Parco Verde di Caivano, sgomberate le case occupate dai clan: stucchi, marmi e cristalli

Uno scandalo che è durato per decenni e che ieri mattina però ha fatto registrare una svolta con lo sgombero di un appartamento

Uno degli appartamenti sequestrati
Uno degli appartamenti sequestrati
di Marco Di Caterino
Venerdì 28 Aprile 2023, 08:45 - Ultimo agg. 10:10
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Le «brame» immobiliari della camorra del Parco Verde. Clan che per oltre tre decenni hanno fatto il bello e il cattivo tempo su questa orrida edilizia «provvisoria», tanto da impossessarsi con la forza intimidatrice delle cosche e fin troppo spesso persino con sfratti a mano armata, di appartamenti assegnati ai legittimi proprietari, box per negozi e soprattutto gli spazi condominiali per realizzare lussuose mansarde ma anche «garitte» per le sentinelle delle piazze di spaccio in grado di vedere a chilometri di distanza l'arrivo delle macchine delle forze dell'ordine e lanciare l'allarme.

Uno scandalo che è durato per decenni e che ieri mattina però ha fatto registrare una svolta con lo sgombero di un appartamento occupato abusivamente e trasformato in una lussuosa residenza con tanto di stucchi, controsoffittature e un ampio bagno, degno del peggior arredamento degli stilisti di «Gomorra».

Insieme alla casa dei sogni del camorrista arrivato al vertice è stata sequestrata in un altro isolato del Parco Verde, anche una mansarda, praticamente ultimata e arredata ancora alla meno peggio, realizzata sullo spazio condominiale dell'edificio destinato a lavanderia.

Ieri mattina, una task force formata dai carabinieri della locale compagnia, diretta dal capitano Antonio Maria Cavallo, dagli agenti del commissariato di Afragola diretto dal vice questore Gianvito Zazo che ha coordinato anche i poliziotti del reparto mobile in tenuta anti sommossa, dagli assistenti sociali del comune di Caivano e dagli agenti della polizia locale diretta dal comandante Espedito Giglio, ha iniziato le operazioni di sgombero coatto, disposto con sentenza del Tribunale di Napoli Nord. E mentre per l'inizio dello sgombero e dell'abbattimento delle parti abusive, non si è registrato alcun problema, tant'è che dopo aver portato via le masserizie lì presenti, una squadra di muratori ha iniziato i lavori per la demolizione del manufatto illegale, qualche difficoltà si è avuto per far sgomberare l'abitazione di lusso, con gli occupanti che per almeno un paio d'ore hanno tentato di resistere al provvedimento facendo intervenire sul posto ben due avvocati.

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E poi, grazie all'abilità di negoziatore del vice questore Gianvito Zazo e al provvedimento di sgombero e abbattimento «ad horas» disposto dal procuratore dell'ufficio giudiziario di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, gli occupanti abusivi sono scesi a miti consigli iniziando a riempire scatoloni e facendo intervenire una squadra tra falegnami ed elettricisti, per smontare e portarsi via quello che potevano, davanti ai dipendenti della ditta edile incaricata di riportare l'appartamento allo stato originario, metratura compresa. Perché da quanto hanno accertato i tecnici del comune, gli occupanti abusivi, per realizzare la cucina, si erano impossessati dello spazio dell'appartamento vicino, destinato a ripostiglio, mentre per aumentare lo spazio per il salone di ingresso avevano inglobato anche un balcone. Tutte le operazioni si sono svolte nella massima calma, mentre i lavori di ripristino dovranno essere completati entro il limite di venti giorni e nemmeno un'ora in più. In questo periodo, i due manufatti verranno sorvegliati da carabinieri, polizia e vigili urbani per evitare che possano essere rioccupati.
 

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