C'era un corpo in un saccone che galleggiava e che trasportava un corpo smembrato in quel canale che quest'estate ha fatto i conti con gli effetti della siccità. Era il giallo dell'estate, in Veneto. Quel pacco dell'orrore era venuto a galla a luglio, in provincia di Rovigo, nel canale Adigetto, un corso d'acqua che si stacca dall'Adige e che viene usato per l'irrigazione. I primi a notarlo erano stati alcuni tecnici. All'interno c'era qualcosa che gli operai non potevano immaginare: un cadavere sezionato, quasi in stato di decomposizione. Il morto, è stato accertato in queste settimane, era quello del muratore 71enne di origini albanesi, Shefki Kurti, residente con la moglie a Badia Polesine.
La confessione della moglie
Avrebbe confessato il delitto Nadire Kurti, la moglie del cittadino albanese il cui cadavere fatto a pezzi era stato trovato nelle acque del canale Adigetto a fine luglio in provincia di Rovigo.
Fratelli Bianchi si separano in appello e scelgono strategia difensiva diversa
Corpo in un borsone, le indagini
Lanciato l'allarme erano iniziate le indagini. Gli accertamenti dei carabinieri sono partiti dalle persone scomparse nella zona ma ora si è scoperta la verità: i resti di quel corpo appartenevano a un uomo che ora ha nome e cognome ma c'è di più. A uccidere l'uomo, stando alle accuse, e sbarazzarsi dei poveri resti è stata la moglie. E per questo proprio oggi la donna è stata arrestata.
Fratelli Bianchi, l'ex legale: «Sentenza Willy mediatica». Ma per i giudici è stata esecuzione
L'accusa
Per il momento tutto resta coperto dal solito, e più rigido del solito, segreto. Ma quello che è certo è che la moglie dell'uomo fatto a pezzi e buttato nel fiume è accusata di omicidio volontario aggravato. In questi mesi le indagini hanno consentito di appurare da quanto tempo fosse in acqua quel sacco, che percorso abbia fatto e in che modo sia stato smembrato il corpo.