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Trump contro Stormy Daniels, al via il processo. Il tycoon: «È un attacco all'America»

Ha inizio oggi e proseguirà per le prossime sei settimane il processo per il caso della pornostar Stormy Daniels a carico del tycoon. Tra le accuse quella di aver falsificato documenti aziendali per nascondere un pagamento di 130 mila dollari all'attrice nel 2016 per il silenzio sulla loro relazione

Trump, inizia il processo sul caso Stormy Daniels. "È un attacco ad un avversario politico" ha detto l'ex presidente accusando l'attuale capo di Stato Biden
Trump, inizia il processo sul caso Stormy Daniels. "È un attacco ad un avversario politico" ha detto l'ex presidente accusando l'attuale capo di Stato Biden
Lunedì 15 Aprile 2024, 18:44 - Ultimo agg. 16 Aprile, 10:36

96 giurati sono pronti per essere convocati, dice il giudice

Il giudice Juan Merchan ha detto che ci sono 96 giurati pronti per essere portati in aula. Ci sono 200 giurati in totale nel tribunale, ha osservato.

L'identità dei giurati sarà nota agli avvocati di entrambe le parti

Le identità dei giurati rimarranno anonime, ma saranno note agli avvocati di entrambe le parti. L'avvocato di Trump Todd Blanche ha chiesto al giudice Juan Merchan come gli avvocati potranno ottenere i nomi della giuria. Merchan ha detto che darà loro copie degli elenchi della giuria con solo numeri e una singola copia con nomi e numeri. Ha detto agli avvocati che i giurati non devono essere fotografati.

«Stiamo tutti lavorando su questo problema» ha detto il giudice.

Il giudice dice che l'aula sarà autorizzata a interrogare i singoli giurati in modo che non si sentano intimiditi

Il giudice ha deciso come interrogare la giuria: ogni singolo giurato parlerà da senza gli altri giurati che andranno nella sala comune. Ha spiegato che questo metodo serve per far sentire a suo agio il giurato, che potrebbe sentirsi intimidito nel parlare davanti a un'aula piena. Il giurato dovrebbe quindi rispondere alle domande con il giudice, gli avvocati, Trump e alcuni membri della stampa presenti nella stanza.

L’avvocato di Trump, tuttavia, si oppone. Il giudice ha detto che la stanza laterale è progettata per contenere 12 persone «e abbiamo ben superato quel numero».

«Vogliamo sapere chi metteremo in questa giuria. Qualunque cosa facciamo per scoraggiare i giurati dall'essere aperti al 100%, è una specie di taglio» ha detto Merchan, spiegando la sua preoccupazione di avere giurati di fronte a così tante persone.

Il giudice ha consentito alle parti di avviare una discussione sulle altre precedenti azioni negative di Trump, ma ha affermato che una volta che la giuria di 96 persone sarà pronta, vorrà coinvolgerle. 

 

Giudice non ammette tra le prove un video sessista di Trump

Il giudice Juan Merchan non ha accolto la richiesta dell'accusa di includere come prova del processo contro Donald Trump per il caso Stormy Daniels il famigerato Access Hollywood Tapes, in cui il tycoon fa affermazioni volgari e maschiliste sul modo in cui tratta le donne. Il procuratore Joshua Steinglass ha sostenuto che l'ammissione del video sarebbe stata necessaria per includere anche le mail con cui la campagna di Trump ha condotto un'operazione di «damage control» dopo la diffusione del video poco prima delle elezione del 2016. Il procuratore non chiedeva che il video fosse proiettato in aula, comprendendo che sarebbe stato pregiudiziale. Ma il giudice ha considerato pregiudiziale anche solo l'ammissione agli atti del controverso video. Allo stesso modo non ha accolto la richiesta di ammettere agli atti la trascrizione della deposizione di Trump nel processo per diffamazione di E. Jean Carroll, in cui il tycoon risponde a domande riguardo al video. Ammettendolo, ha spiegato il giudice, si rischierebbe di «costruire un processo nel processo».

Il giudice di New York respinge la richiesta di ricusazione di Trump

Il giudice Juan Merchan, che presiede il processo contro Donald Trump, ha respinto la richiesta di ricusazione dei legali dell'ex presidente. La difesa dell'ex presidente, l'avvocato Todd Blanche, ha chiesto a Merchan di abbandonare il processo per un presunto «conflitto di interessi» da momento che sua figlia lavora per un'azienda legata al partito democratico. Il giudice ha respinto la richiesta sostenendo che si basava su «una serie di riferimenti, allusioni e speculazioni non supportate».

«Giudice Merchan mi ha imbavagliato, è incostituzionale»

«Voglio che mi venga restituita la voce, questo giudice corrotto mi ha imbavagliato, è incostituzionale» ha scritto Donald Trump, in un post pubblicato su Truth Social, la piattaforma di cui è proprietario, prima di dirigersi in tribunale, scagliandosi contro il gag order, l'ordine bavaglio, imposto dal giudice Juan Merchan. A Trump è vietato attaccare in dichiarazioni o sui social i testimoni, altri partecipanti al processo e familiari dei giudici e procuratori, clausola aggiunta dopo che l'ex presidente ha criticato la figlia del giudice. «L'altra parte può parlare di me, ma a me non è permesso parlare di loro, è un processo truccato», ha aggiunto. Il gag order non impedisce a Trump di attaccare Merchan o il procuratore distrettuale che ha istruito il processo, Alvin Bragg. «Gli estremisti democratici stanno già imbrogliando con le elezioni presidenziali del 2024 portando avanti, o aiutando a portare avanti, questi processi finti contro di me, costringendomi così a stare in aula e spendere soldi destinati alla campagna, invece di essere in giro a battere Joe Biden l'imbroglione il peggior presidente della storia degli Stati Uniti», si legge ancora nei post di Trump che denunciano «interferenze elettorali»

Il corteo di Trump è partito per il tribunale di New York

Il corteo dell'ex presidente è partito per il tribunale di Manhattan. Ingenti le forze di polizia tutt'attorno all'area e tanti anche i giornalisti in attesa dell'arrivo del tycoon.

