Terremoto ad Amatrice, storie di ripartenza a 7 anni dalla catastrofe

Alle 3.36 del 24 agosto 2016 una scossa di magnitudo 6.0 distrusse centri storici e frazioni e causò 299 vittime.

Terremoto ad Amatrice, storie di ripartenza a 7 anni dalla catastrofe
di Mauro Evangelisti
Mercoledì 23 Agosto 2023, 01:40
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Il terremoto sorprese gli abitanti di Amatrice e Accumoli, provincia di Rieti, e di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) nel sonno. Alle 3.36 una scossa di magnitudo 6.0 distrusse centri storici e frazioni, causò 299 vittime. Era il 24 agosto del 2016, nei mesi successivi ci furono altre scosse che aggravarono il bilancio in questi comuni e altri in Umbria, nelle Marche e in Abruzzo. Sette anni dopo la ricostruzione va a rilento, il centro storico di Amatrice è ancora una spianata da cui sono solo state rimosse le macerie, Accumoli non è più il paese di un tempo perché fu raso al suolo dal sisma. Nel mese di luglio sono stati erogati da Cassa Depositi e Prestiti alle imprese che operano nella ricostruzione privata 131 milioni di euro. Dice Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016: «Molto è stato fatto e si sta facendo ma sappiamo che non basta. Moltissimo resta ancora da fare. In questi anni abbiamo registrato troppe false partenze e alcune gravi criticità esterne che hanno ritardato la ricostruzione».

L'impresa

Lo zafferano porta la speranza nel borgo che non è rinato

La rinascita di Accumoli ha anche il sapore dello zafferano.

A Roccasalli, una frazione del piccolo comune a 850 metri nella provincia di Rieti, distrutto e modificato forse per sempre dal terremoto nel 2016, tre sorelle hanno avuto la forza e il coraggio di avviare un’azienda agricola. Fiamma, Azzurra e Julia Claudia Antonucci l’hanno raccontato in molte interviste: «Un anno dopo il terremoto abbiamo deciso di reagire». Oggi anche on line vendono zafferano e altri prodotti realizzati con esso. Ma rischia di essere solo una goccia nell’oceano di difficoltà che Accumoli deve affrontare.

«Serviranno almeno altri dieci anni prima che il percorso della ricostruzione sia in fase avanzata, prima di riuscire a vedere qualcosa di concreto. Ma forse servirà anche più tempo» racconta la sindaca Franca D’Angeli, insegnante. Originaria di Cittaducale, la sua professione nel 1980 la portò nel piccolo paese sull’Appennino. Anche lei oggi vive nei moduli abitativi, le Sae (Soluzioni abitative in emergenza). Comunemente vengono chiamate “casette”. Ad Accumoli non ci sono abitazioni agibili e per almeno tre frazioni si parla, in vista della ricostruzioni, di delocalizzazione, di spostamento in altre aree. Il centro storico è ancora una vasta zona rossa, da cui devono essere rimosse le macerie.

Accumoli è, sette anni dopo, il paese che non è rinato. «La correggo, questo vale anche per parte di Amatrice e Arquata. È eccessivo affermare che descriva solo la situazione di Accumoli. Certo, noi di fatto dopo il terremoto avevamo pochissime case agibili. Le abitazioni distrutte erano centenarie, ricostruirle è particolarmente difficile. E dovremo essere bravi perché il futuro di Accumoli sia accogliente per altre famiglie, gli abitanti rimasti sono 550, forse non abbiamo tenuto sufficientemente in considerazione il problema demografico».

La ricostruzione

A 83 anni Luigi riapre l’albergo devastato

A 83 anni Luigi Bucci ha accettato una nuova sfida. Nella terribile notte del 24 agosto 2016 il suo hotel-ristorante, il Castagneto, a ridosso del centro storico di Amatrice, venne danneggiato dal sisma. «Per fortuna la struttura non è crollata, ospiti e personale ebbero il tempo per mettersi al sicuro. Ma nei mesi successivi abbiamo dovuto prendere una decisione: ristrutturare l’albergo che fu costruito nel 1968 o demolirlo e rifarlo nuovo. Io sono ingegnere e lo sono anche i miei due figli. Abbiamo consultato molti colleghi e alla fine abbiamo concluso che la soluzione migliore era abbattere l’albergo e ricostruirlo. Abbiamo scelto di realizzare le fondamenta in cemento armato e la copertura in legno». A dicembre dell’anno scorso c’è stata l’inaugurazione. «Ma difficilmente le cose torneranno come prima ad Amatrice - racconta Bucci - qui tradizionalmente, prima del terremoto, venivano tantissime persone a cena e a pranzo, soprattutto d’estate, perché le seconde case erano oltre 2mila. Inoltre, la villeggiatura era molto più lunga. Io l’ho detto al commissario: alle imprese che ripartono serve un sostegno, altrimenti non ce la faremo».

La tradizione della ristorazione ad Amatrice è solida e rischiava di andare perduta. Nel 2017, è stata inaugurata una struttura molto bella, polifunzionale, proprio alle porte della città. L’hanno chiamata Polo del Gusto e vi hanno trovato posto i ristoranti le cui sedi erano state distrutte dal terremoto. «Subito dopo il sisma l’affluenza dalle città vicine nei vari ristoranti è stata notevole, c’era il desiderio di sostenere la rinascita di Amatrice. Con il tempo questa spinta emotiva però si è affievolita, ma qui nessuno si arrende» ricorda Bucci.

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