Un primo nome è già agli atti della nuova inchiesta sulla morte di Mario Biondo, il cameraman che viveva a Madrid ed era sposato con la nota conduttrice televisiva Raquel Sánchez Silva. È un uomo spagnolo di 50 anni, che la notte del decesso del cameraman palermitano, trovato impiccato alla libreria di casa con un foulard, ha utilizzato gli account dei social di Biondo. Il nome è stato comunicato dai consulenti italo-americani della Emme Team, che svolgono indagini difensive per la famiglia di Mario, alla procura generale, che ha avocato l'indagine dopo una richiesta di archiviazione respinta dal gip. Una vicenda poco chiara, che le contraddizioni e le bugie della moglie di Biondo, interrogata anche dai pm di Palermo, non hanno aiutato a ricostruire.
Il lavoro dei consulenti, che adesso saranno convocati e sentiti alla procura generale, però, non è ancora concluso. Nei prossimi giorni sarà consegnato, attraverso l'avvocato della familia, Carmelita Morreale, una relazione con un altro nome, quello corrispondente all'Ip che sia la notte del decesso, il 29 maggio, sia il giorno successivo, quando era già stato scoperto il corpo e la polizia si trovava nell'appartamento di Madrid, si è collegato al wifi di casa. L'ipotesi è dunque che Mario non fosse solo nell'appartamento, come sostenuto dalla polizia spagnola che aveva archiviato il caso come suicidio.
Mario Biondo, svolta nella morte del cameraman trovato impiccato: «In casa non era solo»
GLI ACCESSI AI SOCIAL
I consulenti, attraverso gli indirizzi Ip, sono riusciti a individuare negli Stati Uniti, due Iphone che accedono ai profili Twitter e Facebook di Mario la notte del decesso e nelle ore successive. Il primo, quello riconducibile all'uomo di 50 anni, già in qualche modo comparso durante gli accertamenti, accede all'account Twitter. L'altro entra nel profilo Facebook e, soprattutto, si aggancia al wifi dell'appartamento. Secondo le verifiche i due cellulari, però, sono nella stessa zona. Coperti dalla medesima cella. Il prossimo passo sarà svelare l'identità della persona che è entrata nella pagina Facebook di Mario utilizzando la rete domestica. La notte della morte, Mario avrebbe usato Facebook per comunicare con i fratelli. Alle 00:48 uno dei due dispositivi scoperti dalla consulenza avrebbe agganciato il wifi e sarebbe dunque stato usato nell'appartamento, mentre il secondo smartphone sarebbe stato utilizzato nei dintorni dell'abitazione. Entrambi invece erano in casa di Biondo alle 19 del 30 maggio, durante i rilievi della polizia. Un altro punto oscuro riguarda la carta di credito di Mario, utilizzata la notte del decesso in un nightclub, tra le 2,08 e le 2,53 e mai ritrovata.
La famiglia Biondo è da sempre convinta che il ragazzo sia stato ucciso e non si sia suicidato come in un primo momento hanno ritenuto gli inquirenti.
LE CONTRADDIZIONI
Ad acuire i sospetti sono state anche le bugie e le contraddizioni di Raquel, la moglie di Biondo, avvertita, durante una lunga e stentata audizione per rogatoria, dai pm palermitani: «Se lei continua a dire che non ricorda potrebbe essere indagata per omicidio in Italia».