Siria, armi chimiche arriveranno nel porto di Gioia Tauro. Scontro tra sindaci e governo

Siria, armi chimiche arriveranno nel porto di Gioia Tauro. Scontro tra sindaci e governo
Giovedì 16 Gennaio 2014, 12:44 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 11:57
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il porto calabrese di Gioia Tauro, quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura. Le armi chimiche si trovano attualmente depositate in circa 1.500 container sulla nave danese che farà scalo a Gioia Tauro e poi saranno trasbordate sulla nave Cape Ray.



Il sindaco di Gioia Tauro. «Mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone». Lo afferma il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore in merito al trasbordo delle armi chimiche della Siria. «È gravissimo - aggiunge -. Forse il ministro Bonino non sa cos'è la democrazia».
«È gravissimo - ha aggiunto il sindaco Bellofiore - La solita scelta calata dall'alto. Siamo considerati una popolazione di serie B. Tra l'altro, qui non c'è un ospedale attrezzato».

Le autorità locali hanno organizzato un vertice per discutere del caso al termine del quale sarà con tutta probabilità decisa la chiusura del porto.



Il sindaco di San Ferdinando. «Stiamo valutando di emettere un'ordinanza per chiudere il porto», dice Domenico Madaffari, sindaco di San Ferdinando, il comune in cui ricade il 75% del porto, tutte le banchine. «Vedrò - ha aggiunto - con i colleghi di Gioia e Rosarno cosa si può fare con molta calma. Voci danno arrivo nave domani».



Lupi reagisce «Il porto di Gioia Tauro non chiude», altrimenti «occorre farlo per le operazioni analoghe che vi si svolgono tutto l'anno. Anche in questo preciso momento si sta lavorando» a materiali chimici nello scalo calabrese. Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi replica al sindaco di San Ferdinando che ha minacciato la chiusura del porto.



La Bonino «Si tratta della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni». Lo dice il ministro degli Esteri Emma Bonino alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato parlando delle operazioni per la distruzione dell'arsenale chimico siriano.
«Nella decisione di quale porto italiano scegliere per il trasbordo delle armi chimiche siriane - prosegue la Bonino - sono stati consultati anche l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, il ministro dell'Interno e della Difesa oltre a quello dei Trasporti». Il contributo dell'Italia

all'operazione di distruzione dell'arsenale chimico siriano «si inserisce in uno sforzo internazionale» che guarda al «grande obiettivo» rappresentato dalla creazione di una zona mediorientale «priva di armi di distruzione di massa».



I tempi L'Opac spero che il trasbordo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro «possa svolgersi ai primi di febbraio, di sicuro entro la prima parte del mese». È quanto ha dichiarato il direttore generale dell'Opac, Ahmet Uzumcu nell'audizione davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa dei due rami del Parlamento, sottolineando che si prevede che «la distruzione a bordo della nave americana dovrebbe avvenire al massimo nel giro dei prossimi due mesi».



Il sindacato dei portuali. «Se ci saranno certezze sulle condizioni di sicurezza sul lavoro si può anche fare». A dirlo è stato il segretario nazionale del Sul, il sindacato dei portuali di Gioia Tauro, Antonino Pronestì. «Abbiamo saputo della decisione di mandare le armi chimiche della Siria a Gioia Tauro dai media», ha aggiunto. (ANSA).

Intanto continua la situazione di caos in Siria. L'Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay ha lanciato l'allarme per il crescente numero di esecuzioni di massa nella parte settentrionale del paese da parte di gruppi dell'opposizione estremista e che potrebbero costituire crimini di guerra. «Nelle ultime due settimane, abbiamo ricevuto segnalazioni di una serie di esecuzioni di massa di civili e combattenti che non partecipavano alle ostilità ad Aleppo, Idlib e Raqqa da parte di gruppi gruppi armati di opposizione estremisti in Siria e in particolare da parte della fazione "Stato islamico d'Iraq e del Levante"» (Isis), ha detto l'Alto Commissario in un comunicato pubblicato oggi a Ginevra. Pillay ha ammonito i gruppi armati di opposizione che tali esecuzioni potrebbero costituire crimini di guerra.
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