IL CASO

Kata, la bimba scomparsa a Firenze: in un video esce e rientra in cortile. Due testimoni: «Portata via da un adulto»

È tornato in libertà ieri sera: il giudice gli ha sostituito la misura della custodia cautelare con l'obbligo di firma.

Kata, in un video esce e rientra in cortile. Pm: «Seguiamo pista del racket affitti»
Kata, in un video esce e rientra in cortile. Pm: «Seguiamo pista del racket affitti»
Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:42 - Ultimo agg. 22:12

"Principessa ti ritroverò", il post della mamma di Kata

«Principessa mia, solo dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza. Però adesso sono più forte e non mi riposeró fino a quando non ti troverò». Così scrive su Facebook la madre di Kata: il post, tradotto, è stato diffuso da un'amica della donna che insieme ad altre persone vicine alla famiglia ha annunciato per stasera una nuova manifestazione. «Le persone che mi stanno vicino sanno come mi sento - prosegue la donna -, chissà non mi avete vista piangere o buttarmi a terra davanti ad una telecamera, ma è che questo non identifica il mio dolore. Non devo dimostrare niente a nessuno Siete liberi di pensarla come volete. Prima credevo e dicevo che in qualsiasi caso se fosse successo a me avrei fatto di tutto, però quando arriva il tuo turno (e spero non succeda mai) saprai cosa significa rimanere sotto shock. Tutto questo mi sembra irreale, mai avrei pensato che la mia bambina mi venisse strappata via dalle braccia, i miei amici sanno ciò che sto passando e non mi arrenderò finché non ti troverò. Grazie a dio mi sto rialzando, sai quanto mi manchi amore mio. Ti amo con tutta la mia anima. Tenetevi i vostri commenti mal intenzionati per favore. In questi momento ciò che mi serve è il vostro appoggio o almeno condividete questo messaggio».

Due testimoni: «Portata via da un adulto»

Due testimoni, tra cui una bambina, avrebbero indicato agli investigatori che la piccola Kata sarebbe stata portata via da un adulto, nel pomeriggio di sabato scorso dal cortile dell'ex hotel Astor di Firenze. Al momento le testimonianze non avrebbero avuto riscontri. Gli inquirenti avevano ipotizzato anche la presenza di un «covo» vicino all'ex albergo occupato, dove chi avrebbe rapito la bambina potrebbe averla tenuta per alcune ore. Le perquisizioni di ieri fuori dal perimetro della struttura occupata non avrebbero dato esito positivo.

La mamma di Kata su Facebook: «Principessa ti troverò»

«Principessa mia, solo dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza. Però adesso sono più forte e non mi riposerò fino a quando non ti troverò». Così in un post su Facebook, tradotto e diffuso dalla comunità peruviana fiorentina, Katherine Alvarez, madre di Mia Kataleya, Kata per parenti e amici. La donna è stata dimessa dall'ospedale Careggi dove era stata ricoverata dopo aver ingerito una piccola quantità di candeggina. «Le persone che mi stanno vicino - scrive ancora la madre - sanno come mi sento. Non mi avete vista piangere o buttarmi a terra davanti ad una telecamera, ma è che questo non identifica il mio dolore. Tutto questo - prosegue - mi sembra irreale, mai avrei pensato che la mia bambina mi venisse strappata via dalle braccia, i miei amici sanno ciò che sto passando e non mi arrenderò finché non ti troverò». «Grazie a dio mi sto rialzando, sai quanto mi manchi amore mio. Ti amo con tutta la mia anima, Principessa mia. Tenetevi i vostri commenti mal intenzionati per favore - conclude la madre - In questo momento ciò che mi serve è il vostro appoggio o almeno condividete questo messaggio»

Kata ripresa da telecamere: sola mentre esce e rientra nel cortile

Il circuito di telecamere intorno all'ex hotel Astor a Firenze ha ripreso in un filmato la piccola Kata, 5 anni, scomparsa da sabato scorso, mentre lascia il gruppo di bambini con fratellino e si dirige, da sola, verso la porta del cortile laterale, per poi rientrare nello stesso cortile. È quanto si apprende da fonti vicine agli investigatori.

Pm, la pista racket affitti è privilegiata

È quella del racket degli affitti nell'ex albergo Astor a Firenze, occupato da varie famiglie tra cui quella di Kata, la pista privilegiata dagli inquirenti per la scomparsa della bambina di 5 anni di cui non si hanno più notizie da sabato scorso. È quanto spiegato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli che sta seguendo il caso insieme alla pm della Dda Christine von Borries e al sostituto Giuseppe Ledda. Da quanto ricostruito al momento dagli investigatori, il racket degli affitti vedrebbe coinvolti tre distinti gruppi, due composti da cittadini di origine peruviana, uno dei quali vicino alla famiglia di Kata, un terzo di romeni. Dentro l'ex albergo l'affitto per una 'camerà andrebbe dagli 800 euro senza bagno, arrivando fino anche ai 1.500 euro se con i servizi. Gli inquirenti stanno continuando a sentire occupanti del palazzo, lontano però dallo stabile, al comando dei carabinier: vengono ascoltati come persone informate sui fatti. Già ascoltato anche il padre di Kata, uscito ieri dal carcere. C'è anche un altra pista, ritenuta però residuale, non scartata per non tralasciare nulla: è quella legata alla pedofilia. 

Donna che vive nell'ex albergo Astor: «Noi non c'entriamo nulla»

«Hanno scritto che c'entrano i romeni, ma non c'entrano nulla, è tutto tra loro.

