Melito, le presunte case del clan: tutti assolti dopo 15 anni

Parco Primavera, per i giudici non ci fu lottizzazione abusiva a favore di Di Lauro

Melito, le presunte case del clan: tutti assolti dopo 15 anni
Melito, le presunte case del clan: tutti assolti dopo 15 anni
di Giovanni Mauriello
Domenica 21 Aprile 2024, 09:25 - Ultimo agg. 09:26
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Tutti assolti in primo grado gli indagati del sequestro del parco Primavera, a Melito, accusati di una presunta lottizzazione abusiva di circa 50mila metri quadri, che avrebbe favorito il clan Di Lauro, egemone nell'area nord di Napoli, con la costruzione di oltre cento appartamenti, in parte già ultimati, box per auto e negozi; un impero per i giudici valutato 10 milioni di euro.

Un processo durato quindici anni, a carico di ex politici del Comune (alcuni nel frattempo deceduti), tecnici, imprenditori e gestori di società, accusati dalla procura di Napoli di falsità ideologica, truffa edilizia, riciclaggio aggravato dal 416 bis, oltre che, come detto, di lottizzazione abusiva.

Per tutti l'aggravante dell'art. 7, cioè dall'aver agevolato le finalità del clan. Titolare del filone d'indagine dei fatti contestati, risalenti agli anni 2008-2009, il sostituto procuratore Maria Cristina Ribera; l'inchiesta affidata alla Dda e alla Guardia di Finanza aveva puntato anche sulle dichiarazioni di alcuni pentiti di camorra, oltre che su una serie di intercettazioni.

Il tribunale di Napoli ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Francesco Capozzi, Marcello Curzio, Carlo Di Dato, Giuseppe Varlese, Stefano Varlese per estinzione del reato per intervenuta prescrizione Assolti Pasquale Cante, Raffaele Monaco, Paolo Iovino, Pietro Terrano, Claudio Pianese, Giuseppe Vallefuoco perché il fatto non costituisce reato. Assolti l'ex sindaco Alfredo Cicala, Salvatore Cervone, Carmine Chianese, Gennaro Chianese, Stefano Chianese, Mauro Di Giovanni, Giuliano Coppola, Giuseppe Rostan, Antonio Passarelli, Nunzio Sepe per non aver commesso il fatto. Folto il collegio difensivo degli indagati e dei terzi interessati, cioè di coloro che in quegli anni avevano acquistato un appartamento nel complesso residenziale di via Madonna delle Grazie, al confine con Giugliano e Mugnano e si erano visti colpiti da una sentenza di sgombero, lasciato però sospeso in tutti questi anni per opposizione dei legali. Tanti gli acquirenti che avevano scelto di vivere alle porte di Napoli, con l'apprensione poi di perdere tutto, rimanendo sulle spine in tutti questi anni.
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In quel complesso residenziale, assieme agli alloggi ultimati e già assegnati, c'erano garage per auto, negozi e anche decine di case da ultimare, bloccate in seguito per oltre un decennio dopo il sequestro disposto dalla procura. Gli scheletri di quelle palazzine al grezzo, alte quattro piani ed altri beni sequestrati sono stati ora restituiti ai proprietari. Secondo le accuse della procura, tra l'altro, gli allora amministratori comunali avrebbero agito senza il consenso dell'assise, ma con il solo parere favorevole della giunta. Tra i legali degli indagati gli avvocati Giampaolo Schettino, Angelo Carbone, Antonio Gravante, Paolo de Angelis, Celestino Gentile, Alfonso Furgiuele, Antonio Russo, Antimo D'Alterio, Nello Palumbo, Luigi Ferrandino, Giuseppe Pellegrino, Mario Griffo. L'estesa area su cui sorge il parco Primavera è ubicata nell'immediata periferia cittadina, a poca distanza dalla costruenda stazione Eav della metropolitana, che collega il Giuglianese e l'Aversano con Scampia.

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