Malasanità, archiviate nove denunce su dieci, ma è boom di esposti in Procura

Malasanità, archiviate nove denunce su dieci, ma è boom di esposti in Procura
di Marisa La Penna
Mercoledì 10 Luglio 2013, 10:54 - Ultimo agg. 16 Marzo, 01:57
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Vere e proprie squadrette di avvocati, pi o meno giovani, che stazionano, solitamente, in prossimit delle camere mortuarie degli ospedali.



Ed entrano in azione non appena hanno a tiro il familiare del defunto, convincendolo del fatto che il povero estinto (magari ultraottantenne e malato terminale) «poteva forse non morire se fosse stato curato con maggiore professionalità». Persuadendo, così, il congiunto del morto ad avviare un’azione legale «per colpa medica» - ora meglio nota come malpractice - per ottenere un «buon risarcimento danni». Il fenomeno è vecchio di qualche anno. Lo abbiamo già raccontato. Ma torna di moda ora, alla vigilia della obbligatorietà delle assicurazioni per rischio professionale che riguarda, in Campania, ben 180mila persone.



In verità queste azioni penali, nella stragrande maggioranza dei casi, non si trasformano neppure in processo: vengono archiviate nove denunce su 10. E meno ancora in condanne: un medico su cento subisce una condanna. I dati parlano chiaro: negli ultimi due anni - 2011 e 2012 - sono stati ben 223 gli esposti in cui si ipotizzava il reato di omicidio colposo nei confronti di camici bianchi. L’aumento di esposti, rispetto agli anni precedenti, è verosimilmente, nella maggior parte dei casi, frutto di tentativi di manovre speculative. Tant’è che, come detto, solo una minima parte delle denunce evolve in processo. Il 99% di questi procedimenti nasce dalla denuncia di privati. Vale a dire di familiari di pazienti deceduti. E solo l’1% su iniziativa della polizia giudiziaria.



Questo la dice lunga sulla effettiva responsabilità dei medici. Sta di fatto, comunque, che l’aumento dei procedimenti non vuol dire che i medici sbagliano di più. Ma che ci sono più denunce determinate, come abbiamo detto all’inizio, dal «suggerimento» di avvocati spregiudicati. Un’altra considerazione da fare è il fatto che oggi c’è una aspettativa di vita maggiore rispetto al passato e pertanto una minore rassegnazione all’evento morte. Infine, un’altra questione che lascia riflettere è che sempre più spesso le denunce vengono presentate molto tempo dopo l’evento-morte.



Questo lascia supporre che probabilmente ci si trova di fronte a una sorta di calcolo, a un discorso di ”convenienza”. In ogni caso - come ha più volte sostenuto il procuratore Nunzio Fragliasso - la Procura, dopo la denuncia, dispone consulenze medico legali collegiali con un anatomopatologo, con medico legale e con un medico specialista prima di intraprendere ulteriori iniziative processuali.

Ma torniamo alla polemica sulle assicurazioni. «In base alla normativa vigente fin quando ci sarà l’obbligo da parte del medico di stipulare in prima persona un contratto assicurativo per colpa grave il premio assicurativo sarà molto alto, soprattutto in base alla qualità della struttura dove lavora, ovvero se la struttura sanitaria è a norma o meno, questo premio avrà una forbice tra i mille e i 10imila euro» scrive in una nota Antonio Mingione, segretario regionale dello Smi, il sindacato dei medici di famiglia. E aggiunge: «Di fatto le assicurazioni ci stanno comunicando che il sistema funzionerà come con le auto, più sinistri, premio più alto.



Fermo restando che l’auto deve essere a norma ovvero deve aver avuto la revisione. Cosicchè le sale operatorie ad esempio dovranno avere i requisiti previsti dalla normativa vigente altrimenti, ad esempio, un infezione sviluppatasi dopo una protesi d’anca, da collegarsi come causa o concausa alla sicurezza e alla sterilità di sala operatoria chiamerà direttamente il medico in causa a rispondere, anche per colpa grave di fronte alla legge, in quanto in base alla normativa vigente è il medico di sala operatoria che deve sollevare il problema, alla direzione strategica, della messa a norma ed in sicurezza delle sale operatorie. In caso contrario non dovrebbe effettuare più gli interventi programmati ma solo quelli urgenti».



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