Senatore M5S rapinato a Caivano: «Con il badge ho fatto scappare i banditi»

Il racconto dopo la missione antimafia

Il senatore Nave
Il senatore Nave
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 2 Novembre 2023, 08:14
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Tracciare una mappa dei luoghi ad alto rischio di Napoli e della sua area metropolitana, quelli nei quali è facile imbattersi in delinquenti e criminali pronti a tutto, è cosa non facile. Ma ai primi posti ci sono senza dubbio la perimetrale di Melito e la circumvallazione esterna che lamisce il Comune di Mugnano. Due "strade della paura", tristemente note per essere teatro di quotidiane aggressioni e rapine. E lì, in meno di mezz'ora, nel mirino dei banditi è finito il senatore del movimento 5 Stelle Luigi Nave, che dopo aver preso parte ai lavori della Commissione parlamentare antimafia (in missione a Caivano) è stato fatto oggetto di ben due tentativi di rapina.

È lo stesso senatore a ricostruire la doppia brutta avventura, in una intervista rilasciata ieri al "Fatto Quotidiano". «Ritornare a casa dopo una missione a Caivano e al carcere minorile di Nisida con la commissione parlamentare Antimafia - spiega - e subire in 30 minuti due rapine a mano armata sulla perimetrale di Melito e la circumvallazione esterna all'altezza di Mugnano: è accaduto a me».

Il parlamentare viaggiava a bordo della sua macchina (risiede a Villaricca, dove è stato anche consigliere comunale) quando ha subìto il primo raid. Era pomeriggio inoltrato.

Nave ha poi formalizzato ai carabinieri una denuncia nella quale sono state ricostruite le fasi degli assalti subìti. Dopo aver sventato il primo assalto, il senatore è stato nuovamente aggredito, ma anche in questo caso è riuscito a non cedere alle minacce a mano armata degli aguzzini.

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Le vicissitudini, lo ripetiamo, sono cominciate dopo la visita a Caivano dell'organismo parlamentare antimafia: «È stata una giornata infernale - ha spiegato al "Foglio" - che ci ricorda come gli interventi sulla sicurezza non vadano fatti solo a spot. La criminalità non va solo combattuta, ma occorre fare opera di prevenzione per apprezzare i risultati nel lungo periodo. L'arma più potente che abbiamo è la cultura della legalità ed è necessario praticarla sin dai primi anni di scuola».

Rocambolesco il finale di entrambi i raid. «Ho esibito il tesserino parlamentare ed è come se gli avessi puntato un cannone in pancia ai banditi: se la sono squagliata». Anche nel secondo caso, dopo aver detto ai rapinatori di non avere contanti ma di essere pronto a consegnare il bancomat ha riprovato con il tesserino da parlamentare: «Doppia fortuna, appena l'hanno visto se ne sono andati. Hanno immaginato di infognarsi in guai imprevisti».

Si diceva dell'area ad alto rischio, la stessa percorsa lunedì pomeriggio dal parlamentare mentre rientrava a casa. Parliamo di una zona stradale a scorrimento veloce di auto e moto, dove raramente ci si può imbattere in passanti e abbondantemente sprovvista di impianti di videosorveglianza.
Una specie di terra di nessuno, una zona franca per l'illegalità, un territorio di conquista per la microcriminalità. In quelle stesse zone, e a lungo, imperversò la "banda delle fedi": criminali che bloccavano gli automobilisti e, sotto la minaccia di una pistola, rapinavano le fedi matrimoniali. Le cronache hanno a lungo raccontato le disavventure di chi è rimasto vittima di questi delinquenti: i quali sfruttano l'effetto sorpresa, la difficoltà delle vittime di trovare vie di fuga o soccorsi, e che - soprattutto - trovano più di una strada per dileguarsi dopo aver messo a segno il colpo. Difficile anche riuscire a capire da dove provengano i rapinatori: in quel posto si incrociano ambienti criminali provenienti sia da Secondigliano e Scampia, sia dai comuni della fascia a nord di Napoli.

Recentemente un automobilista si è rivolto al deputato dell'alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli raccontando, attraverso le immagini della videocamera montata sulla propria vettura, di un tentativo di rapina subito sull'Asse Mediano, all'altezza di Mugnano. L'auto dei malviventi ha prima cercato di indurla a fermarsi lanciando una pietra contro la sua vettura per poi inseguirla, tamponarla da dietro e poi frenarle bruscamente davanti. L'automobilista ha avuto la prontezza di riflessi di smarcarsi prendendo, all'ultimo istante, una direzione differente dall'auto di questi ultimi.
 

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