I peruviani lo sanno dov'è la bambina. Non lo sappiamo noi romeni, i bambini giocano qua fuori, perché hanno preso la loro bambina e non una nostra? È perché dieci giorni fa si sono picchiati». Queste le parole di una donna di origine romena che vive nell'ex albergo Astor, il palazzo occupato casa anche di Kata, la bambina peruviana scomparsa da sabato scorso da quell'immobile. La donna si è fermata a parlare con i giornalisti che stazionano fuori dal palazzo occupato, tra via Maragliano e via Boccherini. Secondo la sua ricostruzione «non sarebbe una questione di soldi», ma di controllo degli affitti all'interno dell'ex hotel occupato. La donna ricorda l'episodio del 28 maggio, quando dopo un'aggressione un sudamericano è precipitato in strada. «Gli hanno dato una botta con un ferro in testa - racconta - e per la paura si è buttato di sotto e dopo una settimana è sparita la bambina. Si sono picchiati per le stanze. La famiglia lo sa chi ha preso la bambina e l'hanno detto alla polizia. Noi siamo stufi di questa situazione».

Investigatori: «Il super testimone non esiste»

«Il super testimone non esiste». Così' all'Adnkronos fonti investigative dei carabinieri circa l'esistenza di un uomo straniero che avrebbe visto sabato scorso portar via Mia Kataleya Chicllo Alvarez, la bambina di origine peruviana di 5 anni scomparsa a Firenze dall'ex hotel Astor occupato dove abitava con la madre e il fratellino. Le stesse fonti investigative fanno sapere che finora sono state raccolte e sono al vaglio indicazioni fornite da persone diverse, «ma risultano tutte frammentarie e non coerenti fra loro».

La vendetta per un presunto stupro

 Intanto, spunta l’ombra di una vendetta per una violenza subita da una quindicenne, anche lei peruviana, in questa drammatica vicenda. La circostanza viene raccontata dagli occupanti dello stabile, il vecchio albergo in disuso dall’emergenza Covid e divenuto nel frattempo rifugio di un centinaio tra sudamericani e romeni, tra cui anche la famiglia peruviana della piccola “Kata”. Non solo il racket delle stanze occupate, dunque, ma anche quest’episodio potrebbe avere innescato una spirale di cieca violenza all’interno della comunità latinoamericana con epilogo la scomparsa della piccola. Per gli inquirenti un’altra pista da battere.

Kata scomparsa a Firenze, blitz dei carabinieri nel palazzo accanto all'ex hotel occupato. ​Ispezionati tombini e pozzi

La testimonianza

«Tempo fa - racconta una donna, la compagna del peruviano volato giù dal secondo piano dello stabile il 27 maggio per sfuggire a un agguato - c’è stata una lite tra uno dei capi dell’occupazione e la figlia. Un caos per cui si è riunita anche l’assemblea dell’occupazione in cui si è parlato di uno stupro subito da una 15enne, anche lei peruviana, ma esterna. Dicevano che era stata trascinata dentro da gente di qui, forse erano tutti ubriachi, anche lei. Da quel momento non c’è stata più pace. Che periodo sarà stato? Febbraio, eravamo in tanti, era ancora presente il papà di Kata». Miguel, 28 anni, da marzo è detenuto nel carcere di Sollicciano dove, appresa la notizia della scomparsa della sua bambina, ha tentato per due volte il suicidio. Anche Katrhina, la mamma di Kata, ha ingerito candeggina in un gesto disperato e da lunedì è ricoverata all’ospedale Careggi da dove oggi dovrebbe essere dimessa. 

LA RICOSTRUZIONE

Ma cosa c’entra la presunta violenza con la piccola Kata? Come spiegano altri occupanti, «il papà della vittima dello stupro potrebbe aver architettato la sparizione della bambina come ritorsione, avendo tutto il tempo di meditare bene come agire senza lasciare tracce». Un’ipotesi suggestiva, anche se al momento non risulta che il fattaccio sia stato mai ufficialmente denunciato. Intanto nello stabile, gli occupanti si rimpallano le responsabilità e non mancano ripicche. I connazionali sospettati da Kathrina di non avere dato più tregua alla sua famiglia dopo avere smesso di pagare per la stanza occupata, rilanciano le accuse: «Ma se è la sua, di famiglia, a farsi pagare. Lo sanno tutti che il fratello è il braccio destro di Carlos, il ras dell’occupazione». Gli investigatori dell’Arma hanno, inoltre, nella lente anche un post di minacce rivolto a Kathrina e alla sua famiglia apparso su Facebook e scritto da un connazionale che vive all’Astor: «Ricordatevi che in Perù tenete famiglia». Nessun elemento viene tralasciato. Ieri i carabinieri hanno di fatto identificato e censito tutti i presenti, fotografandoli e chiedendo quale numero di stanza occupassero, ma hanno allargato il campo delle ricerche anche agli stabili più vicini, sulla stessa strada. La sera precedente erano stati anche in un altro palazzo di via Monteverdi, in parte occupato da rom e romeni. Anche ieri hanno cercato Kata dietro pareti di cartongesso, ispezionando pozzi e tombini, sopratutto hanno bussato porta a porta perquisendo tutti gli appartamenti. 

È stato scarcerato il padre di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa da sabato scorso a Firenze: si trovava da marzo scorso nel penitenziario di Solliccian per reati contro il patrimonio. È tornato in libertà ieri sera: il giudice gli ha sostituito la misura della custodia cautelare con l'obbligo di firma.

 

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