Tabaccaia uccisa a coltellate a Foggia, il killer confessa: «Non volevo ucciderla». L'uomo fermato a Napoli

Il 43enne marocchino era destinatario di un decreto di espulsione dal territorio italiano disposto in seguito ad una serie di reati che avrebbe commesso

Tabaccaia uccisa a coltellate a Foggia, fermato il presunto killer a Napoli: è un uomo di 43 anni
Tabaccaia uccisa a coltellate a Foggia, fermato il presunto killer a Napoli: è un uomo di 43 anni
Domenica 3 Settembre 2023, 15:23 - Ultimo agg. 17:28
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È stato fermato un 43enne sospettato di avere ucciso il 28 agosto scorso a Foggia Franca Marasco, la titolare 72enne di una tabaccheria accoltellata durante un tentativo di rapina nel suo negozio. L'uomo è stato sottoposto a fermo su disposizione del pm dopo essere stato interrogato nel corso della notte. L'uomo è accusato di omicidio e rapina aggravata, ma sull'esatta dinamica dell'accaduto sono ancora in corso accertamenti da parte dei carabinieri.

Foggia, tabaccaia uccisa a coltellate nel suo negozio per una tentata rapina: caccia al killer in fuga

È stato rintracciato ieri sera nei pressi della stazione di Napoli. Il presunto omicida - del quale non è stato reso noto il nome - e che è di origine marocchina - è stato individuato dai carabinieri, coordinati dalla procura di Foggia, attraverso l'esame di numerosissime telecamere pubbliche e private, intercettazioni telefoniche ed esami testimoniali, che hanno consentito di ricostruire l'intero percorso dell'omicida.

Le indagini

Secondo quanto accertato, dopo l'omicidio l'uomo aveva indossato nuovi indumenti, abbandonando quelli usati precedentemente all'interno di un sacchetto in plastica in via Mameli, dove sono stati trovati e posti sotto sequestro dai carabinieri.

I militari hanno inoltre rintracciato e sottoposto a sequestro il telefono cellulare rubato alla vittima e che sarebbe stato venduto dall'uomo ad altre persone. Il cittadino marocchino era destinatario di un decreto di espulsione dal territorio italiano disposto in seguito ad una serie di reati che avrebbe commesso. Il provvedimento, però, non gli era mai stato notificato in quanto l'uomo era irreperibile a causa del suo continuo peregrinare tra varie città italiane. Da indiscrezioni, sembra che a Foggia fosse giunto da poco tempo.

La confessione

Ha confessato, affermando però di non avere avuto intenzione di uccidere, Redouane Moslli, il cittadino marocchino di 43 anni fermato oggi per l'omicidio della tabaccaia. Secondo quanto riferito dal legale dell'uomo, l'avvocato Nicola Totaro, Redouane Moslli era a Foggia dall'11 luglio scorso, era impiegato come bracciante agricolo nelle campagne di Torremaggiore e viveva in un dormitorio in città. Conosceva la tabaccheria di via Marchese de Rosa perché vi si era recato già in altre occasioni. Secondo quanto riferito dal legale, l'uomo ha confessato che la mattina del 28 agosto, in difficoltà economiche, «armato di coltello è entrato nella tabaccheria, puntando il coltello alla gola della vittima, ferendola una prima volta perché la donna si sarebbe mossa». Poi avrebbe tentato di portar via soldi, 75 euro, presi dalla cassa, ma la donna avrebbe cercato di bloccarlo e l'uomo l'avrebbe ferita al torace con il coltello dalla lama appuntita. Poi la fuga durante la quale avrebbe tentato di disfarsi del cellulare della vittima. Sempre secondo quanto dichiarato, l'uomo sarebbe stato intercettato da un italiano mentre tentava di disfarsi del telefono e glielo avrebbe consegnato. Poi, dopo essersi disfatto degli abiti indossati durante il delitto, sarebbe rimasto a Foggia per alcuni giorni fino a quando, ricostruisce il legale, resosi conto della gravità del fatto, ha tentato la fuga a Napoli dove è stato rintracciato.

«Sin dal momento del fermo in Napoli, il signor Moslli Redouane si è messo a disposizione dell'autorità giudiziaria - precisa l'avvocato - avendo capito di aver sbagliato; stamane ha reso dichiarazioni durante l'interrogatorio, ha fornito tutti gli elementi al Pubblico Ministero, entrando nei particolari; ha prestato il consenso agli accertamenti ed al prelievo del proprio dna». Secondo il legale «si è trattato di una rapina finita in malo modo, poiché non ha saputo gestire la situazione e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima». Nei prossimi giorni si terrà l'udienza di convalida e saranno riscontrate le dichiarazioni fornite con il completamento delle indagini preliminari.

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