Caivano, la ministra Locatelli tra i disabili: «Presto anche qui inclusione e dignità»

«Voglio ricordare che il diritto alla felicità vale per tutti»

La ministra per le disabilità Alessandra Locatelli a Caivano
La ministra per le disabilità Alessandra Locatelli a Caivano
di Marilicia Salvia
Mercoledì 1 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 2 Novembre, 06:53
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«Voglio ricordare che il diritto alla felicità vale per tutti». Non teme di esagerare la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, sa che bisogna avere coraggio ma anche tanta determinazione a usare una parola così, in un luogo come Caivano dove la cronaca restituisce storie di esistenze segnate dalla violenza, piegate da degrado e brutture, o semplicemente consumate nella fatica di tirare avanti ogni giorno senza lo straccio di un servizio sociale che funzioni. Non c'è niente a Caivano che aiuti le persone disabili e le loro famiglie, che dia sollievo a chi è afflitto da malattie croniche o neuro-degenerative, a chi vive rintanato in casa perché si vergogna, o perché non ha nessuno che lo accompagni fuori. Il pianeta della disabilità, in un universo sfilacciato come quello di Caivano, dove non esistono dati, non è mai stato fatto un censimento, non è mai stato destinato un centesimo a progetti di sostegno e non esistono neanche associazioni che si prendano cura di chi ne ha bisogno, è un pianeta ancora più isolato e infelice di tutti quelli esplorati dagli altri ministri finora passati da qui. Altro che felicità. «Ma è a quella che dobbiamo mirare, all'inclusione, alla sicurezza di una vita dignitosa», dice Locatelli nella sede del commissariato di governo, dove arriva al termine di una lunga passeggiata sul corso principale di Caivano durante la quale, accompagnata dal commissario Fabio Ciciliano, si è fermata a parlare con la gente, ha stretto mani, ha fatto domande, ha assicurato impegno e risposte. Accanto a lei Ciciliano ricorda che «la vera sfida è la riqualificazione sociale della collettività. Ho parlato con tante famiglie, alcune di queste si sentono poco considerate. Questo - dice il commissario - non può accadere in un Paese civile. I cittadini devono potersi muovere in modo autonomo, sentirsi assistiti e abbracciati dallo Stato». 

«Sono qui per capire i bisogni, le reali difficoltà delle persone: sono loro che contano e che intendo coinvolgere», spiega la ministra, annunciando un suo ritorno lunedì 13, quando presenterà i progetti «più che concreti» che ha in mente, ma che per ora non anticipa. Tra questi c'è la possibile apertura di uno sportello della Croce Rossa, probabilmente all'interno del Parco Verde: se ne è parlato in tarda mattinata con i delegati dell'organizzazione. E di certo il 13 sarà lanciata una Consulta per la disabilità: è la decisione presa alla fine del lungo, toccante incontro che Locatelli ha tenuto nel primo pomeriggio con un gruppo di disabili, in gran parte giovani e giovanissimi, e con le loro famiglie. È la prima volta che accade, la prima volta che a Caivano madri, padri, fratelli accomunati dalle stesse difficoltà, dagli stessi drammi, hanno l'occasione di conoscersi, di scambiare esperienze, di sfogarsi, anche, e di trovare consolazione nella reciproca solidarietà.

La ministra ascolta storie di allucinante burocrazia, di scandalosa carenza di strutture che costringono a lunghe e costose trasferte per terapie e riabilitazione («dobbiamo portare il nostro ragazzo a Caserta, e ogni volta perdiamo una giornata di lavoro, racconta Maria), di barriere architettoniche che rendono frustrante ogni spostamento («tra buche sull'asfalto e macchine in seconda fila è un calvario», denuncia Giovanni, grintoso 40enne che, privo dell'uso delle gambe, si sposta sulla carrozzella elettrica) e di un Comune che da sempre si gira dall'altra parte. Ci si saluta tenendo a battesimo una rete delle famiglie, la prima mai nata a Caivano, con la prospettiva della Consulta, che coinvolgerà possibilmente associazioni e Onlus del territorio, e finalmente con una speranza nuova. 

 

Una speranza, nel deserto di centri ricreativi per i disabili (e non solo) che caratterizza Caivano e gli altri centri dell'hinterland a nord di Napoli, viene anche dalla riqualificazione del Delphinia: tutti gli impianti saranno ovviamente resi inclusivi, come prevede la legge, ma sarà possibile fare anche di più. Lo spiega il commissario Ciciliano: «Ho già condiviso l'idea con il ministro Locatelli e con il sottosegretario Mantovano, ossia coinvolgere gli atleti paralimpici per trovare soluzioni più consone nella ricostruzione del centro sportivo. Dato che qui si tratta di ricostruire e riqualificare, credo sia importante ascoltare le loro esigenze particolari, così che il centro possa diventare anche da questo punto di vista un esempio per impianti che si realizzeranno altrove. Non dimenticate - conclude il commissario di governo - che alla base del progetto Caivano c'è l'idea generale e collettiva del laboratorio, della ricerca di modelli replicabili che possano essere d'esempio altrove e per chi verrà dopo di noi».

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«È un contesto complesso, il governo vuole qui regole e trasparenza: è indispensabile agire anche attraverso lo sviluppo di buone pratiche che coinvolgano le persone, incoraggiando il protagonismo dei cittadini», sintetizza il senso della sua visita la ministra Locatelli. Che nega tagli alle risorse del suo dicastero («i 350 milioni stanziati ci sono, le risorse del 2023 sono slittate a decorrere dal 2026 e si aggiungeranno a quelle della legge delega») e insiste sull'importanza della riforma che rivede i meccanismi di valutazione dell'invalidità civile «evitando nuovi controlli quando una condizione di disabilità o di malattia cronicodegenerativa è già accertata» e introduce l'istituto del Progetto di vita per le persone con disabilità. «Oggi - spiega Locatelli - le famiglie devono bussare a tante porte per avere delle risposte, tra il Comune, i servizi territoriali, l'ospedale, la scuola: con questa norma diciamo che sono le istituzioni a doversi riunire, per dare la loro risposta su un unico documento». 

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