«Siamo qui, e non nel chiuso delle nostre caserme, a testimoniare la fede e la vicinanza alle persone, per meglio servire la società e offrire a chi è in qualsiasi tipo di difficoltà tutto il nostro aiuto e soprattutto la nostra vicinanza». Poche, ma significative parole, quelle pronunciate dal colonnello Nicola De Tullio, comandante del gruppo dei carabinieri di Castello di Cisterna, nel saluto finale che ha concluso la funzione religiosa del Precetto Pasquale, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, parrocchia del quartiere 219 di Pomigliano d’Arco.
Un rione difficile e complicato, che ha fatto il callo quando i carabinieri effettuano blitz e arresti, e mai si sarebbero immaginato che un giorno avrebbero pregato insieme, in attesa della Pasqua a ricordare la Resurrezione di Gesù e a sperare in quella sociale. Un’iniziativa che ha trovato il pieno appoggio di don Salvatore Romano, parroco del quartiere, che ha concelebrato con gli altri parroci di Pomigliano d’Arco, la Messa solenne.
Accanto ai carabinieri, in fascia tricolore la vice prefetto Carolina Iovine che regge le sorti del comune dopo la sfiducia di 13 consiglieri su 24 al sindaco Gianluca Del Mastro, scortata dal comandante della polizia locale Luigi Maiello, sotto scorta per le minacce della camorra.
Nella sua omelia, don Salvatore Romano, ha ricordato come Gesù, durante l’ultima cena, ben sapendo che di li a poco Giuda lo avrebbe tradito, lo ha abbracciato e chiamato più volte amico. Un valore quello dell’amicizia che va al di la della semplice frequentazione, e che si manifesta nel dolore e nelle difficoltà, come – ha sottolineato – fanno i carabinieri, invitando tutti a pregare per questi ragazzi e a serbare nel cuore la memoria di chi, in divisa, ha versato il proprio sangue per la sicurezza di tutti. Commozione pura alla lettura della preghiera del carabiniere, che si è trasformata in gioia con il canto dedicato alla Virgo Fidelis, protettrice dell’arma.