nella chiesa di S. Maria della Presentazione. Il papà e il nonno della ragazza erano già in chiesa, la mamma è arrivata insieme al feretro. Dietro la bara anche il fidanzato della 17enne. Davanti alla chiesa qualcuno indossa una maglia bianca con la foto della giovane. «Il tuo sorriso brilla in cielo», si legge. Tra i presenti anche i ragazzi del «Grifone calcio», dove gioca il fratello della vittima come portiere. Mentre si allontana la macchina con il feretro della ragazza, i presenti al funerale applaudono e, al grido di «Michelle! fanno volare i palloncini rosa e bianchi che compongono più volte la scritta Mimmi, uno dei soprannomi della 17enne. Poco prima la mamma di Michelle, vicino alla bara, ha salutato e consolato gli amici in lacrime della figlia. Quando si è chiuso il portellone della macchina con il feretro qualcuno ha gridato »no no«. A mandare un bacio a Michelle anche il fidanzato.

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Un numero, quello delle coltellate, ancora impossibile da quantificare con esattezza, considerata la mancata deposizione ad oggi della relazione del medico legale.

Il coetaneo che l'ha uccisa, forse per un debito di 1500 euro, ora è recluso nel carcere minorile di Casal del Marmo. Nel punto in cui si è disfatto del corpo dell'amica, in via Stefano Borgia, lunedì i familiari e gli amici hanno lanciato in cielo lanterne ed esploso fuochi d'artificio. Tra loro anche il fidanzato Flavio che, al termine della fiaccolata, ieri sera ha accusato un malore.

 

FUORI DALLA CHIESA

I banchi della chiesa di santa Maria della Presentazione sono pieni fino all'ultima fila. Centinaia le persone presenti, molti rimangono in piedi davanti agli ingressi. All'entrata principale è posizionato il libro delle condoglianze. Molti amici e conoscenti della vittima sono anche fuori, non sono riusciti a entrare. Qualcuno ha un malore. Alcuni sono sulle scale, altri sono in piedi nel piazzale ad ascoltare la messa dagli altoparlanti posti all'esterno della parrocchia.

IL VESCOVO

«Oggi, davanti alla bara di Michelle ci sentiamo tutti sconfitti e affranti. Davanti alla morte di questa nostra sorella come prima cosa ci dobbiamo fermare; dobbiamo togliere i sandali delle nostre tante certezze e avere l'onesta di compiere un sano e sincero discernimento». Lo ha detto il vescovo Baldo Reina durante il funerale di Michelle Causo, la ragazza uccisa nel quartiere di Primavalle a Roma La morte di Michelle, ha avvertito il vicegerente della diocesi di Roma nella sua omelia, «ci pone delle domande come Chiesa e come Società Civile. Dove stiamo andando? Siamo coscienti o no che la nostra è una crisi di civiltà? Cosa stiamo offrendo ai nostri giovani? Ce la sentiamo ancora di dire che stiamo costruendo un futuro per loro, oppure siamo diventati tutti complici di progetti di morte?». «Sono domande forti. Lo so - ha osservato Reina -. Ma sono domande che, penso, tutti portiamo dentro e che ci invitano ad un attento esame di coscienza! Questa società nella quale tutti siamo immersi e di cui siamo parte integrante, non ha forse perso la bussola? Il degrado non è in un quartiere o in una periferia. Il degrado è nel cuore di ognuno di noi. Il degrado è nella cultura che respiriamo, nella mentalità che tutti contribuiamo a creare, nel deserto dell'anima, immolando sull'altare dell'egoismo umano vittime sacrificali». «La morte di Michelle ci deve mettere tutti quanti in discussione perché quello che è successo a lei poteva succedere a chiunque. Anzi. Per certi versi si è già consumato in ognuno di noi!», ha aggiunto mons. Reina. «E non possiamo immaginare che non possa venire niente di buono da questa morte - ha detto ancora -. Vediamo il vuoto, avvertiamo la mancanza, subiamo l'ingiustizia di questo male compiuto, siamo nel buio della terra che l'ha divorata. La terra, la nostra città, questo quartiere, l'angosciante dilemma delle cause, degli intrecci, dei disagi inascoltati, di agenzie educative andate in tilt tra la frenesia di una società che impone solo una corsa insensata. Ancora più dolore provoca la storia dei suoi ultimi momenti che vorticano nella nostra testa amplificando quella domanda che rivolgiamo al cielo, per tornare alla terra, tra noi: perché?».

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LA VITA

«Gesù direbbe a tutti noi 'rialzatevi imparando a custodire la vita perché è preziosà. Lo direbbe ai ragazzi: 'custodite la vita; una volta per tutte dite di no alle droghe, ai crack, alle sostanze. Custodite la vita perché voi siete preziosì. Non smettere Signore di sussurrare ai giovani quanto è importante che si prendano cura della loro vita; che non facciano le cose perché le fanno tutti, che non sprechino la vita dietro mode omicide, che abbiano il coraggio di dire di no agli spacciatori di morte, che voltino le spalle a chi li considera merce di scambio, a chi li svende per un mucchio di denari, a chi li confonde dicendo che sballo è felicità mentre è solo un terribile baratro che inghiotte corpi e coscienzè». Nella sua omelia, pronunciata durante i funerali di Michelle Maria Causo, è ai ragazzi, ai coetanei della minorenne uccisa mercoledì scorso, che il vescovo Baldo Reina si rivolge. «Lo direbbe a noi adulti: 'custodite i ragazzi che non sono solo il futuro ma sono il presente di ogni società, custodite i loro sogni, la loro bellezza, la loro generosità'. Lo direbbe ai genitori: 'custodite i vostri figli. Accompagnateli nella difficile sfida educativà. Lo direbbe alla chiesa: 'custodite i giovani, andateli a cercare dove vivono, dove si divertono, dove passano il tempo. Non li aspettate in chiesa, uscite, cercateli, state con loro, amatelì - continua - Lo direbbe ai politici: 'custodite i giovani creando per loro opportunità di sviluppo integrale, prospettive vere di impegno e di lavoro, progetti di società in cui loro siano davvero protagonistì. I giovani vi chiedono centri di socializzazione tutti per loro, ambienti più sicuri, luoghi più accoglienti, L'appello di Gesù sarebbe soprattutto rivolto in questa circostanza alle agenzie educative: 'custodite i ragazzi, non stancatevi di accompagnarli nel processo di maturazione umana, per favore parlate dei Valori! Solidarietà, giustizia, bene comune, rispetto della vita, rispetto del creato… testimoniandoli voi per primì».

 

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