Bambina scomparsa a Firenze, la mamma: «So chi l'ha rapita». Il sospetto su un clan di peruviani: «Litigai con loro, avevo smesso di pagarli»

«A loro - dice Kathrina - ho pagato mille euro per una stanza qui dentro, poi pretendevano ancora soldi, 4-500 euro al mese. Io mi sono rifiutata e mi sono sistemata in un'altra camera

Kata bambina scomparsa, la mamma: «So chi l'ha presa». Il sospetto su un clan di peruviani: «Litigai con loro, avevo smesso di pagarli»
Kata bambina scomparsa, la mamma: «So chi l'ha presa». Il sospetto su un clan di peruviani: «Litigai con loro, avevo smesso di pagarli»
di Alessia Marani
Lunedì 12 Giugno 2023, 08:59 - Ultimo agg. 09:25
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dalla nostra inviata

Sparita. Inghiottita nel nulla come nel peggiore degli incubi. Della piccola Mia Kataleya Chicllo Alvarez, 4 anni, peruviana, che abita in un ex hotel occupato a Firenze con la mamma e il fratellino, non si hanno più notizie dalle 15.15 di sabato. In compenso si sono susseguite un centinaio di segnalazioni di presunti avvistamenti a cui i carabinieri stanno cercando un riscontro, minuto dopo minuto. Fino a ieri, però, invano. Ora si teme il peggio. Una delle piste che fa rabbrividire e che sembrerebbe prendere corpo è quella di un possibile rapimento. In stile latinos. «Ho detto ai carabinieri che so chi può averla presa», ripete la madre, Kathrina, 26 anni, che ieri ha avuto anche un malore ed è stata portata in ospedale. Gli unici sospetti che ha ricadono su un clan di connazionali, gente storica dell'occupazione di via Maragliano. «A loro - dice Kathrina - ho pagato mille euro per una stanza qui dentro, poi pretendevano ancora soldi, 4-500 euro al mese. Io mi sono rifiutata e mi sono sistemata in un'altra camera, pagando solo le spese comuni. Anche con mio marito, prima che finisse in carcere, hanno discusso», dice. Con quelli del "terzo piano" le ultime scintille ci sarebbero state un paio di settimane fa. «Erano ubriachi e ce l'avevano con mio fratello». In quell'occasione un ecuadoregno precipitò da 6 metri d'altezza salvandosi miracolosamente. Kathrina cominciava ad avere paura, insomma, «anche se nessuno mi ha minacciato», tanto da confidare alla sua migliore amica, Isabel di volersene andare. «Ho la testa che mi scoppia - aggiunge la donna - vorrei riposare. Siccome Kata non si era mai allontanata da sola, penso che qualcuno sia entrato per prendersela, che è stato pagato per farlo. I miei sospetti? Nascono dal fatto che quelle sono le uniche persone con cui avevamo problemi. Poi un uomo ha chiamato Isabel pensando fossi io e dicendo che aveva la bambina con sé... Non so più che pensare, aiutatemi. Riportino la mia bimba, queste sono cose da grandi non se la prendano con lei».
L'ex Hotel Astor chiuso in epoca Covid è divenuto rifugio per un centinaio di occupanti, di cui la metà bambini. Anche ieri è stato battuto palmo a palmo dai carabinieri e passato in rassegna ben tre volte anche con l'aiuto dei cani molecolari. I vigili del fuoco hanno ispezionato intercapedini, scantinati, cassoni dell'acqua in disuso. Ma della piccola "Kata", come qui la chiamano tutti, neanche l'ombra. Il che fa dedurre che la bambina non sia più all'interno della struttura. Gli inquirenti passano al vaglio ogni circostanza, anche altre liti, tra peruviani e romeni. Oggi a mezzogiorno Kathrina sarà convocata dai carabinieri in caserma e sentita nuovamente. «Non si sentiamo di escludere alcuna pista - spiega il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze - tutte le ipotesi sono aperte compresa quella del rapimento da parte di adulti o l'allontanamento». Si cerca di capire se anche il papà di Kata, in carcere per reati contro il patrimonio, possa avere conti in sospeso con qualcuno.

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LO SCENARIO

Kata sabato stava giocando con delle altre bambine nel cortile dell'ex hotel "Astor" ora occupato dai movimenti per la casa nel quartiere San Iacopino, al confine con Novoli, lasciata in custodia allo zio Hevan dalla mamma che era andata prima a lavorare e poi al Carrefour. Un attimo di distrazione, Kata sembra discutere con le amichette e poi, all'improvviso, scompare. La telecamera di un lampione che inquadra l'ingresso della struttura su via Baccherini, la riprende mentre esce dal cortile verso la strada e poi rientra. Ma l'edificio dispone di altri due accessi laterali, uno porta agli scantinati occupati di un palazzo attiguo, dell'Inpdap. «Una bambina non può e non deve vivere in una situazione di tale degrado - dice Richard Asagna, dei peruviani fiorentini - I nostri bambini, tutti i bambini, ora hanno paura. Chi sa, parli». Ieri il telefonino a cui è stato indicato nel tam tam sulla rete e nelle chat di chiamare per segnalazioni di Kataleya, sono arrivati numerosi alert. Alcuni, purtroppo, di mitomani. «Mi ha appena contattato un uomo che dice di avere Kata con sé», conferma Isabelr. Dopo poco un'altra telefonata: un autista del trasporto pubblico dice di avere visto la bimba piangere sul bus 35, nei pressi di via Baracca, dove un'altra persona era sicura di averla vista sabato sera non lontano dal McDonald's con due donne e un uomo. Anche un filmato è stato visionato: ma non era Kata. Le ricerche si sono estese anche lungo il Mugnano, fiume che scorre vicino a San Iacopino. Protezione civile, cittadini semplici, tassisti, tutti a Firenze cercano Kata.
 

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