Caivano, i parlamentari antimafia al parco Verde: «Borse di studio per i giovani»

La presidente Colosimo: basta pregiudizi, questa generazione farà finire la camorra

La commissione antimafia a Caivano
La commissione antimafia a Caivano
di Marilicia Salvia
Lunedì 30 Ottobre 2023, 23:39 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 19:07
5 Minuti di Lettura

Vogliono diventare ingegneri, programmatori, caposala in un buon ristorante. Hanno sogni semplici, i ragazzi del Parco Verde. Come quelli di tanti loro coetanei. Ma loro, più degli altri, devono guardarsi dai tentacoli di una piovra sempre in agguato, essere capaci di ignorare la scorciatoia della violenza e della sopraffazione. Tenere lontana, soprattutto, la tentazione di un guadagno facile, facilissimo. Ma grondante sangue. «Porteremo nel prossimo ufficio di presidenza la proposta di essere noi a pagare le borse di studio ai quei ragazzi che vogliono iscriversi all’Università per costruirsi un’alternativa importante», dice la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo, sotto il sole che illumina l’orto didattico dell’Istituto superiore Francesco Morano, la scuola gioiello sorta come per miracolo in mezzo allo squallore dei palazzoni del dopoterremoto diventati un anno dopo l’altro la cornice della piazza di spaccio più grande d’Europa. Perché certo, studiare costa. Scegliere di studiare, anziché portare fior di soldi a casa spacciando o trafficando, è un atto che da queste parti richiede coraggio. Ma i ragazzi coraggiosi al Parco Verde non mancano, assicura la Colosimo: «Sono ragazzi che chiedono di non ricoprirli di pregiudizi solo perché vivono qui. E anche coloro che vengono da famiglie problematiche ci hanno detto che sognano di uscire da questa realtà, di voler andare solo a lavorare per realizzarsi». 

Insomma un altro destino è possibile, dice la presidente dell’Antimafia, che con i colleghi Pittalis (Fi), Gallo (Gruppo Misto), Piccolotti (Avs), Nave (M5S), Valente (Pd), Cantalamessa (Lega), Iannone (Fdi), Musolino (Azione-Iv-Re) e De Raho (M5S), i ragazzi li ha ascoltati davvero, ieri mattina, nell’ennesima giornata speciale di questo territorio disgraziato ma non piegato. Faccia a faccia, seduti intorno a un lungo tavolo nell’aula magna del Morano, studenti e rappresentanti delle istituzioni (c’erano anche il parroco don Patriciello, la preside del Morano Canfora e il procuratore Gratteri) si sono guardati negli occhi, scambiandosi storie ed emozioni, in un incontro così denso di significato da concludersi quasi un’ora dopo l’orario programmato. Uno scambio reciproco di impegni e di speranze. Perché questa - dice Colosimo - è la generazione che può mettere fine alla camorra in questo territorio. Anche per questo la presidente si rivolge direttamente ai camorristi: «Conosciamo bene - dice alzando la voce - i nomi dei clan che si sono avvicendati a Caivano, e a loro, si chiamino Ciccarelli-Sautto, Gallo o Angelino, diciamo che non faremo sconti, che è finito il periodo della tolleranza in cui non si ha il coraggio di fare i nomi di chi va condannato, e che deve essere tirato fuori dal territorio che ha martirizzato».

Innescare processi positivi, è questo ciò di cui hanno bisogno i ragazzi del Parco Verde, dice anche la preside del Morano Eugenia Carfora. «I ragazzi hanno raccontato la loro storia in modo puro, all’inizio erano un po’ tesi ma poi si sono sciolti: bisogna capire che vanno caricati di fiducia, loro vogliono farcela ma anche essere i protagonisti di questa rigenerazione.

Noi adulti dobbiamo aiutarli indicando buoni modelli, spingendoli a capire che nulla si raggiunge senza sacrificio ma anche che non c’è niente di peggio della rassegnazione. In questo momento vedo crescere un bisogno collettivo di liberarsi, tutti vogliono la stessa cosa. L’istruzione è la chiave, non si deve smettere di investire sull’istruzione». La presidente Colosimo riferisce la riflessione di uno degli studenti, il desiderio di poter dire «al tuo amico che sbaglia: guarda che io andando lì ho scoperto che si può fare in un altro modo». Va insomma fatta passare l’idea che «per far i soldi non bisogna per forza spacciare. Si deve raccontare un altro modello, che non può essere quello dei soldi facili ma - sottolinea Colosimo - neanche quello della povertà che spesso qui si è visto».

 

Dunque pugno duro contro la criminalità, più scuola e più occasioni di lavoro vero. Una ricetta cui la senatrice del Pd Valeria Valente propone di aggiungere un’altra medicina, la prevenzione: fare in modo cioè «che questa scuola non sia un’isola nel deserto e che anzi contamini altre realtà, si aumenti la presenza degli assistenti sociali, si supporti il Comune con la consapevolezza che i continui scioglimenti non dipendono solo dagli amministratori ma anche da chi ci lavora». Curioso, dice Valente, che nella strategia partita da una orribile vicenda di stupri non si sia pensato a istituire un Centro antiviolenza: «Quanta rieducazione si fa sul rapporto uomo-donna? Cosa succede nelle famiglie della criminalità, che è sopraffazione e violenza? Nel decreto Caivano è passato molto poco, lavoreremo ancora su questo».

Video

Federico Cafiero de Raho, ex Procuratore nazionale antimafia e oggi vicepresidente in quota M5S della Commissione, è drastico: «I bambini vanno tolti alle famiglie non in grado di accompagnarli in un percorso sano di crescita», dice, aggiungendo che per risanare davvero zone come questa i casermoni andrebbero «abbattuti e ricostruiti». Per una volta, invece, non parla di camorra il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, arrivato al Morano di prima mattina su invito dell’Antimafia. I ragazzi lo portano all’orto didattico e gli spiegano cosa stanno facendo, lui si raccomanda: «Se potate l’ulivo dategli aria al centro», e svela i suoi “segreti” per concimare i limoni. Avere cura della terra, è il messaggio, aiuta a curare tutto il resto. Oggi a Caivano è attesa la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, che vedrà assistenti sociali, delegati della Croce rossa, associazioni e familiari di persone disabili. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA