Totò, il museo (prima o poi) verrà ma il principe vive in ciascuno di noi

Domenica 14 Aprile 2024, 11:14 - Ultimo agg. 21 Aprile, 09:21
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Egregio direttore de Core,

domani ricorre un anniversario importante. Mi chiedo e le chiedo: aprirà a Napoli il museo dedicato a Totò? E quando? Se lo domandano da tempo in tanti, che in tutto il mondo sono legati, da un profondo affetto e da una stima incondizionata, al grande attore partenopeo, scomparso il 15 aprile di 57 anni fa. Al riguardo, per sensibilizzare il Comune di Napoli, rispetto a ritardi oramai “storici “, lancio l'ennesimo appello. In verità, nelle scarne occasioni nelle quali si è affrontata la questione, coincidenti quasi sempre con gli anniversari della nascita o della morte di Totò, non sono stati mai chiariti i motivi concreti che hanno ritardato l’apertura del museo dedicato al principe della risata. Dopo oltre un quarto di secolo, dal momento che il primo annuncio dell'apertura del museo risale al 1996, si confida che, in occasione di quest'ennesimo anniversario, si voglia fare finalmente luce sull'intera vicenda. L'attuale ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, l'anno scorso dichiarò che, dopo il museo dedicato a un altro grande napoletano, il tenore Enrico Caruso, sarebbe stato inaugurato finalmente anche il museo dedicato a Totò. Aspettiamo ancora che alle parole seguano fatti concreti.

Gennaro Capodanno

Napoli 

Il direttore risponde 

 

Gentile Gennaro,

come tante, troppe vicende napoletane anche questa storia del museo di Totò si perde nella notte dei tempi.

Ma una luce c’è, un progetto fondato esiste, una concretezza di azione - sull’asse ministero della Cultura-Comune di Napoli - anche; quindi l’augurio che quanto prima Palazzo dello Spagnolo diventi sede in grado di celebrare degnamente l’epopea artistica di Antonio De Curtis speriamo diventi realtà. Meglio tardi che mai. Ogni limite ha una pazienza, direbbe il Nostro per l’occasione. La burocrazia, fatta di scartoffie, permessi e autorizzazioni (talvolta ottusità), finora ha avuto la meglio persino sulla Maschera avanguardista più incredibile che il mondo dello spettacolo abbia espresso. Arrabbiature a parte, due considerazioni a margine. La prima riguarda Liliana, la figlia. Per una vita ha lottato per portare a compimento il progetto museale, ed è morta senza che fosse realizzato. Una grande amarezza, ovvero una sconfitta. La seconda, più surrealista (e molto personale): ma siamo proprio sicuri che la creatività di Totò debba necessariamente avere bisogno di uno spazio celebrativo con memorabilia, immagini e quant’altro che possa riportare alla nostra attenzione quanto di straordinario Totò ha fatto nella sua lunga, e non sempre adeguatamente onorata, carriera di attore? A volte penso di no. A volte penso che Napoli sia il museo a cielo aperto che De Curtis avrebbe sognato per sé. A volte penso che ognuno si porta dentro il suo Totò, in uno scenario, in una atmosfera, in uno squarcio di città che nessun museo potrebbe riprodurre. Sta nella grandezza assoluta di un Artista con la maiuscola come l’unico, inimitabile Principe (e non solo della risata). Pochi, pochissimi, possono permettersi di vivere in maniera così potente dentro ciascuno di noi, al di là del contesto, al di fuori delle opere. Totò è sicuramente tra questi.

Francesco de Core

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