Non c'erano cartelli che avvertivano della pericolosità del lago e la barca non era attrezzata con sistemi di sicurezza. Queste le motivazioni al centro della causa contro la contea di Ventura citata in giudizio per la morte di Naya Rivera, l'attrice di "Glee" annegata durante una gita in barca con il figlio di 4 anni Josey nel lago Piru, a nord-ovest di Los Angeles. A portare avanti la causa per omicidio colposo nei confronti dell'autorità locale e dei gestori del lago è l'ex marito Ryan Dorsey.
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La causa è stata presentata martedì al tribunale della contea di Ventura per conto del bambino di 4 anni da suo padre Ryan.
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«Mentre Naya e Josey stavano nuotando, la barca ha iniziato a essere trascinata via, probabilmente dalla corrente e dal vento, che nel pomeriggio hanno raggiunto raffiche fino a 21 miglia orarie» scrive l'avvocato Amjad Khan nella denuncia riportata dall'Hollywoodreporter.com. «Josey, che era più vicino, riuscì a risalire sulla barca che oscillava avanti e indietro per la corrente e il vento. Josey sapeva che Naya era ancora nell'acqua e la sentì gridare: "Aiuto! Aiuto!" nella sua lotta per tornare alla barca per evitare di annegare. Josey cercò invano una fune per aiutare sua madre a risalire sulla barca. Josey poi guardò di nuovo l'acqua e vide che Naya era scomparsa. Josey gridò aiuto e pianse da solo sulla barca finché non fu trovato più di un'ora dopo da un agente di leasing di barche della PMC». Secondo gli avvocati, gli imputati hanno tentato di «screditare Naya nei media e distrarre dalla propria negligenza» e spiegano che nel lago nel corso degli anni sono morte annegate molte persone. Nella causa si parla anche delle ripercussioni psicologiche per il piccolo Josey.