L'agguato tra i passanti a Torre Annunziata, l'ipotesi dello sgarro alle cosche

Colosimo: «Inflessibili nella lotta alla camorra»

Il raid
Il raid
di Dario Sautto
Venerdì 9 Febbraio 2024, 10:14 - Ultimo agg. 17:26
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Una decina di colpi di pistola esplosi nonostante la presenza di passanti e alcuni bambini. Uno dopo l'altro, una raffica di proiettili uno dei quali si è conficcato vicino alla porta d'ingresso di un bar sparati ad altezza d'uomo, per uccidere. È morto per uno «sgarro» Alfonso Fontana, 24 anni, pregiudicato di Castellammare di Stabia legato alla famiglia soprannominata «'e fasan», la camorra dei cosiddetti «falsi pentiti»: suo zio Antonio fu ucciso in un agguato di camorra ad Agerola nel 2017, poche settimane prima di testimoniare in un processo contro il clan D'Alessandro, mentre l'altro zio Luciano è stato collaboratore di giustizia.

Si torna a sparare e a uccidere e ieri per dare sostegno agli inquirenti è arrivata a Torre Annunziata la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo che è stata in visita alla caserma dei carabinieri.

Sul caso indagano i militari del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. Gli investigatori hanno recuperato e sequestrato il cellulare della vittima, che ora sarà analizzato, mentre hanno già acquisito e visionato una serie di filmati delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti in zona.

Secondo una prima ipotesi, Fontana junior aveva un appuntamento con il suo assassino. I due si sono incontrati in corso Umberto I, nella rotatoria del tribunale di Torre Annunziata. La raffica di proiettili è partita dall'ingresso del distributore di benzina. L'assassino sarebbe sceso da uno scooter e, con il volto leggermente coperto da un passamontagna e pistola in pugno, incurante della presenza di diversi passanti e alcuni bambini, ha iniziato a sparare. Fontana sarebbe stato colpito subito a una gamba e, zoppicando, avrebbe tentato la fuga a piedi, durata poche decine di metri. Il killer, implacabile, lo avrebbe seguito fino a dargli il colpo di grazia. Una decina i colpi di pistola repertati dalla squadra rilievi dei carabinieri di Torre Annunziata, disseminati per decine di metri, a conferma del tentativo di fuga tra i passanti. Dopo aver ammazzato Fontana, il killer avrebbe trovato un complice in scooter ad attenderlo per la fuga.

Pregiudicato, Alfonso Fontana appena 19enne finì in manette dopo un raid armato consumato tra i locali della movida di Castellammare, quando a sparare per gambizzare un altro giovane «rivale» fu suo cugino, all'epoca minorenne. Dopo aver scontato una condanna a circa quattro anni di reclusione, il 24enne era tornato libero da alcuni mesi. Ora gli investigatori stanno scavando proprio negli ultimi mesi di vita di Fontana junior e in particolare negli ultimi giorni tra Castellammare e Torre Annunziata. Difficile che l'omicidio di un rampollo legato ad una famiglia di camorra di Castellammare possa essere stato consumato a Torre Annunziata senza il «benestare» oppure la complicità dei clan della zona. Dunque, tra le piste al vaglio degli inquirenti c'è anche quella di uno «sgarro» fatto proprio ai danni di elementi di spicco della camorra di Torre Annunziata, che dunque si sarebbero vendicati in maniera plateale per l'affronto subito. Una delle certezze per gli investigatori è che Fontana dovesse incontrare il suo assassino, in un vero e proprio appuntamento con la morte. Grazie ai filmati, poi, potrebbe presto essere identificato il killer del 24enne, che è fuggito insieme ad un complice verso la zona sud di Torre Annunziata, prima di far perdere le sue tracce tra il Quadrilatero delle Carceri, via Cuparella e Torre centrale.

Dopo l'omicidio consumato a poco meno di un anno dall'ultimo agguato di camorra quello del marzo scorso, quando fu ucciso il pregiudicato Raffaele Malvone nel primo pomeriggio di ieri nella caserma dei carabinieri di via Dei Mille a Torre Annunziata è arrivata in visita Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare Antimafia, che ha incontrato il comandante del Gruppo il colonnello Pantaleone Grimaldi e gli uomini del nucleo investigativo che stanno conducendo le indagini sull'ultimo agguato di camorra. Una visita non programmata, durata meno di un'ora, durante la quale la presidente Colosimo ha portato «sostegno, vicinanza e un incoraggiamento ai carabinieri» che stanno «svolgendo un'importante attività di indagine. Lo Stato sarà inflessibile contro la criminalità irganizzata». L'incontro è servito anche per fare un punto sulla situazione e chiedere se esistano «criticità o proposte da portare all'attenzione della Commissione».

Nel pomeriggio, Chiara Colosimo ha fatto visita anche in Procura a Napoli, per un vertice durante il quale si è discusso delle tante emergenze di un territorio difficile, che a Torre Annunziata vede uno dei luoghi simbolo Palazzo Fienga, l'ex roccaforte confiscata al clan Gionta che attende gli ultimi passaggi burocratici tra ministeri dell'Interno e della Cultura in vista della demolizione.
 

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