Caro benzina, caos e smog ma i bus Eav girano vuoti

Paradosso sulle strade della provincia

Caro benzina, caos e smog ma i bus Eav girano vuoti
di Francesco Gravetti
Domenica 15 Gennaio 2023, 12:02
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Nel 2012 il servizio bus di Eav era sull'orlo del crac: i dipendenti non prendevano lo stipendio, la curatela fallimentare faceva l'elenco dei debiti. Poi il salvataggio e la lenta ripresa, con l'acquisto di nuovi mezzi e l'attivazione di corse. Fino al Covid, che ha fatto scappare i viaggiatori dai bus molto più di quanto non sia avvenuto con i treni. Oltre dieci anni dopo, il settore gomma di Eav (l'ex Eavbus, per intenderci) è in salute ma appare privo di appeal, con alcun pullman che vagano vuoti per le zone dell'area metropolitana di Napoli, dove la mobilità virtuosa è un miraggio e la corsa all'uso dell'automobile non conosce crisi, nonostante l'aumento vertiginoso dei costi del carburante. Accade soprattutto per gli spostamenti interni all'hinterland, da un comune all'altro della provincia: pochi chilometri che potrebbero essere percorsi con un biglietto di qualche euro, mentre si continua a preferire la macchina, la ricerca spesso difficile del parcheggio, il traffico. Le eccezioni sono rappresentate dalle tratte a lunga percorrenza, come quelle che dalla zona vesuviana o nolana portano all'Università di Salerno o a Monte Sant'Angelo a Napoli, e dalle aree dove funzionava a pieno regime la Ctp, che Eav ha rilevato col suo carico di pendolari. Discorso a parte per Ischia, dove per ovvie ragioni il servizio bus è essenziale per residenti e turisti.

Con il recente arrivo di nuovi autobus, in Eav ci sono oggi 370 mezzi, che hanno un'età media di 8 anni (in precedenza erano 13). Ogni giorno dai 7 depositi di Napoli e provincia partono 280 corse. Fino al 2019 la media degli utenti era di 30mila al giorno, il Covid l'ha fatta crollare vertiginosamente, anche se numeri precisi non ci sono ancora. La crisi degli spostamenti interni, però viene da lontano: da oltre un decennio, per esempio, non esiste più il pullman che dalla zona di San Giuseppe Vesuviano e dintorni portava fino al Cis di Nola e al centro commerciale Vulcano Buono. Era nato per consentire ai vesuviani di raggiungere l'area nolana, ma si è rivelato un flop: pochissimi biglietti staccati, nessuna voglia di lasciare l'auto a casa. Bus vuoti anche per i percorsi interni alle città, che pure sarebbero utilissimi per spostarsi da una parte all'altra del territorio: a Castellammare, Torre del Greco, Somma Vesuviana il servizio va bene di mattina per gli studenti, ma poi i mezzi su gomma vanno in giro, soprattutto di pomeriggio e in serata, pressoché vuoti. Per funzionare, funzionano: anche ieri, sabato, a Somma Vesuviana l'autobus di Eav ha fatto il suo giro. Senza passeggeri, però.

Salvatore Granato, che a Somma è presidente della commissione trasporti in consiglio comunale e che si è battuto per la navetta cittadina, spiega: «Purtroppo si fa fatica ad affidarsi ai mezzi pubblici, probabilmente per una questione culturale, ed è un peccato, perché la navetta può essere una opportunità per ridurre il traffico e risparmiare». Non è colpa dei ritardi, stando ai dati Eav: l'ingegnere Mariano Vignola, dirigente responsabile del settore gomma, spiega che «l'indice di regolarità nel 2022 è stato del 98%». Il punto è che spesso i cittadini nemmeno sanno che esiste il servizio bus, mai effettivamente pubblicizzato. Ne è convinto Raffaele Massa, consigliere degli studenti all'Università di Salerno, che insieme al professor Stefano De Luca, delegato del Rettore ai trasporti, si è dato da fare per ottenere il potenziamento del servizio da e verso l'Ateneo dalla zona vesuviana. Prima, infatti, bisognava arrivare a Sarno con la Circumvesuviana e da lì prendere bus privati: ora Eavbus garantisce corse che passano per Striano, Poggiomarino, Palma Campania, Ottaviano, Somma Vesuviana, Sant'Anastasia. Dice Massa: «Noi abbiamo il problema contrario: i bus sono così pieni che spesso siamo costretti a viaggiare in piedi. C'è bisogno di una maggiore informazione, di sinergie tra i Comuni e tutti gli enti pubblici coinvolti».

Numeri alti anche per i bus che vanno dalla provincia verso la zona ospedaliera di Napoli, verso Monte Sant'Angelo e a nord di Napoli. «Ci dobbiamo attrezzare per rivedere e migliorare l'offerta in quelle zone dove non abbiamo molti passeggeri», ammette Vignola.

Critico Marco Sansone, sindacalista Usb: «Se ci sono dei vuoti è perché la qualità continua a mancare: troppe volte gli utenti non sanno dove trovare le informazioni sugli orari e le fermate». Pensiline alle fermate, o display che informano su linee e tempi d'attesa sono elementi che nel panorama urbano della provincia non hanno praticamente cittadinanza.

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