Sono diversi i problemi che il bradisismo sta causando all’area flegrea, uno dei quali è fin qui rimasto lontano dai riflettori ma rischia di creare problemi seri all’isola d’Ischia e alla vicina Procida. L’attività ha infatti negli ultimi tempi registrato un lento ma costante innalzamento delle banchine che rende sempre più difficile lo sbarco e l’imbarco dei veicoli e soprattutto dei mezzi pesanti dalle motonavi.
Tutta colpa, si fa per dire, dei portelloni delle navi che ovviamente non sono attrezzati rispetto a quanto accaduto negli ultimi tempi a seguito di questi fenomeni naturali. L’ultimo episodio verificatosi qualche giorno fa sullo scalo flegreo la dice lunga sulla piega che stanno prendendo gli eventi.
Il traghetto in partenza per Ischia alle 16.30 ha levato gli ormeggi con circa un’ora di ritardo a causa dell’impossibilità di imbarcare alcuni autobus.
Per ovviare all’inconveniente si è reso necessario l’utilizzo di alcuni bobcat tra lo sguardo incuriosito ed incredulo dei passeggeri, molti dei quali diretti sull’isola verde per un periodo di vacanza. Analoga disavventura ha riguardato anche alcuni bus pollicino diretti sempre a Ischia: sono rimasti sul porto in attesa dell’intervento di una pala meccanica. Scene che verosimilmente rappresentano la punta dell’iceberg e una “spia rossa” ormai perennemente accesa.
Ma i segnali che non promettono nulla di buono sono diversi: proprio qualche tempo fa, l’ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli ha emesso un’ordinanza con la quale vieta l’ormeggio alle navi con un pescaggio superiore ai 2 metri e mezzo su determinati tratti di banchina. Per fortuna si tratta di un’area non destinata alle navi traghetto ma c’è preoccupazione perché se il bradisismo continuerà a fare il suo corso si potrebbe arrivare ad una limitazione pesante o a uno stop dei collegamenti marittimi da e per Pozzuoli. Con danni per l’economia turistica, ma anche e soprattutto per quanto attiene l’approvvigionamento merci.
I numeri parlano di un porto nel quale transitano annualmente 1 milione di passeggeri e 300 mila veicoli, numeri che in caso di necessità difficilmente potrebbero essere “assorbiti” dallo scalo napoletano di Calata di Massa. È stato realizzato un progetto voluto dalla Regione Campania che prevede l’installazione di pontili galleggianti, allo stato unica soluzione praticabile per tamponare il problema in tempi ragionevoli: per adesso, però, l’idea è rimasta allo stato progettuale e questo non è un buon viatico visto che la situazione peggiora di giorno in giorno.
E all’orizzonte non ci sono altre strade percorribili, come spiega Giovanni Lombardi, rappresentante degli autotrasportatori isolani: «Il quadro è chiaro. Baia di fatto non ha più un porto commerciale, a Torregaveta il porto non esiste ed è un peccato visto che la distanza da Ischia è inferiore ai 20 minuti di navigazione. Non resterebbe che Napoli, con tutte le criticità e le incognite del caso».
Telegrafico il commento di Gianluca Trani, presidente del consiglio comunale di Ischia: «Sappiamo che si lavora alla soluzione pontili, come amministrazione cercheremo di sollecitare Prefettura e Regione sottolineando la necessità di accelerare i tempi per evitare quello che potrebbe ben presto trasformarsi da problema logistico in emergenza sociale per l’isola».