Alberto Antonini, morto il giornalista di Formula 1, ex portavoce Ferrari: il rapporto priviligiato con Schumacher e la testimonianza decisiva nel processo Senna

Di Imola, aveva 61 anni e aveva costruito la sua carriera a Autosprint

Alberto Antonini, morto il giornalista ed ex portavoce della Ferrari: aveva 62 anni
Alberto Antonini, morto il giornalista ed ex portavoce della Ferrari: aveva 62 anni
Venerdì 15 Dicembre 2023, 01:00 - Ultimo agg. 17:24
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Alberto Antonini è morto nel reparto di Ematologia "Seragnoli" del Policlinico Sant'Orsola di Bologna. Il giornalista di Imola aveva 61 anni e, dopo una lunga carriera da inviato, era stato anche portavoce della scuderia Ferrari. Assunto giovanissimo a Rombo, era poi passato ad Autosprint divenendo in fretta una delle firme più autorevoli a livello internazionale nel mondo della Formula Uno.  Aveva collaborato anche con Sky e altre testate tra cui Formula Passion. Abitava sui colli bolognesi, lascia la moglie Barbara e il fratello Piero. Il giorno precedente alla sua scomparsa era stato celebrato il funerale del padre Paolo.

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Aveva frequentato il liceo scientifico "Luigi Valeriani" a Imola e la Scuola Interpreti a Bologna.

Mente rapidissima e curiosa di tutto, senso dell'ironia sopraffino, suonava il basso, brillante la prosa, ineccepibile il contenuto tecnico, battute geniali che diventavano titoli imbattibili.

Padroneggiava almeno quattro lingue e conosceva già da ragazzo ogni angolo d'Europa grazie ai viaggi in camper con la famiglia. Negli anni d'oro di Michael Schumacher se si voleva sapere qualcosa di pluricampione del mondo, mai troppo espansivo, bisognava chiedere ad Alberto che aveva con lui un rapporto privilegiato basato sulla massima fiducia reciproca. Il cronista imolese conosceva comunque ogni dettaglio della vita anche dell'ultimo pilota arrivato in un team periferico del Circus. Era sempre disponibile anche con i colleghi appena entrati nelle sale stampa degli autodromi di tutto il mondo.

Il processo per la morte di Senna

La sua competenza si rivelò determinante nello straziante processo per la morte di Ayrton Senna: quando il pilota brasiliano finì contro il muro della Tamburello per la rottura del piantone dello sterzo, Antonini non andò nei pressi della curva come la maggior parte dei cronisti ma si fiondò al box della Williams dopo riuscì ad ascoltare i dialoghi concitati di progettisti e meccanici nell'immediatezza della tragedia. Una testimonianza che venne a lungo esaminata durante i vari gradi del processo che durarono dal 1997 al 2007. Tempi che causarono anche l'intervento della prescrizione: venne a ogni modo accertato, anche grazie al lavoro di Antonini, che "la causa dell'incidente era riconducibile alla rottura del piantone dello sterzo, che questa era stata causata dalle modifiche male progettate e male eseguite". 

Un processo di importanza storica che non aiutò a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ma che contribuì a fare pressione sugli organizzatori della Formula Uno per rendere più sicure le vetture.  

La carriera

Antonini era approdato alla Ferrari nell’inverno della stagione 2015.  Fino al 2019 ha ricoperto il ruolo di addetto stampa e ha gestito le attività media della Scuderia Ferrari in pista: lui in mezzo, insomma, tra Maurizio Marchionne e Maurizio Arrivabene.  

Arrivabene: «Gli volevo bene»

«Alberto, uomo educato e per bene, un professionista preparato di grande umiltà e umanità (doti non comuni oggi dove tutti si sentono fenomeni), ma soprattutto un caro amico, gli volevo bene. Un abbraccio, Maurizio». 

È il messaggio che l'ex team principal Ferrari Maurizio Arrivabene ha affidato ad Autosprint. 

Fra i suoi libri spiccano «Maìcol in Ferrari, le storie non dette» e «Un cavallino senza fili»

(p.r.b.)

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