La scelta dei 12 giurati, e dei 6 di riserva

Centinaia di newyorkesi sono stati oggi convocati al tribunale di Manhattan per partecipare alla selezione della giuria, 12 giurati più 6 di riserva, che dovranno, per la prima volta nella storia, giudicare un ex presidente degli Stati Uniti in un processo penale, quello contro Donald Trump per la vicenda dei soldi versati per pagare il silenzio della pornostar Stormy Daniels. La selezione della giuria sarà un processo complesso, che durerà circa una delle sei settimane previste per la durata del processo. Prima di avviare la selezione effettiva dei giurati, il giudice Juan Merchan, che presiede il processo, leggerà un sommario del caso per aiutare i candidati a decidere se possono essere imparziali, e permettere così a chi non ritiene di essere idoneo di ritirarsi. Dopo questa scrematura si passerà a quella che faranno procuratori e avvocati della difesa sulla base delle risposte date alle 42 domande che verranno poste ai possibili giurati.

Tra le domande quella in cui si chiede se il potenziale giurato abbia mai partecipato ad un comizio di Trump e se abbia «forti opinioni o convinzioni riguardo all'ex presidente Trump o al fatto che sia attualmente candidato alla Casa Bianca» e se queste «possano interferire sulla capacità di essere equo ed imparziale».Tra i quesiti anche la partecipazione a gruppi estremisti sia di destra - come i Proud Boys o le altre milizie di estrema destra coinvolte nell'assalto al Congresso o la setta complottista Qanon - che di sinistra, come il movimento Antifa.

Le due parti potranno escludere, sulla base delle risposte date al questionario, i potenziali giurati ritenuti imparziali. Gli avvocati di Trump hanno sostenuto, però, in un ricorso alla corte d'appello di New York, che è impossibile formare una giuria imparziale verso Trump in una città liberal come New York, ed hanno chiesto il trasferimento del processo in una contea dello stato a lui più favorevole. «Il problema sia per gli avvocati di Trump che per i procuratori è quello di trovare il modo di scegliere una giuria neutra, buona fortuna - ha commentato con la Cnn Steve Tuholski, un avvocato di uno studio specializzato nella selezione dei giurati - non posso immaginare quante persone, soprattutto a New York, non si siano formata un'opinione, in un senso o in un altro, sul fatto che lui sia un serpente o un Messia. Non sembra che ci sia una via di mezzo

«In aula lotterò per la libertà di 325 milioni di americani»

«Quando entrerò in quell'aula so che avrò dietro di me l'amore di 200 milioni di americani e che lotterò per la libertà di 325 milioni di americani!». Lo ha scritto Donald Trump su Truth prima di entrare in tribunale a Manhattan per il processo relativo ai pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. 
Prima di entrare in aula dove oggi inizia il processo per la vicenda Stormy Daniels, Donald Trump ha parlato brevemente ai cronisti denunciando «una persecuzione politica» contro di lui ed «un assalto all'America». «Non c'è mai stata una cosa del genere - ha detto l'ex presidente - è una persecuzione politica, un processo che non doveva essere mai avviato». «Questo è un assalto all'America ed è per questo che sono orgoglioso di essere qui, è un attacco ad un avversario politico», ha detto ancora attaccando il presidente Joe Biden. Dopo queste dichiarazioni Trump, in abito scuro, camicia bianca e l'immancabile cravatta rossa, è entrato nell'aula, sedendosi al tavolo degli imputati con i suoi avvocati. Nel tribunale di Manhattan non è permesso l'accesso alle telecamere.

I testimoni principali del processo: David Pecker

David Pecker, editore del National Enquirer e amministratore delegato di Ami fino all'agosto del 2020 è accusato di essere coinvolto nell'operazione «catch and kill» per aver comprato i diritti di interviste che avrebbero potuto compromettere le elezioni.

I testimoni principali del processo: Karen McDougal

Karen McDougal, attrice e modella di Playboy, ha sostenuto di avere avuto una relazione con Trump prima della sua elezione a presidente. Nel suo caso a versarle 150 mila dollari fu l'Ami, American Media Inc, che pubblica il tabloid National Enquirer, per l'esclusiva di un'intervista che non fu mai pubblicata. In cambio, sostiene l'accusa, McDougal «accettò di non parlare con nessun altro media della sua relazione» con il tycoon.

I testimoni principali del processo: Michael Cohen

Michael Cohen, vice presidente della Trump Organization e avvocato di Trump tra il 2006 e il 2018, è diventato il testimone chiave contro l'ex presidente. Dopo la condanna federale a 3 anni per il pagamento a Stormy Daniels e per aver mentito al Congresso a riguardo, Cohen infatti ha iniziato a collaborare spiegando come versò i 130 mila dollari, poi rimborsati da Trump sotto forma di «spese legali». Nella sua attesa testimonianza si prevede che Cohen spiegherà come era stato sviluppato il sistema di «catch and kill» per sopprimere tutte le possibili rivelazioni negative sul tycoon e come i pagamenti venivano effettuati, su diretta indicazione di Trump.

Donald Trump oggi siederà, primo ex presidente della storia americana, al tavolo degli imputati del processo penale per il caso della pornostar Stormy Daniels. Tra le accuse la principale è quella di aver versato 130 mila dollari a Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels con cui ebbe una relazione extraconiugale. Avrebbe, quindi pagato il suo silenzio, prima delle elezioni del 2016. 

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