Ponza, esplosione su una barca: ustionati due govani

L'incidente durante i lavori in una cella frigorifera

Ponza, esplosione su una barca: ustionati due govani
di Vittorio Buongiorno e Marco Cusumano
Martedì 18 Luglio 2023, 12:04
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Un boato, le urla, qualcuno giura di aver visto una fiammata alta 20 metri, altri due persone con i vestiti in fiamme che si lanciano in acqua. È accaduto a Ponza, lungo via banchina di Fazio, la strada a livello del mare stretta tra negozi e l'attracco dei pescherecci. L'esplosione è avvenuta a bordo di un peschereccio, il "Madonna delle ripe rosse", solo che la barca è intatta. Le due persone vengono tirate fuori dall'acqua, sono ustionate. La gente urla, viene chiesto l'intervento del 118. Sono le 10, molte barche sono già uscite, molti negozi sono ancora chiusi, ancora non ci sono troppi turisti in giro.

I sanitari del 118 della postazione di Ponza attivano immediatamente la richiesta di una eliambulanza per gestire il trasferimento in tempi rapidi. I due feriti vengono stabilizzati. Sono gravemente ustionati. Uno in particolare è stato colpito in pieno volto dall'esplosione. Vengono portati immediatamente sulla piazzola dell'elisoccorso da dove, con l'elicottero del 118, partiranno nel giro di pochi minuti verso il Centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Sono il proprietario della barca e il titolare della ditta che stava eseguendo dei lavori a bordo del peschereccio, una barca di 13 metri. Approfittando della giornata di lunedì i due si erano dati appuntamento a bordo per effettuare una riparazione alla cella frigorifera della motopesca.

L'INCIDENTE

Secondo la ricostruzione, al vaglio della Guardia costiera che indaga sulla dinamica dell'incidente, l'intervento tecnico di riparazione riguardava la cella frigorifera che si trova a bordo del peschereccio. In particolare potrebbe essere stato usato del gas refrigerante per ricaricare l'impianto, un'operazione effettuata in uno spazio molto ridotto com'è quello di un peschereccio di quelle dimensioni. I guardacoste, agli ordini del comandante della stazione di Ponza Dario Nicosia, hanno riscontrato che il tecnico e il titolare dell'imbarcazione, entrambi ponzesi, entrambi trentenni, si trovavano uno accanto all'altro, probabilmente chinati sull'impianto. L'ipotesi più accreditata è che durante l'operazione di ricarica si sia verificata una perdita di gas infiammabile che potrebbe aver rapidamente saturato il piccolo ambiente nel quale stavano lavorando i due giovani.

A quel punto è avvenuta l'esplosione provocata da un elemento esterno, su questo aspetto sono in corso gli accertamenti tecnici. Non è escluso che a innescare l'esplosione possa essere stata una semplice lampadina accesa, ma qualcuno riferisce anche di un intervento con fiamma ossidrica nell'ambito della riparazione dell'impianto, il che potrebbe spiegare la violenza deflagrazione.

I due, Mattia e Maurizio, dopo essere stati travolti dall'esplosione, si sono istintivamente gettati in acqua. Sono entrambi ustionati e sono ricoverati all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. I medici li hanno intubati e sottoposti a trattamenti per le gravi ustioni riportate, sul 39% e 45% del corpo, sono in prognosi riservata ma fortunatamente non sono in pericolo di vita.

LA BARCA

"Madonna delle ripe rosse" è il nome del peschereccio che il giovane ustionato gestisce da tre anni insieme ad un altro socio. Nel 2020, dopo una piccola cerimonia di benedizione alla presenza del parroco dell'isola, don Ramon, era stata avviata la nuova attività imprenditoriale. Sull'isola tutti conoscono Mattia: «Siamo addolorati per quanto accaduto - commentano alcuni residenti - anche perché sono rimasti feriti dei giovani lavoratori che hanno deciso di affrontare una professione impegnativa e non sempre ambita dai loro coetanei, speriamo si rimettano presto per tornare in mare più forti di prima». «Abbiamo supportato il 118 - spiega il sindaco Francesco Ambrosino - per gestire al meglio i soccorsi e il trasferimento in eliambulanza, in modo da garantire cure rapide ai giovani rimasti coinvolti nell'incidente. Ora non possiamo fare altro che attendere».
 
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