Botte e rapine ai bengalesi, fermata la banda dei bulli

Arrestato un minorenne di Terzigno, il suo complice è di San Giuseppe

Botte e rapine ai bengalesi, fermata la banda dei bulli
di Francesco Gravetti
Domenica 26 Febbraio 2023, 09:52 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:20
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L'esercito silenzioso dei bengalesi che di buon mattino, escono di casa per raggiungere il luogo di lavoro a Palma Campania e San Gennaro Vesuviano era diventato un bersaglio. Avvicinare uno di loro, bloccarlo spalle al muro e picchiarlo per poi rapinarlo era fin troppo facile. Però non avevano fatto i conti con i carabinieri che tassello dopo tassello, hanno messo insieme il mosaico degli indizi da mandare in procura, per poi chiedere e ottenere l'arresto. Le procure, in realtà, sono due: presso il tribunale di Nola e presso il tribunale per i minorenni di Napoli.

Già perché uno dei due rapinatori fermati con l'accusa di effettuare rapine ai cittadini del Bangladesh non è nemmeno maggiorenne. Ha 17 anni e risiede a Terzigno, mentre il suo complice ne ha 21 e risulta residente a San Giuseppe Vesuviano. Il primo è stato collocato in comunità, il secondo spedito ai domiciliari: sono accusati di aver sottratto uno smartphone a un operaio proveniente dal Bangladesh, dopo averlo malmenato. Ma gli investigatori sospettano che i due abbiano messo a segno anche altri colpi ai danni dei bengalesi, la cui comunità è piuttosto folta sia a Palma Campania che nelle vicine San Gennaro Vesuviano e San Giuseppe Vesuviano.

A portare a compimento l'inchiesta sono stati i carabinieri della stazione palmese, guidati dal luogotenente Massimo Nasti. Da loro, lo scorso 12 gennaio, si presentò un 47enne extracomunitario che raccontò di essere stato aggredito e poi derubato del telefonino. L'uomo fu avvicinato da due giovani in sella a un motorino, a volto coperto. Fu colpito più volte alla testa e alle gambe e poi lasciato a terra, in strada. Era l'alba, l'orario in cui quelli del Bangladesh, che lavorano nelle sartorie di Palma Campania e San Gennaro Vesuviano, si spostano per iniziare la loro giornata. Il raid era avvenuto infatti proprio nei pressi dell'area industriale di San Gennaro Vesuviano. E proprio dalle immagini degli impianti di videosorveglianza della zona sono partiti i carabinieri per risalire ai due balordi. I militari hanno acquisito le telecamere e hanno ricostruito i movimenti della coppia di rapinatori: i loro spostamenti con lo scooter, gli appostamenti per individuare la vittima e fermarla nel momento in cui è sola e infine, l'aggressione.

Dall'individuazione del motorino è stata possibile l'identificazione dei malviventi che peraltro erano volti già noti alle forze dell'ordine. Presso le loro abitazioni sono stati trovati giubbotto e passamontagna, presumibilmente utilizzati per portate a termine la rapina ma soprattutto, è stato rinvenuto lo smartphone, restituito al legittimo proprietario. Tutti elementi che hanno indotto i giudici a dare seguito alle richieste delle procure e a far scattare le misure cautelari nei confronti dei due giovani.

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Il fronte delle indagini, però, è ancora aperto e potrebbe riservare ulteriori sorprese: sono almeno cinque, infatti, le rapine ai danni dei bengalesi avvenute a Palma Campania che non hanno ancora un responsabile. Le modalità con cui sono stati fatti i colpi sono le stesse della rapina di San Gennaro Vesuviano e i carabinieri non escludono che i due arrestati di ieri siano coinvolti anche in questi raid. Naturalmente sarà necessario acquisire degli elementi prima di accusarli di altre rapine, ma il lavoro degli investigatori sta andando proprio in questa direzione. È frequente comunque, che gli stranieri finiscano nel mirino di malviventi, che approfittano del loro stato di clandestinità e quindi di oggettiva difficoltà, per portare a segno rapine nella speranza di non essere denunciati.
 

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