La Fondazione Polis riparte:
«Diamo voce agli innocenti»

La Fondazione Polis riparte: «Diamo voce agli innocenti»
di Don Tonino Palmese * e Rosaria Manzo **
Lunedì 17 Settembre 2018, 08:00
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Dopo la due giorni al Palazzo delle Arti di Napoli del 18 e 19 giugno, con la quale abbiamo fatto il punto di quanto realizzato in questi primi dieci anni di attività, la Fondazione Polis riparte con rinnovato slancio ed entusiasmo.

Vogliamo innanzitutto ringraziare il presidente della Regione Campania per la fiducia accordataci, a conferma di quelle che saranno le direttrici fondamentali del nostro lavoro, in continuità con la presidenza di Paolo Siani: l'imprescindibile aiuto alle vittime innocenti della criminalità e la valorizzazione dei beni confiscati alla camorra, in uno con una capillare attività di comunicazione, finalizzata ad evidenziare progressi e criticità sui temi di interesse.

Nel corso di questi anni, soprattutto all'interno del mondo dei familiari delle vittime, abbiamo avuto modo di constatare quanto sia necessario dare voce concreta agli innocenti caduti per mano criminale e alle organizzazioni che gestiscono i beni confiscati. Continueremo su questa strada con forza sempre maggiore, evidenziando che la narrazione dei fenomeni criminali può e deve essere affrontata anche dall'ottica dei vinti che non si arrendono e lottano per un riscatto reale del nostro territorio. In tal senso, un appuntamento importante si svolgerà il prossimo 23 settembre al Palazzo delle Arti di Napoli, dove, nel giorno del 33esimo anniversario dell'omicidio di Giancarlo Siani, nell'ambito del Festival Internazionale di Giornalismo Civile “Imbavagliati”, promuoveremo “Mai più soli!”, convegno sull'evoluzione della narrazione criminale negli ultimi dieci anni. Sarà con noi, insieme ad autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e del mondo della cultura, il popolare attore siciliano Beppe Fiorello, colui che ha dato volto, nel 2006, in una miniserie televisiva trasmessa su Raiuno, a Joe Petrosino, il poliziotto di Padula ucciso dalla Mano Nera il 12 marzo 1909. Negli ultimi anni, anche grazie all'impegno della Fondazione Polis e al suo progetto “Storia criminale”, realizzato con la RAI, le storie delle nostre vittime hanno beneficiato di una significativa valorizzazione narrativa: ne sono testimonianza, solo per citarne alcune, le fiction dedicate a don Peppe Diana, Angelo Vassallo e Felicia Impastato, la mamma di Peppino. Sono certamente storie di dolore, ma anche di riscatto etico e sociale, che hanno acceso i riflettori sul volto migliore dei nostri territori.

Vogliamo pertanto continuare a promuovere una forte azione di sensibilizzazione culturale, attraverso la mostra Noninvano, con i volti sorridenti delle nostre vittime in piena antitesi agli spari dei clan, con la drammaturgia “Dieci Storie Proprio Così”, che abbiamo promosso insieme al Teatro San Carlo, con la nostra Stele della Memoria, permanentemente collocata in via Cesario Console per ricordarci il sacrificio di tutti gli innocenti uccisi dalla violenza criminale.

Un'azione altrettanto significativa la continueremo a condurre anche sul versante della pari dignità giuridica tra tutte le vittime, stimolando il Parlamento a fare di più e meglio per assolvere a quanto ci viene richiesto dall'Unione Europea, e per stimolare una riflessione operativa sull'esigenza di guardare ai processi dall'ottica delle vittime e non dei carnefici. L'estinzione del processo di appello sulla strage del treno Rapido 904 a seguito della morte dell'unico imputato è una grave ferita per chi crede nella legalità e nella giustizia ed è emblematica di quanto sia necessario prevedere un'ottica diversa nel tortuoso e difficile percorso giudiziario che i familiari delle vittime devono affrontare.

Un'ultima riflessione la vogliamo riservare ai giovani, anzi ai bambini, anche alla luce delle decisioni assunte dal Plenum del CSM riunitosi a Napoli lo scorso 11 settembre. La Fondazione Polis negli ultimi due anni ha avviato, insieme a “Nati per Leggere”, dei progetti di lettura dialogica per bambini da 0 a 6 anni e per i loro genitori in dieci quartieri della città di Napoli. Studi scientifici dimostrano infatti che investire sull'infanzia è fondamentale non solo per lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale della persona, ma anche per prevenire in maniera concreta che, nei quartieri maggiormente esposti al rischio di reclutamento mafioso, i giovani siano reclutati dalle organizzazioni criminali. I risultati non li vedremo subito, ma tra vent'anni. Noi vogliamo ulteriormente rafforzare questa esperienza, anche in forza della collaborazione che abbiamo instaurato con Save The Children e di un nuovo percorso che stiamo per avviare insieme alla Regione Campania, dall'emblematico titolo “Legalità Organizzata”. Oggi che le organizzazioni criminali della città, sempre più parcellizzate, sono guidate da giovanissimi di 20-25 anni, vogliamo combattere le “stese” di camorra con i libri e la cultura, l'arma più forte per sconfiggere le mafie. Abbiamo un sogno: che i bambini di oggi, ventenni del domani, sappiano scegliere con consapevolezza la strada giusta, quella della legalità. Noi ci siamo e lotteremo con tutte le nostre forze, in continuità con quanto messo in campo nei primi dieci anni di attività della Fondazione Polis.

* Presidente Fondazione Polis
** Vicepresidente Fondazione Polis
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