Giovane calciatore morto stritolato in una macina: verifiche sulla sicurezza

Mescolava ingredienti mentre è caduto: aveva rinnovato il contratto con l’Afragola

Raffaele Vergara
Raffaele Vergara
di Marco Di Caterino
Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:55 - Ultimo agg. 20 Luglio, 12:45
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Morire a 20 anni per lavoro. È successo a Raffaele Vergara, promessa del calcio che proprio pochi giorni fa aveva rinnovato il contratto con la Virtus Afragola, squadra che milita in Promozione. Il ventenne di Crispano ha perso la vita in un modo orribile: stritolato dalla macina che polverizza spezie e aromi mentre era al lavoro nello stabilimento DeliFood di Frattamaggiore. Una morta che ricorda quella di Luana D’Orazio rimasta impigliata in una macchina tessile a Prato. 

Tutto si è svolto in una manciata di secondi. Un compagno di lavoro pochi istanti prima dell’incidente aveva notato Raffaele Vergara lavorare alla macina. L’uomo si è sporto nel grosso imbuto dove vengono caricate spezie e aromi, e ha notato con orrore il corpo del ventenne letteralmente inghiottito dalle macine. Nonostante lo choc, l’operaio ha immediatamente azionato il meccanismo di blocco della macchina trituratrice e lanciato l’allarme.

Ed è stato lo stesso titolare della ditta a telefonare al 118 e ai carabinieri.

Nonostante il pronto intervento dei sanitari, per la vittima non c’era più nulla da fare. Non appena giunti sul posto, i carabinieri hanno chiesto l’intervento di una squadra dei vigili del fuoco per recuperare il corpo della vittima imprigionato tra le macine del macchinario, che con un atto di pietas hanno optato per un’azione di smontaggio, operazione che ha richiesto molte ore di duro lavoro concluso solo nel tardo pomeriggio. A coordinare le indagini è il pubblico ministero Fabio Sozio che ha disposto il sequestro della salma, trasportata all’obitorio di Giugliano dove verrà eseguita l’autopsia, e della trituratrice. 

Dalle prime indagini, gli inquirenti avrebbero accertato che Vergara era stato assunto con regolare contratto circa un anno fa, e nell’azienda, dove si era guadagnato la stima di tutti i colleghi di lavoro, svolgeva il ruolo di tutto fare. Al vaglio degli inquirenti la macchina trituratrice, che sembra fosse stata acquistata da poco tempo, ma che probabilmente non disponeva del blocco automatico del funzionamento in caso di pericolo per l’operatore. Gli inquirenti stanno anche accertando i motivi che hanno indotto Raffaele Vergara ad operare all’imbocco del grosso imbuto, dal diametro di un tombino, visto che pulizia e controllo dell’attrezzatura avvengono nella parte bassa della trituratrice. 

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La notizia della tragica fine del 20enne è deflagrata a Crispano, città confinante con Frattamaggiore, dove Vergara viveva con i genitori, Antonio e Cinzia Zanfardino e due fratelli, il più piccolo di 12 anni. Davanti al capannone dell’azienda si è radunata la folla di parenti, amici, conoscenti. Tutti in silenzio, rotto dalle grida disperate della mamma e del papà devastati dal dolore. Tifoso del Napoli, il giovane militava nella Virtus Afragola che ha postato sulla pagina social un messaggio di cordoglio.

«Passione e talento da vendere, un vero leone in campo, lottava sopra ogni pallone come se fosse l’ultimo. Intelligenza, umiltà, educazione, mai una parola fuori posto; anche se giovane un vero esempio per tutti. Vicini all’immenso dolore e rabbia della famiglia». Il primo cittadino di Crispano, Michele Emiliano, affranto da quanto accaduto ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. «Il mio pensiero in questo momento va ai familiari a cui esprimo - a nome di tutta la città – il nostro sentito cordoglio e la nostra vicinanza. Questo tragico evento impone un impegno forte e non più rinviabile da parte di tutti sui temi della sicurezza sui luoghi di lavoro».

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