Carabinieri nel Comune di Casamicciola: ricognizione dei pm sul luogo della frana

I militari hanno acquisito delibere e atti amministrativi l’ipotesi di reato è omicidio plurimo colposo

Il lavoro dei volontari nel fango di Casamicciola
Il lavoro dei volontari nel fango di Casamicciola
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 1 Dicembre 2022, 23:59 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 09:30
3 Minuti di Lettura

Non hanno perso tempo i pm di Napoli e hanno le idee chiare: serve una ricognizione approfondita del territorio, a partire dalla bocca della frana; e bisogna stabilire per quale motivo in dodici anni - dal 2010 al 2022 - nessuno è stato capace di spendere quei soldi destinati alla bonifica del territorio, alla messa in sicurezza di una zona indicata come ad alto rischio, non fosse altro perché cresciuta sotto il profilo urbanistico ai piedi del monte Epomeo.

Eccole le prime mosse della Procura di Napoli, con un doppio intervento messo a segno a Casamicciola: è toccato ai carabinieri forestali ieri mattina recarsi negli uffici del comune di Casamicciola, per acquisire carte e documenti legati alle procedure amministrative che avrebbero dovuto condurre alla riqualificazione di alvei e canali, terrazzi e costoni, per garantire una maggiore sicurezza della zona. Parallelamente, nelle stesse ore, non sono passate inosservate le sagome di due magistrati che conducono le indagini nella zona della frana. Un sopralluogo a Ischia, quello che è stato messo a segno ieri dal procuratore aggiunto Simona Di Monte e dal pm Mario Canale, che conducono le indagini assieme al pubblico ministero Stella Castaldo, sotto il coordinamento della stessa procuratrice Rosa Volpe.

Ma torniamo al blitz all’interno degli uffici del Comune isolano. Cosa hanno acquisito i militari su ordine dei pm?

Sotto i riflettori ci sono tre vicende amministrative parallele, tre bonifiche rimaste tecnicamente al palo, in uno scenario di rimpalli e inerzia amministrativa. Ne abbiamo parlato nell’edizione de Il Mattino in edicola mercoledì mattina: c’è una prima tranche di soldi pubblici che non è stata utilizzata, si tratta dei 180mila euro messi a disposizione con la procedura di emergenza già nel 2010, vale a dire un anno dopo la frana che si abbatté su Casamicciola, provocando la morte di una ragazzina di soli 15 anni. Poi c’è una seconda bonifica che non è mai decollata: parliamo di un finanziamento da 3 milioni e centomila euro per un intervento di risistemazione di quella parte di Monte Epomeo drammaticamente franato sabato mattina; c’è infine un terzo capitolo amministrativo su cui la magistratura potrebbe fare chiarezza e riguarda un impegno di spesa di un milione e centomila euro, che avrebbero dovuto garantire interventi concreti proprio nel cosiddetto alveo La Rita, che si è poi rivelata come l’area maggiormente interessata alla voragine assassina di una settimana fa. 

Video

Tre capitoli di spesa che non si sono tradotti in appalti, che non hanno dato vita a interventi concreti, che sembrano far emergere tutte le criticità della nostra pubblica amministrazione: per anni c’è stato un rimpallo di competenze, tra il Comune e il commissario antidissesto, lasciando al palo i tre progetti di bonifica. E non è tutto. Altra ipotesi battuta dagli inquirenti in queste ore riguarda una sorta di possibile dirottamento degli stessi finanziamenti a disposizione. In che modo? A fare da spartiacque, il terremoto a Casamicciola dell’agosto del 2017, quando l’esigenza di bonifica potrebbe aver segnato il passo, lasciando spazio all’azione di ricostruzione all’interno di un’area decisamente a rischio. Frana colposa e omicidio plurimo colposo sono le ipotesi di reato battute dalla Procura, che da ieri - con il doppio blitz sul terreno e negli uffici - ha fatto capire di voler procedere in modo spedito. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA